lunedì 26 maggio 2014

ANALISI DEL VOTO TRA SOSTANZA ED APPARENZA di Antonio Monopoli

Le elezioni europee alla fine sono state celebrate ed il risultato per “Fratelli d’Italia - Alleanza Nazionale” mostra che oltre un milione di italiani ha creduto nella proposta portata avanti dal nostro partito. Il clima che si registra in queste ore è però quello dell’amarezza per non aver superato il quorum del 4% che avrebbe consentito di ottenere dei rappresentanti nel parlamento europeo. Quest’atteggiamento emotivo, ben comprensibile, deve però una volta che sarà passato il primo momento di delusione lasciare il posto ad un’analisi razionale di questi risultati; per far ciò partiamo da una serie di considerazioni importanti: 1) FdI-AN cresce sensibilmente rispetto ai voti ottenuti nelle ultime elezioni politiche. 2) se osserviamo le percentuali ottenute dai vari partiti si nota come FdI-AN rientri nel gruppo di coloro che hanno ottenuto un consenso significativo infatti quasi quattro elettori su cento hanno scelto questa formazione politica, mentre il partito che segue ha preso appena una frazione di unità. 3)dobbiamo considerare come aver fissato il limite dello sbarramento al quattro percento sia un limite arbitrario che non risponde a nessun criterio naturale ed è frutto di una pura convenzione. A cosa portano, quindi queste considerazioni? La verità e che non dobbiamo cadere in un’analisi burocratica del voto viziata dall’idea che l’unica cosa da considerare sia il numero di rappresentanti espresso. Questa visione limitata e limitante avrebbe senso in un partito i cui militanti avessero l’unico interesse di spartirsi più o meno grandi briciole di potere e clientelismo, ma in un partito il cui scopo primario è portare avanti delle idee in cui si crede e per le quali si è disposti a fare dei sacrifici l’analisi deve essere più intelligente e squisitamente politica. FdI-AN è un partito che sta crescendo e quindi non si può chiedere al giovane rampante rampollo del centrodestra di essere già ai livelli di chi da decenni calca la scena politica, ciò che gli si deve chiedere è, invece, di essere coerente con il trend di crescita e cioè di aumentare gradualmente il numero dei consensi, cosa che è nei fatti e sotto gli occhi di tutti. Il risultato ottenuto da FdI-AN è quindi una “sconfitta” formale , ma una vittoria sostanziale perché contiene in sé il pegno delle future vittorie ed affermazioni. Il contadino accetta che dopo aver piantato un albero occorra un certo periodo di tempo per poterne raccogliere i frutti ed in questo tempo di paziente attesa la sua attenzione è volta ad accertarsi che spuntino le gemme e che queste si schiudano in fiori, ecco oggi è il tempo delle gemme e dei fiori pegno dei futuri frutti. Siamo saggi come il contadino: curiamo il nostro albero con passione ed impegno rallegrandoci dei suoi progressi ed avendo la pazienza e l’intelligenza di continuare a lavorare anche nel tempo dell’attesa. Antonio Monopoli ·

Pochi..ma buoni

APiazza Armerina abbiamo ottenuto il 3,34 % con 206 voti di lista ei tutta la provincia il 3,30 con 1486 voti...pochini se applichiamo la legge dei numeri. Grazie comunque a Tutti coloro che hanno creduto e credono in questo Partito che, ricordiamolo, non ha Ministri, Sottosegretari, Eurodeputati o Deputati regionali e non dispensa favori, incarichi o posti di lavoro. Siamo ancor più determinati a Piazza Armerina e in tutto il territorio provinciale a continuare il nostro impegno politico certi che la passione e l'entusiasmo, prima o poi, saranno ripagati dall'elettorato con risultati numericamente più rilevanti.

