«La sentenza di ieri è stata l’ultimo
atto, per ora, di un percorso di contrapposizione armata tra Berlusconi e
una parte della magistratura. Ho sempre sentito dire che le sentenze
non si commentano ma penso sia un diritto capirle e formarsi un’idea.
La mia personale opinione è che le
successive decisioni nei tre gradi di giudizio, nei tempi e nei modi,
siano state determinate principalmente dal nome dell’imputato e che
probabilmente nessun altro cittadino italiano nella stessa situazione,
con proporzioni necessariamente diverse, avrebbe avuto una sentenza di
questo tipo, anche nel caso in cui avesse ammesso il reato contestato e
ci fossero state prove schiaccianti. Lo dico con la libertà di pensiero
che ho sempre avuto anche nel criticare Silvio Berlusconi: lui con
questa sentenza paga principalmente il suo impegno politico e non i
fatti contestati in qualità di azionista di maggioranza di Mediaset. Ho
cercato di rappresentare e costruire un’idea diversa di centrodestra e
ho criticato molte delle sue scelte, sia politiche sia di persone. Ma la
competizione con Berlusconi, da sinistra e anche da alleati nel
centrodestra, va vinta con i voti, con il confronto e non con
l’eliminazione giudiziaria. La sentenza di ieri paralizza ancora di più
il panorama politico italiano perché obbliga a dividersi su un fatto
extrapolitico che molti, come me, non solo nel centrodestra, considerano
indipendente dalla ricerca della giustizia. Spero che questo fatto
faccia almeno capire al PdL che reggere un governo inutile, e quindi
dannoso come questo, non serve».
È quanto dichiara il coordinatore nazionale di Fratelli d’Italia, Guido Crosetto.
Roma, 2 agosto 2013
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