venerdì 9 agosto 2013

" L'Opinione" di Fabrizio Tudisco - Crisi, Privilegi e Ingiustizia Sociale



                                         
                                                   


Il Governo Letta è insediato da oltre 100 giorni e nulla ha fatto per far uscire concretamente la nostra Italia da una situazione economica e sociale a dir poco allarmante. I decreti legge emanati sono solo vergognosi palliativi per giustificare l’azione di un Esecutivo formato da forze politiche incompatibili che sono interessate solo a difendere i propri orti elettorali . Il Pd impegnato solo a discutere sulle date del proprio congresso con l’eterno duello tra Renziani da una parte e Bersaniani dall’altra e il PDL con la difesa ad oltranza dalla “persecuzione” giudiziaria di Berlusconi. Nel frattempo nessuna voce indignata del Governo ( e di Napolitano) spende una parola contro gli abusi e i soprusi legalizzati di stato:  pensioni ,liquidazioni e stipendi d’oro sono uno schiaffo violento e umiliante contro milioni di disoccupati, di cassintegrati ed esodati. Aumenta del 5 per cento lo stipendio dei giudici con un sensibile miglioramento del trattamento economico complessivo, da maturare entro il 2014 ma con effetto retroattivo dal 2012 ed è inoltre dichiarato dalla Corte costituzionale ( parte interessata) incostituzionale un prelievo di solidarietà del 5 percento sulla parte eccedente ai 90mila euro” sulle cosiddette ‘pensioni d’oro’.“I giudici della Corte costituzionale e non solo sono tutti pensionati d’oro e mi chiedo perché la Corte Costituzionale non abbia dichiarato incostituzionale l’entrata in vigore del sistema contributivo che condannava intere generazioni a non prendere mai una pensione decente. Non era questa una violazione dell’articolo 3 della Costituzione? E non lo è il blocco delle indicizzazioni delle pensioni da 1400 euro contenuto nella stessa norma in cui c’è il provvedimento che prevede il contributo di solidarietà?”.Sugli stipendi e sugli scatti dei dipendenti pubblici resta il blocco e anzi viene prolungato fino alla fine del prossimo anno, 31 dicembre 2014. Lo ha deciso il Consiglio dei Ministri che ha approvato in esame definitivo quanto indicato  dalle Commissioni parlamentari e dal Consiglio di Stato. Si parla di diritti acquisiti per queste “caste” di privilegiati mentre lo stesso principio è totalmente disatteso per le più modeste categorie di dipendenti pubblici. In questo Paese dove le persone normali la pensione se la sognano e le pensioni d'oro si accompagnano di regola a una retribuzione sontuosa si continua ad ingenerare un vergognoso e destabilizzante enorme divario di trattamento economico tra categorie di dipendenti di uno Stato che chiede ai poveri per dare ai ricchi.
Stanno mascherando una ingiustizia sociale, con un nuovo nome, ma la realtà è che siamo dentro a una inconsapevole nel termine, ma non nella percezione, nuova lotta di classe.
Scuola, università, lavoro, informazione: tutto è stato ricondotto a logiche aziendali di bassa lega a scapito di una precisa classe sociale. Molti devono fare i conti ogni giorno con la sopravvivenza in un Paese ridotto all'agonia. La distribuzione impari della ricchezza e la povertà che avanza è alla base di uno squilibrio sociale ed economico in continua crescita.
Aristocrazia nobiliare e alta borghesia finanziaria e burocratica conniventi o colluse con poteri forti e oscuri stanno producendo la situazione politica attuale a salvaguardia del loro status sociale come cani inferociti disposti a tutto, mostrano i denti alle classi sociali più deboli
La “crisi” è solo un escamotage, la motivazione che legittima la sopraffazione delle classi deboli, pensionati a basso o bassissimo reddito, disoccupati, esodati, precari, invalidi, senza reddito .
Chiamiamo il sopruso detto "crisi" con il suo vero nome, ingiustizia sociale!
  Le "iene"di stato, forti dei loro privilegi, non vogliono mollare neanche l’osso spolpato, di cui rimane solo il sapore della carne.
Il cammino è segnato, non vogliamo l’elemosina buttata nel cestino del disagio, rivendichiamo i nostri diritti all’esistenza in salute e nel decoro, per noi, per i nostri vecchi e per i nostri figli.
  L'allarmante situazione di destabilizzazione sociale ed economica ingenerata dalle lobbyes finanziarie mondiali con collusioni governative a livello europeo e internazionale ha un passato molto prossimo a noi. Tutte le rivoluzioni hanno avuto questo minimo comun denominatore. Lo stato di consapevolezza delle difficoltà sempre maggiormente insostenibili della popolazione, porterà pericolosamente a una conflittualità avversa alle classi vantaggiate, un contrasto aperto, uno scontro fisico, per l’abbattimento delle differenze sociali, alla ricerca di un vero socialismo illuminato che aspiri alla costituzione di una nuova e più giusta società, attraverso il superamento delle classi sociali con una “ forzatura necessaria “ della redistribuzione del reddito.
Ci vorranno giorni, mesi o anni, solo questione di tempo, tempo ormai scaduto, avremo una forma interclassista, trasversalmente aggregante. Necessita una separazione netta, per riconoscerci e riconoscere il mostro a più teste, predatore di diritti e equità sociale.
Fra non molto la “crisi”, entità astratta senza nome e senza volto, sarà presto identificata dalla moltitudine degli italiani e degli europei ( Grecia, Spagna, Portogallo, Irlanda) il mistero frustante svanirà, la "crisi" non è un nemico a cui poter chiedere il conto del nostro malessere sociale, ma la "crisi"spostate di lato le sue apparenze, mostra il suo vero volto in due classi sociali di preciso riferimento
“Aristocrazia nobile e alta borghesia finanziaria e burocratica”
Queste posizioni acquisite, stanno rubando il nostro futuro non la "crisi" .

                                                                         Fabrizio Tudisco

3 commenti:

  1. IL commento grande è frutto dello stesso Fabrizio Tudisco

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    1. Avresti dovuto mettere il punto interrogativo al termine della frase e ti avrei risposto con un NO!

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