venerdì 9 maggio 2014

IL PROGRAMMA DI FDI-AN PER LE ELEZIONI EUROPEE 2014 - IN EUROPA A TESTA ALTA

1. SCIOGLIMENTO CONCORDATO DELL’EUROZONA L'Euro è l’unica moneta nella storia emessa in assenza di uno Stato di riferimento e applicata ad aree economiche non omogenee tra loro, per questo risulta una valuta troppo forte per alcuni e un fattore di recessione per quasi tutti gli stati dell'Eurozona, Italia compresa. La sua circolazione ha finora premiato solo la Germania e pochi altri Paesi a lei legata, che hanno goduto di un vantaggio competitivo, provocando recessione e disoccupazione negli Stati con economie tarate su sistemi economici diversi. L'Euro e le sue regole si sono purtroppo rivelati un fattore di disgregazione dell'unità europea, anziché un elemento di rafforzamento della solidarietà tra i popoli d'Europa. Per queste ragioni, Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale si impegna a farsi promotore nel prossimo Parlamento europeo di una Risoluzione comune a tutti i gruppi “eurocritici”, per spingere la Commissione europea a procedere allo scioglimento concordato e controllato dell’Eurozona. In questo modo il processo di integrazione europea potrà procedere senza traumi e senza che sorgano nuove tensioni all’interno della UE. Nel caso questa strada non fosse perseguita dalle Istituzioni e dalle cancellerie europee e venisse confermata l'indisponibilità ad un cambio di rotta radicale, l'Italia deve avviare una procedura di recesso unilaterale dall'Eurozona. Nonostante tutte le sollecitazioni e il moltiplicarsi delle critiche all'attuale gestione della politica monetaria europea, espresse perfino da sette premi Nobel per l’economia, la Germania, il cancelliere tedesco Merkel e i suoi alleati non hanno mostrato nessuna disponibilità a rinegoziare i Trattati economici e ad adottare contromisure efficaci per uscire da questa situazione. Il motivo è molto semplice: la Germania non ha alcun interesse a modificare un assetto che, dal 2001 a oggi, le ha consentito di migliorare tutti i propri indicatori macroeconomici a discapito delle economie degli altri paesi membri. L’unica ipotesi fino ad oggi formulata da ambienti tedeschi per trasformare la Banca Centrale Europea in prestatore di ultima istanza e per emettere Eurobond è quella inaccettabile di creare il “Fondo europeo di redenzione” in cui gli Stati con maggiore debito pubblico dovrebbero conferire la parte di debito eccedente il 60% ponendo a garanzia tutti i principali asset pubblici. In altri termini, secondo questo progetto per ora bloccato, l’Italia dovrebbe rinunciare alla propria sovranità sui patrimoni nazionali (beni demaniali, parchi e coste, quote azionarie delle partecipazioni statali) per garantire i prestiti della Bce e il rispetto del Fiscal Compact. Queste e altre constatazioni hanno contribuito a creare in Europa una grande corrente di pensiero – composta non solo da movimenti antagonisti ma anche da economisti ed esponenti politici moderati – favorevole a uno scioglimento concordato e controllato dell’Eurozona. Le ipotesi sostitutive possono essere molteplici: si va dalla fuoriuscita dall’euro di blocchi di Stati (il blocco dei Paesi più “deboli” o il blocco dei Paesi più "forti"), al ritorno alle monete nazionali all’interno di un sistema monetario a cambio variabile, fino alla nascita di due aree monetarie, una dei Paesi del Nord e l’altra dei Paesi del Sud. Tutto questo fino ad ora è stato demonizzato dai più importanti organi d’informazione e respinto aprioristicamente dai due principali blocchi politici europei, quello social-democratico e quello popolare. Fratelli d’Italia–Alleanza Nazionale per questo motivo ha deciso di uscire dal Partito Popolare Europeo, troppo condizionato dalla Cdu tedesca del cancelliere Angela Merkel, volgendo la propria attenzione alla vasta galassia di partiti e gruppi parlamentari “eurocritici”. L’obiettivo futuro è quello citato: rappresentare con tutti coloro che non vogliono avere un approccio dogmatico con l’Europa, un fronte maggioritario in grado di imporre questa svolta necessaria. Noi crediamo nell’Europa, ma proprio per salvare il percorso dell’integrazione europea riteniamo necessario rompere il tabù della rinuncia alla moneta unica. Nelle attuali condizioni cancellare l’Eurozona è la condizione preliminare per portare l’Europa fuori dalla recessione e l’Italia fuori dalla crisi. L’Italia deve attuare radicali riforme per tornare ad essere competitiva, tagliando le tasse e riducendo tutti gli sprechi e le inefficienze, ma questo sforzo sarebbe inutile o addirittura nocivo se non venisse accompagnato da un recupero della sovranità nazionale in campo economico e monetario. L'uscita dall'Euro e dalla gabbia dei suoi vincoli consentirebbe all'Italia di recuperare considerevoli risorse per sostenere investimenti, crescita e occupazione. 