martedì 29 ottobre 2013

Musumeci a Crocetta: "Lei ha fatto in Sicilia le cose peggiori e le ha fatte nel migliore dei modi"


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"Questa mozione è l'unica boccata di ossigeno per rimuovere una sorta di macigno una sorta di palude in cui è impantanata l'Ars, l'unico mezzo per tornare a dare dignità alla politica, a riportare al centro del dibattito il parlamento e definire il perimetro di una maggioranza che se c'è, non è piu oggi quella di un anno fa".
Lo ha detto il leader siciliano della Destra, Nello Musumeci nella sua dichiarazione di voto all'Ars in favore della mozione di sfiducia al presidente della Regione Rosario Crocetta. "Questa mozione è l'unica speranza per siciliani che si sentono delusi e avviliti", ha aggiunto Musumeci. 
Rivolgendosi poi direttamente a Crocetta, presente in Aula nei banchi del governo, con gli esponenti della giunta, Musumeci ha proseguito: "Lei ha detto, presidente, che questo è frutto di inquietudine, di una collera mai appagata di due partiti sconfitti il 28 ottobre, una sorta di rivincita morale. E invece la sfiducia è un atto dovuto, e prima di averla tolta noi dell opposizione è stata tolta dal suo partito, il Pd quello di cui porta la tessera, sono volati stracci e piatti".
Citando le parole pronunciate qualche settimana fa dal segretario del Pd siciiano, Giuseppe Lupo, Musumeci ha affermato ancora: "La luna di miele con i siciliani è finita, aveva detto Lupo, non ci riconosciamo piu nell'azione del governo Crocetta. La sfiducia gliel'ha tolta il suo partito, presidente, avrebbe dovuto chiedere subito di riferire in parlamento, non per rintuzzare un'opposizione che è rimasta responsabile in attesa di un segnale".
Musumeci ha poi fatto cenno alle nomine effettuate da Crocetta nel corso di un anno di governo "tutti amici o gente di partito, nessuna persona competente, lei ha fatto le cose peggiori - ha detto - e le ha fatte nel migliore dei modi".
"Quale Rivoluzione Presidente? Lei è lo stregone che i Siciliani hanno scelto al posto dei medici tradizionali, al capezzale di questa isola, sempre più anoressica. Lei è affetto da isteria autoreferenziale, da delirio di immagine, lei è malato del complesso di Mosè, che vuol dettare le tavole del presente e del futuro. [...] Lei è un uomo solo, Presidente, chiuso nel suo fortino... non ha una rotta, non ha una meta, circondato com'è da accattoni, mesieranti, questuanti. [...] Abile come una volpe, ma con la paura di un coniglio. In questa terra dalla mille contraddizioni, bisgotta e libertina, dissacrante e ruffiana, lei resta, come direbbe Tano La Terza, l'ultimo fedele interprete di Pirandello: Uno, nessuno, centomila".
"Lei avrebbe dovuto fare la rivoluzione delle nomine - ha concluso Musumeci - dando spazio al merito, al di là delle appartenenze. Bene, in 10 mesi 100 nomine, tutte improntate al merito: Giuseppe Antoci, Presidente del parco dei Nebrodi: un esperto botanico, direte voi... No, un ex candidato del Megafono; Marisa Mazzaglia, presidente del Parco dell'Etna: una vulcanologa, penserete... No, assessore del Megafono al Comune Nicolosi; Francesco Calanna, presidente dell'Ente di Sviluppo Agricolo... Un agronomo competente? No, un ex deputato regionale del Pd; Saro Faraci, Presidente del Consorzio Autostrade Siciliane... ovvero il Presidente della squadra di pallavolo di Gela, amico di Crocetta..."

lunedì 28 ottobre 2013

Costituente Provinciale FDI - ENNA - Importante riconoscimento a Fabrizio Tudisco

Gli Organi nazionali del partito hanno nominato i componenti delle Costituenti Provinciali in tutta la Sicilia completando il quadro nazionale che vede Fratelli d'Italia in costante progresso nei sondaggi di voto.

Nell'ex provincia di Enna il prof.Fabrizio Tudisco è stato designato Portavoce  nell'impegnativo lavoro di promozione del partito nei 20 comuni del territorio .

sabato 26 ottobre 2013

"Controcorrente" - A proposito di biglietto unico Villa Romana / Museo Aidone Morgantina



Ritengo valida la scelta del biglietto unico nel contesto del turismo di sistema ovviamente necessita implementare l'offerta culturale con un'adeguata promozione pubblicitaria e servizi di assistenza turistica di qualità. Nel 2006 venne sottoscritto un protocollo d'intesa fra i comuni di P.Armrina, Aidone e Caltagirone proprio per potenziare l'offerta turistica con percorsi culturali diversificati e iniziative collaterali per trattenere l'Ospite .....É fondamentalmente sbagliato e anacronistico pensare di potenziare il turismo nel nostro territorio con logiche d'isolazionismo culturale.

