sabato 22 ottobre 2016

Punto e Virgola di Ambra Taormina - " Lo scopone scientifico" dell'ospedale Chiello. Non è ancora giunta mezzanotte...che già niente va bene!

Non è ancora stata detta l'ultima parola, che già, come tradizione vuole ormai da anni, il proverbiale destino che funesta il ('fu'?) P.O. "M. Chiello", come una spada di Damocle a doppio taglio, pende sulle belle speranze degli abitanti della Città dei Mosaici. Un tiro alla fune con finale a sorpresa che ancora una volta, a non molto tempo trascorso dall'ultimo 'leone d'oro', ci mozza il fiato solo a vedere i soliti attori protagonisti calcare una scena ormai usurata, e sfidarsi in una lotta all'ultimo sangue per scongiurarne (volenti o nolenti) la chiusura. E se un simpatico proverbio in rima ci insegna che il gioco di mani è gioco di villani, sarà che per meglio impegnare il ben più nobile organo cerebrale, i più avranno scelto di optare per un alternativo 'scopone scientifico', evitando a ragion veduta di scoprire le carte in tavola, e facendosela (e ci vuole una certa scienza!) alle spalle dei cittadini, ormai da tempo immemorabile. Un ospedale che perde pezzi (leggasi 'reparti') come una carcassa in putrefazione, avrebbe dovuto destare già da un pò lo choc nella maggioranza dei benpensanti sempre in prima fila nella lotta del buonsenso (quando nulla c'è più da fare). Eppure, sembra che la 'diatriba ospedale' sia stata tessuta avanti e indietro col filo scaduto della tela di Penelope, e riassorbita come si fa con le metastasi di un cancro curato col rimedio dell'acqua col bicarbonato, almeno fino ad oggi, tempo in cui, a furia di bere, e rimasti solo con l'acqua alla gola, siamo ormai prossimi a praticare gargarismi! Ma, come si sa, "tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare" soprattutto quando troppo si dice e mai niente si fa, lasciando disinteressatamente ai cittadini l'amara convinzione che in fondo in fondo, di 'ospedale', ma che dico!?...di 'pronto soccorso', non si ha più bisogno in un comprensorio in cui, come da naturale vocazione dell'entroterra siciliano, i capi di bestiame hanno di buon grado superato le persone, con la conseguente registrazione di un esiguo numero di interventi l'anno, sufficiente di per sé a decretare la cancellazione del presidio, e dimostrando di quanto la necessità primaria di tempestivo soccorso per quanti componenti lo scampolo di umanità rimasta in quest'area geografica dimenticata, siano retrocesse in rispetto del buon nome del bilancio regionale. Vero è che rigor di logica e opinione di popolo, sono concordi nel definire ad oggi l'Ospedale Chiello quale baluardo indiscusso della sanità piazzese, di quella sanità che vede negli anziani la principale risorsa di una popolazione ormai spolpata da flussi migratori e divenuta decadente. Non c'è da sorprendersi, infatti, se in prima fila nella lotta per salvare ciò che resta dell'ospedale, ci siano i tanti 'nonni' armerini che qui, nei bei tempi andati della loro gioventù, decisero di costruirvi il futuro, affidandone ad esso le speranze più promettenti nella dimensione di un luogo che ancora, ai tempi, li lusingava; gli stessi nonni per i quali 'il Chiello' è da sempre insostituibile punto di riferimento e rimedio contro l'avanzare della terza età. Essere anziani oggi è notevolmente ben diverso dall'esserlo un tempo, e considerando che la presenza dell'anziano nella società è stata variamente dotata di considerazioni mutevoli a livello cronologico, mi piace qui di vagheggiare di quelle città a regime aristocratico che oggi costituiscono quel passato remoto di cui si nutrono taluni libri di storia. Facendo un notevole salto indietro, nella Sparta dell'antica Grecia, un consiglio detto gherusía e composto dagli anziani della polis, era fonte di progresso nel senso dell'educazione collettiva. Essendo l'anziano un saggio per antonomasia - in quanto aveva raggiunto quell'età che gli consentiva di stare al di sopra di chi, in quanto più giovane, era carente in quanto a esperienza - non era strano che gli venissero riservati onori che, nella maggior parte dei casi, si manifestavano socialmente nella concessione di veri e propri poteri politici. Tornando ai giorni nostri, non sarà difficile notare come l'anziano sia premiato a livello soggettivo, ossia a seconda del gradino che occupa nell'ideale (e ad oggi si spererebbe obsoleta) scala gerarchica sociale. Ma siamo realisti: l'anziano medio, abitante dell'infelice entroterra siciliano, e possibilmente di uno dei tanti paesi famelici di riscatto che gravitano nell'orbita del comprensorio marchiato dalla sanità