                                                                    Fabrizio Tudisco

sabato 19 ottobre 2013

Da Virgilio ....Londra choc: "Fra 10 anni dell'Italia non resterà nulla


La London School of Economics traccia un'analisi a tinte fosche della situazione italiana

nouriel roubiniRoubini: nel 2013 la 'tempesta economica globale'. Banchieri avidi e sistema al collasso

Il rischio di un crollo sistemico è alle porte. L'economista Usa non ha dubbi sull'imminente apocalisse finanziaria: le avvisaglie ci sono tutte e sarà peggio della crisi del 2008. Ecco i motivi del collasso e le possibili, ma remote, vie di uscita
leggi l'articolo.
“Gli storici del futuro probabilmente guarderanno all’Italia come un caso perfetto di un Paese che è riuscito a passare da una condizione di nazione prospera e leader industriale in soli vent’anni in una condizione di desertificazione economica, di incapacità di gestione demografica, di rampate terzomondializzazione, di caduta verticale della produzione culturale e di un completo caos politico istituzionale. Lo scenario di un serio crollo delle finanze dello Stato italiano sta crescendo, con i ricavi dalla tassazione diretta diminuiti del 7% in luglio, un rapporto deficit/Pil maggiore del 3% e un debito pubblico ben al di sopra del 130%. Peggiorerà". Così Roberto Orsi, italiano emigrato a Londra per lavorare presso la London School of Economics, prevede il prossimo futuro del Belpaese.
 
IVA AL 22% SCELTA MIOPE - E le ultime mosse del governo, innalzamento dell'Iva al 22% su tutte, non sembrano la via migliore per invertire la pericolosissima tendenza: "Il governo sa perfettamente che la situazione è insostenibile - prosegue Orsi nella sua disamina -, ma per il momento è in grado soltanto di ricorrere ad un aumento estremamente miope dell’IVA (un incredibile 22%!), che deprime ulteriormente i consumi, e a vacui proclami circa la necessità di spostare il carico fiscale dal lavoro e dalle imprese alle rendite finanziarie. Le probabilità che questo accada sono essenzialmente trascurabili. Per tutta l’estate, i leader politici italiani e la stampa mainstream hanno martellato la popolazione con messaggi di una ripresa imminente. In effetti, non è impossibile per un’economia che ha perso circa l’8 % del suo PIL avere uno o più trimestri in territorio positivo. Chiamare un (forse) +0,3% di aumento annuo “ripresa” è una distorsione semantica, considerando il disastro economico degli ultimi cinque anni. Più corretto sarebbe parlare di una transizione da una grave recessione a una sorta di stagnazione".
 
UN SETTORE DISTRUTTO - Il termometro più indicativo della crisi italiana, secondo orsi, è lo smantellamento del sistema manufatturiero, vera peculiarità del made in Italy a tutti i livelli: "Il 15% del settore manifatturiero in Italia, prima della crisi il più grande in Europa dopo la Germania, è stato distrutto e circa 32.000 aziende sono scomparse. Questo dato da solo dimostra l’immensa quantità di danni irreparabili che il Paese subisce. Questa situazione ha le sue radici nella cultura politica enormemente degradata dell’élite del Paese, che, negli ultimi decenni, ha negoziato e firmato numerosi accordi e trattati internazionali, senza mai considerare il reale interesse economico del Paese e senza alcuna pianificazione significativa del futuro della nazione. L’Italia non avrebbe potuto affrontare l’ultima ondata di globalizzazione in condizioni peggiori. La leadership del Paese non ha mai riconosciuto che l’apertura indiscriminata di prodotti industriali a basso costo dell’Asia avrebbe distrutto industrie una volta leader in Italia negli stessi settori. Ha firmato i trattati sull’Euro promettendo ai partner europei riforme mai attuate, ma impegnandosi in politiche di austerità. Ha firmato il regolamento di Dublino sui confini dell’UE sapendo perfettamente che l’Italia non è neanche lontanamente in grado (come dimostra il continuo afflusso di immigrati clandestini a Lampedusa e gli inevitabili incidenti mortali) di pattugliare e proteggere i suoi confini. Di conseguenza, l’Italia si è rinchiusa in una rete di strutture giuridiche che rendono la scomparsa completa della nazione certa".
 
RESPONSABILITA' POLITICHE - Quando si tratta di individuare le responsabilità, Orsi non ha dubbi nel puntare il dito contro la politica: "L’Italia è entrata in un periodo di anomalia costituzionale. Perché i politici di partito hanno portato il Paese ad un quasi collasso nel 2011, un evento che avrebbe avuto gravi conseguenze a livello globale. Il Paese è stato essenzialmente governato da tecnocrati provenienti dall’ufficio del Presidente Repubblica, i burocrati di diversi ministeri chiave e la Banca d’Italia. Il loro compito è quello di garantire la stabilità in Italia nei confronti dell’UE e dei mercati finanziari a qualsiasi costo. Questo è stato finora raggiunto emarginando sia i partiti politici sia il Parlamento a livelli senza precedenti, e con un interventismo onnipresente e costituzionalmente discutibile del Presidente della Repubblica , che ha esteso i suoi poteri ben oltre i confini dell’ordine repubblicano. L’interventismo del Presidente è particolarmente evidente nella creazione del governo Monti e del governo Letta, che sono entrambi espressione diretta del Quirinale. L’illusione ormai diffusa, che molti italiani coltivano, è credere che il Presidente, la Banca d’Italia e la burocrazia sappiano come salvare il Paese. Saranno amaramente delusi. L’attuale leadership non ha la capacità, e forse neppure l’intenzione, di salvare il Paese dalla rovina. Sarebbe facile sostenere che Monti ha aggravato la già grave recessione. Letta sta seguendo esattamente lo stesso percorso: tutto deve essere sacrificato in nome della stabilità. I tecnocrati condividono le stesse origini culturali dei partiti politici e, in simbiosi con loro, sono riusciti ad elevarsi alle loro posizioni attuali: è quindi inutile pensare che otterranno risultati migliori, dal momento che non sono neppure in grado di avere una visione a lungo termine per il Paese. Sono in realtà i garanti della scomparsa dell’Italia".