quasi fantasma del Chiello, è un soggetto precario, e non solo per l'immagine fisica potenzialmente decadente (ancor di più se accresciuta dalla povertà per cui è tristemente famosa la nostra area geografica) di chi è ormai 'vecchio', ma perché langue nella precarietà economica di una pensione mensile ingrata al lavoro di una vita, perché non è risparmiato dalla solitudine per mancanza di presenze familiari, e perché neanche più l'esenzione ticket sembra fargli compagnia (troppo spesso ormai negata ai realmente bisognosi, forse per favorire la gratutità delle medesime prestazioni a qualche ospite del neo costituendo 'Eldorado-Italia!?). Troppe le prestazioni mediche per cui si è scelto di non avere clemenza, e troppo grande la fetta di popolazione 'indifesa' ed economicamente impreparata che si è vista ridurre la possibilità di non pagare prestazioni altrimenti aventi un costo troppo oneroso, rinunciando così alle normali visite di routine, e guadagnandosi una posizione di tutto rispetto nel 'ghetto dell'emarginazione' (altro che tempi della gherusía!), a beneficio dei 'bisognosi di oggi e di domani' che invece sfruttano la possibilità di ottenere servizi nuovi di zecca, partoriti dalla fantasia dei tanti paladini del nuovo senso di giustizia sociale, che tanti posti di lavoro sconosciuti all'ingegno umano (dicasi 'farlocchi') distribuiscono a chi nel Sud che va in frantumi, non sa più che pesci pigliare. Sta pur sempre di fatto, che qualcuno potrebbe indignarsi se in tutto ciò non venissero presi in considerazione i giovani, nonostante la loro ben giustificata inclinazione ad andar via. Ebbene, stando ai fatti, questi ultimi dichiarano una manifesta propensione che non esitano a giudicare ovvia, nel recarsi altrove per farsi praticare prestazioni mediche di una certa importanza, riservando al Chiello una posizione secondaria e destinandone il personale medico, per altro giudicato altamente qualificato almeno nella maggior parte dei casi - ma a quanto pare impossibilitato ad espletare come si converrebbe la propria professionalità - ad occuparsi di casi sanitari dalla minore criticità. Tutto ciò in relazione all'odierna mancanza di un'adeguata strumentazione (ricordiamo la sempre totale assenza di una sala di rianimazione, posta a pretesto della chiusura, tra l'altro, qualche anno addietro, del reparto di ostetricia) rea di fomentare condizioni di inadeguatezza nell'operare all'interno del nosocomio, in cui a rispondere alle prestazioni è ad oggi un esiguo numero di reparti, tra cui chirurgia (fiore all'occhiello del presidio, che al momento vanta celerità ed eccellenza nelle prestazioni erogate, nonché facilità di accesso circa la tempistica), nefrologia, medicina e ortopedia, e lasciando inoltre senza speranze la ripresa di quello che probabilmente si configurerebbe - in quanto a necessità, essendo direttamente coinvolto nella salvezza tempestiva di vite umane - come il più indispensabile dei reparti, ossia la cardiologia, che non riesce a risalire avvalendosi di un saldo punto di riferimento neanche facendo leva sullo stesso pronto soccorso per via della non rara irreperibilità del medico responsabile, e lasciando di conseguenza e in reiterate occasioni la telecardiologia come 'ultima spiaggia' nella diagnosi di eventuali patologie cardiovascolari; diagnosi la quale lamenta, inoltre, la carenza di esami della portata dell'ecocardiogramma da sforzo. Quanto negli anni ha avuto la sfortuna di essere dismesso, permane ancora, in via non del tutto eccezionale, nel dimenticatoio di una voluta mancanza di ripristino che favorisce il dirottamento - con lunghe code di attesa per chi non può permettersi di affrontarli pagando - di esami di una certa delicatezza, (gastroscopia, colonscopia, per citarne alcuni) verso il capoluogo ennese, e favorendo lo sviluppo ulteriore di una ben nota sanità privata. Via i giovani che cercano altrove l'eccellenza, questo non è e non dovrebbe comunque essere letteralmente un 'paese per vecchi', ma un' area geografica che si vuole civile e rispettosa delle basilari necessità nonché dei diritti delle fasce più deboli della popolazione, anziani in primis, che auspicano una ripresa del Chiello tale da nutrirsi di un sicuro potenziamento dei reparti e di una capillare efficienza nell'assistenza specialistica e ambulatoriale, e che non debba soffrire, a distanza di tempo, delle conseguenze della storica cattiva gestione perpetrata dalla politica, facendo sì da equipararne l'imponente struttura situata all'ingresso nord della città, a quella sterile di una cattedrale nel deserto. Ambra Taormina

venerdì 21 ottobre 2016

Punto e Virgola di Ambra Taormina - Informazioni Turistiche....

Reduce dall'impresa più ardua mai vissuta finora: dare informazioni ad un turista quasi sicuramente di nazionalità francese che, un po' confuso di primo acchito, ha appena condiviso con me (e ovviamente altri passeggeri) un viaggio a bordo del noto vettore dell'EtnaTrasporti. Per la lingua direte voi!? Ma certo che no!...non fosse che, a parte un bel 10 e lode di cuore in conoscenza dell'italiano, il suddetto visitatore 'in erba' alla volta del borgo medievale più suggestivo del centro Sicilia (o quantomeno quello che dovrebbe essere tale!) si mostrava curioso ed incalzante circa cosa avrebbe potuto esplorare oltre alla più famosa Villa del Casale (''più famosa', poi...non so perché!). Al che mi sono sentita felicemente ben disposta nel potergli proporre di lasciarsi avvincere da una rigenerante passeggiata per i quartieri antichi della città, laddove avrebbe potuto non di rado cedere al fascino di un'eccezionale monumentalita' urbana, mentre nel frattempo, e con parecchio disappunto, mi frullava in mente la miriade di immagini dei portali sbarrati di chiese chiuse dall'incuria e lasciate alla mercé dei colombi (volatili oltretutto malvisti!)!...poi, al momento di propagandare il Duomo che domina con la sua mole imponente il panorama cittadino, fui come accecata (in perfetto stile San Paolo[quando non era ancora santo]sulla via di Damasco, dall'obbrobrioso ricordo dell'impalcatura che regge, a memoria sempiterna, un fianco della facciata dello stesso. Ma la criticità imposta dal momento, fu destinata a crescere nello stesso momento in cui mi vidi costretta ad elencare l'esiguo numero di musei che, senza nulla voler togliere a chi con la buona volontà ci lavora, sono un po' il risultato di un estremo e apparente tentativo di aggrapparsi alla vita cittadina di un presunto centro turistico, quasi al pari di un movimento involontario e istintivo di una parte del corpo di un soggetto in stato di coma. Spero, indicazioni a parte sugli orari dei pullman e degli sparuti taxi in circolazione, di aver sfoderato una buona favella propagandistica in favore della città in cui, non sapendo più che pesci pigliare, ci si dedica ad ereditare il molto sinistro 'fascino' della molto tristemente leggendaria 'banda dei sassi dal cavalcavia', così...tanto per passare un po' la vita...

SI PENSAVA-ERRONEAMENTE-CHE MAI E POI MAI A PIAZZA ARMERINA POTESSERO VERIFICARSI FATTI CRIMINALI COME QUELLI OCCORSI GIORNI FA AD INCOLPEVOLI AUTOMOBILISTI ALL'USCITA DELLA GALLERIA LATO VILLA GARIBALDI.....CHE FINE HA FATTO IL SISTEMA DI VIDEOSORVEGLIANZA FINANZIATO DALLA COMUNITA'ECONOMICA EUROPEA ? IL SINDACO -DOPO GLI ENNESIMI ATTI VANDALICI ALLA VILLA GARIBALDI ORMAI LUOGO DI FREQUENTAZIONI DI BALORDI E SPACCIATORI COSA INTENDE FARE?

Da "La Repubblica.it" Primo caso nell'86 sulla SP Milano-Lentate uccisa una neonata Da allora, ogni tanto, il fatto si è ripetuto. Altra vittima nel 2002 a Napoli La prima vittima quasi vent'anni fa la triste teoria dei lanciatori di sassi Il processo e la condanna (18 anni e 4 mesi) per i fratelli Furlan ROMA - E' costellata di precedenti anche luttuosi la triste 'moda' di lanciare sassi dai cavalcavia di strade e autostrade: un gesto che per emulazione si è ripetuto più volte, a cadenze più o meno ravvicinate, con fatti di cronaca che hanno investito a macchia di leopardo tutta la Penisola. Risale al 22 aprile 1986 la prima vittima accertata colpita dal lancio di un sasso: è la piccola Maria Jlenia Landriani, di appena due mesi e mezzo. Dormiva in braccio alla madre quando fu raggiunta da un masso lasciato cadere dal cavalcavia della provinciale Milano-Lentate. Sempre nell'86, il 24 novembre, Giuseppe Capurso, di 40 anni, finì fuori strada nei pressi di Molfetta (Bari) dopo essere stato centrato da un sasso sulla A/14. Il 13 febbraio del '91, due anziani coniugi, Domenico Fornale, 70 anni, e Rosa Perena, 69, persero la vita sull'autostrada del Brennero dopo che il loro parabrezza era andato in frantumi colpito da alcuni sassi. Da ricordare anche le morti di un uomo sulla A/14 nei pressi di Giovinazzo (18 aprile '93), di Monica Zanzotti ancora sull'A/22 il 29 dicembre del '93. Tre anni dopo, il 27 dicembre del '96, Maria Letizia Berdini viene uccisa sulla Torino-Piacenza. Il processo di secondo grado, chiuso il 19 luglio 2000, vede le condanne a 18 anni a 4 mesi dei fratelli Franco, Paolo e Alessandro Furlan e del loro amico Paolo Bertocco, mentre Gabriele Furlan viene assolto. L'episodio, purtroppo, non rimane isolato ma, al contrario, viene subito seguito da altri sconsiderati gesti emulativi: un caso si registra il 31 dicembre 1996 ad appena quattro giorni di distanza dalla notizia; e poi altri nove casi nei quattro giorni successivi, per fortuna senza conseguenze fatali.
Da "La Repubblica.it" Il 22 luglio 1998, in Lombardia nei pressi di Orzinuovi tra Mantova e Brescia lungo la statale 668 i sassi lanciati da alcune persone dal cavalcavia colpiscono una decina di auto in corsa e un automobilista rimane ferito. Il 24 febbraio 2000 sull'autostrada A10 in Liguria, tra Voltri e Pegli, un sasso centra un tir, mandando in frantumi lo sportello della cabina di guida: il camionista se la cava con tagli leggeri. Il 17 agosto 2000, ancora in Lombardia, sulla strada statale 510 all'altezza di Rodengo Saiano, in provincia di Brescia, un sasso rompe il parabrezza di una Opel Kadett e ferisce due sorelle. Il 27 maggio 2001, in Valtellina sulla statale 38 nei pressi di Castione Andevenno in provincia di Sondrio sono dieci le auto colpite. Ad avere la peggio è un giovane di 22 anni, Andrea Bassi che perde un occhio. Il giorno dopo, la polizia ferma due persone, pregiudicati per droga e altri reati. Pochi giorni dopo, il 30 maggio 2001, questa volta in Sardegna sulla strada statale Arzachena-Olbia, un pesante masso sfonda il parabrezza dell'auto e colpisce in pieno volto il giovane autista, che sbanda finendo fuori strada: ferito gravemente, viene operato d'urgenza all'ospedale civile di Sassari. La prognosi è riservatissima ma non morirà. Il 13 giugno 2001, ancora nell'isola, una pietra killer viene lanciata dal cavalcavia alle porte del paese di Fonni, in provincia di Nuoro, contro un automezzo della polizia, blindato, in servizio di perlustrazione: illesi gli agenti. L'anno seguente, il 15 ottobre 2002, la paura si trasferisce in Veneto, con episodi segnalati a San Donà di Piave e a Jesolo. Ancora una vittima, l'1 giugno 2002 in Campania: una donna, Rosa Miscioscia di 48 anni di Afragola, muore per le gravi ferite riportate dopo essere stata colpita da un oggetto metallico 'caduto' da un cavalcavia lungo l'autostrada Roma-Napoli: è rimasta l'incertezza che sia stato lanciato da qualcuno o caduto accidentalmente. Il 17 dicembre 2003 ennesimo episodio, questa volta in Umbria sul raccordo della superstrada Orte-Terni, nelle vicinanze di Nera Montoro: a essere lanciato da sconosciuti è un masso pesante 4 chilogrammi che colpisce un furgone Mercedes: l'autista riporta ferite al torace e alle mani. Il 14 gennaio 2004 a fare le spese della tragica 'moda' è addirittura il responsabile della Sicurezza stradale dell'Assindustria di Palermo, Giovanni Teresi a bordo di un'Alfa 166 mentre su una Fiat Brava viaggia un suo dipendente: le due auto sono colpite in Lombardia, sull'autostrada Milano-Brescia. Per fortuna, tuto si risolve solo con una grande paura. L' 1 marzo 2004 i 'teppisti' cambiano bersaglio: in Campania, i sassi lanciati dal cavalcavia ferroviario colpiscono un treno che transita nei pressi di Terzigno, centro dell'area vesuviana: ferito un uomo. Ancora treni nel mirino il 21 gennaio 2005, in Puglia. Due ragazzi minorenni vengono colti in flagranza dai carabinieri mentre hanno ancora le pietre in mano sul cavalcavia di Trinitapoli, in provincia di Foggia, dove passa un treno regionale e il 'pendolino' Bari-Foggia, entrambi costretti a fermarsi. Quindi, l'ultimo gravissimo episodio il 13 agosto, nei pressi di Cassino, in provincia di Frosinone, con un masso di 40 chilogrammi lanciato dal cavalcavia sull'autostrada Roma-Napoli, che ha portato alla morte di un uomo e al ferimento di altre sei persone. (13 agosto 2005)

lunedì 17 ottobre 2016

COSTITUZIONE DELLA REPUBBLICA ITALIANA - Articolo 32 La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.

COMUNICATO STAMPA Coordinamento Comunale Piazza Armerina
In qualità di Portavoce provinciale di FDI AN e cittadino piazzese esprimo, congiuntamente ai Dirigenti e simpatizzanti del partito, la forte contrarietà al paventato provvedimento di chiusura dell’Unità di Pronto Soccorso del Presidio ospedaliero “M.Chiello” di Piazza Armerina in relazione al piano di rientro della rete ospedaliera Siciliana che anziché migliorare l’assistenza sanitaria la peggiorerà irreversibilmente mettendo a repentaglio la vita stessa dei Cittadini. Per decenni la sanità siciliana è stata terreno di lottizzazione e clientele dove tutti, da destra a sinistra, hanno attinto con nomine e convenzioni , spesso oggetto delle attenzioni della magistratura, accumulando debiti e sprechi di una classe politica che ha badato al proprio interesse speculando sulla salute dei Cittadini. La politica, quella onesta , seria e concreta, deve trovare delle soluzioni tagliando i veri rami secchi e improduttivi del sistema e magari rivedendo i lauti compensi di Manager e dirigenti piuttosto che operare tagli scriteriati chiudendo reparti e ospedali frutto pregresso e anche attuale della “mala amministrazione sanitaria”. Ancora ci sono i margini temporali per poter programmare tutto il settore senza venir meno alle indicazioni nazionali e con l’armonica collaborazione di tutte le forze sociali, economiche e culturali dei Comuni interessati al ridimensionamento come Piazza Armerina,Leonforte e Nicosia si potranno trovare soluzioni ottimali per sostenere una efficiente rete ospedaliera nella provincia di Enna. A Piazza Armerina, secondo centro dell’ennese e fra le mete principale del turismo siciliano, il provvedimento, qualora realizzato, penalizzerebbe ulteriormente il territorio nonostante lo storico Ospedale Piazzese vanti un consistente bacino di utenza( Barrafranca, Pietraperzia, San Cono,Aidone, Valguarnera, Aidone, San Michele di Ganzeria, Mirabella Imbaccari, Castel di Iudica, Raddusa ) con un notevole numero di ricoveri, grazie all’alta professionalità del personale medico, infermieristico e ausiliario che opera con pesanti carenze di organico , di apparecchiature e materiale clinico/sanitario. A fronte di questi evidenti problemi il Personale ospedaliero è diuturnamente impegnato con spirito di abnegazione e non sono poche le vite umane salvate in questi anni dall’ Unità di Pronto Soccorso . Innumerevoli gl’interventi del 118 e dell’elisoccorso, servizi basilari ed essenziali che non si possono mettere in discussione seguendo i parametri meramente ragioneristici dell’Ass.to regionale alla sanità. Ritengo che insieme alle Cittadinanze di Leonforte e Nicosia , si debba creare una vasta mobilitazione popolare mettendo in essere forme democratiche e civili di protesta per non abbassare la guardia e l’attenzione sul problema in considerazione del silenzio che avvolge la regione siciliana in previsione delle elezioni regionali del 2017, strumentale tatticismo per non perdere voti dall’elettorato. Bisogna urgentemente individuare delle formule che, pur nell’oggettiva rivisitazione dei reparti di questi Ospedali, garantiscano l’immediato intervento , specie quelli di natura chirurgica e cardiologica, con il loro potenziamento anziché di chiusura, creando strutture snelle e efficienti. Gli Ospedali devono sempre garantire i servizi essenziali in H24 e con una nuova logica di razionalizzazione delle risorse finanziarie e professionali sarà certamente possibile mantenere in vita questi piccoli ma indispensabili presidi territoriali. Concentrare reparti e scelleratamente i Pronto Soccorso allOspedale Umberto I di Enna – ammesso che qualche paziente abbia il tempo e la fortuna da arrivarci vivo -creerebbe file e caos prevedibili peraltro già verificatisi nei mesi scorsi e di cui si è occupata la stampa locale. Il “Diritto alla salute” dei Cittadini non può essere messo in discussione da nessuno ed è un punto cardine della nostra Costituzione e non può essere disatteso e calpestato. Le distanze chilometriche, la disagiata percorribilità stradale non consentirebbero il rapido ricovero soprattutto nei casi dove la tempestività della diagnosi e le appropriate terapie salverebbero vite umane. E non ci vengano a raccontare che esiste la telemedicina perché la diagnosi e l’intervento “de visu” è ben altra cosa rispetto ai dati trasmessi in modo virtuale. Pertanto di concerto con Tutte le altre Forze politiche, sindacali, di categoria, sociali e culturali siamo pronti ad intraprendere e condividere ogni forma di azione politica e popolare, civile e democratica a difesa e tutela degli interessi della Collettività Piazzese e di tutto il territorio comprensoriale. Fabrizio Tudisco

sabato 1 ottobre 2016

La Polizia di Stato del Commissariato di Piazza Armerina ferma due extracomunitari ubriachi in Piazza Senatore Marescalchi.

Grazie al pronto intervento di una pattuglia della Polizia di Stato di Piazza Armerina , a due extracomunitari in evidente stato di ebrezza è stato impedito di continuare a disturbare la quiete dei passanti dopo aver infastidito alcuni studenti sull’autobus in servizio tra Aidone e Piazza Armerina. Al fatto, accaduto ieri mattina (30/09/2016), ho assistito casualmente trovandomi in Piazza Stazione dopo che gli Agenti erano stati allertati dal gestore di un distributore di carburante nei pressi del capolinea degli Autobus . Purtroppo questi episodi si stanno ripetendo frequentemente e preoccupano non poco studenti e viaggiatori che giornalmente utilizzano i mezzi di trasporto pubblici. Pare inoltre che ci siano extracomunitari che, allontanandosi dai centri di accoglienza per andare a trovare altri connazionali nei paesi viciniori ,si rifiutano di pagare il biglietto della corsa minacciando gli autisti degli autobus. Qualora rispondesse al vero necessitano , da parte del Prefetto e della Questura, immediati controlli di prevenzione con provvedimenti di allontanamento di questi soggetti dal territorio provinciale. I costanti e inarrestabili flussi migratori , dopo che il governo di Renzi e Alfano, non è riuscito ancora a trovare una concreta soluzione al problema, con l’ Europa sempre più intenzionata a chiudere le frontiere, stanno creando un forte disagio sociale con la evidente discriminazione di trattamento tra Italiani ed extracomunitari e d’insicurezza non più tollerabili dalle nostre Collettività e che mettono a dura prova le stesse Forze dell’Ordine. Polizia , Carabinieri e Guardia di Finanza , con grande abnegazione ,alta professionalità e pochi strumenti operativi, sono diuturnamente impegnati a fronteggiare il crimine comune ma anche il controllo di tanti soggetti extracomunitari inclini a delinquere piuttosto che ad una vera integrazione nella nostra Provincia. Pertanto chiedo a Tutti i Sindaci della provincia di Enna, di svolgere un costante monitoraggio sulla presenza degli extracomunitari nei vari centri di accoglienza e soprattutto di non trascurare, segnalando immediatamente alle Autorità competenti, ogni episodio di turbamento della sicurezza pubblica. Fabrizio Tudisco Portavoce Provinciale FDi AN