2. REVISIONE DEI TRATTATI: SOSPENSIONE DELLA PARTECIPAZIONE DELL'ITALIA AL FISCAL COMPACT E AL FONDO SALVA-STATI (ESM), LIMITAZIONE DEGLI EFFETTI DEL PATTO DI STABILITÀ E CRESCITA Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale ritiene che l'Italia debba sospendere unilateralmente la propria partecipazione al Trattato di bilancio europeo, noto come Fiscal Compact, che in nome delle politiche di rigore promosse dalla Germania, dal 2015 ci obbligherà a manovre “lacrime e sangue” di circa 50 miliardi all'anno per almeno 20 anni, mettendo in ginocchio la nostra economia e impoverendo ulteriormente le famiglie. Il Fiscal Compact, secondo una opinione sempre più diffusa che trae spunto dagli scritti del giurista Giuseppe Guarino, non sarebbe un trattato valido perché in contrasto con i Trattati su cui si fonda l’Unione europea e con il diritto dell’Unione europea. In particolare l’obbligo di pareggio o avanzo di bilancio da parte della Pubblica Amministrazione di uno Stato contraente, è da considerarsi non conforme e pertanto non legittimo, in quanto il Trattato della UE firmato a Maastricht (TUE) all’art. 104 c) prot. 5, e il Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea di Lisbona (TFUE) all’art. 126 (ex 104), fissano invece al 3% il limite deficit-Pil dell’indebitamento annuale consentito. Con il Fiscal Compact, è stato pertanto palesemente violato il Trattato istitutivo della UE unitamente al TFUE che ne ribadisce, al citato art. 126, i limiti dell’indebitamento. Un’altra motivazione per puntare allo scioglimento concordato dell'Eurozona è quella di liberare l'Italia dall’obbligo di contribuire al Meccanismo Europeo di Stabilità (MES), meglio conosciuto come Fondo Salva-Stati. L'Italia ha sottoscritto quote per il 18% del capitale del MES (che a regime avrà un capitale di 700 miliardi di Euro) impegnandosi per oltre 55 miliardi di Euro, aumentando significativamente il proprio debito pubblico. Eppure l’Italia non potrebbe utilizzare questo strumento, perché un Fondo di tali dimensioni sarebbe a malapena sufficiente per salvare Paesi come la Grecia e forse il Portogallo, ma non il nostro Paese, il cui debito supera abbondantemente i 2000 miliardi di Euro. La quota totale che l’Italia deve versare al MES è di 125 miliardi di euro, ad ora l’Italia ha versato 55 miliardi. In questo momento con le quote raccolte dal MES vengono investite solo in titoli di Stato AAA, quindi il MES sta comprato bund tedeschi. In poche parole l’Italia ha pagato per far sì che lo spread tedesco cali! L’attuazione delle regole del MES (che è di fatto una organizzazione internazionale con sede a Lussemburgo) pone anche questioni di costituzionalità in quanto il MES può avanzare al nostro Paese illimitate richieste di ricapitalizzazione, in aggiunta ai 125 miliardi di euro iniziali, senza il preventivo parere del Parlamento, ovvero senza il consenso democratico. Questo mentre in Germania è previsto il voto del Parlamento per autorizzare ulteriori ricapitalizzazioni. Infine Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale chiede una drastica riduzione degli effetti sull’Italia del Patto europeo di Stabilità e Crescita. Infatti, con l’obiettivo di limitare l’indebitamento degli Stati, questo Patto impone ai Paesi membri un tetto alle spese per investimenti, a prescindere dalla virtuosità e dalla necessità di questi investimenti. Il risultato è che oggi in Italia gli Enti locali, per effetto del “Patto di stabilità interno” (ovvero la ripartizione dei vincoli del Patto europeo tra lo Stato e gli Enti locali), hanno nelle loro casse 17,5 miliardi che non possono utilizzare. Questo divieto, pena pesanti sanzioni, sussiste anche per investimenti necessari, come quelli per combattere il dissesto idrogeologico, per prevenire i disastri causati dagli eventi sismici, per restaurare i beni culturali e per garantire la sicurezza degli edifici pubblici come le scuole. Per questo motivo è necessario che l’Italia ottenga dalla Commissione europea l’esclusione dal Patto di stabilità di tutti gli investimenti necessari a rilanciare la crescita e a garantire la sicurezza dei cittadini. 3. RIPRENDIAMOCI LE CHIAVI DI CASA NOSTRA: PIÙ ORGOGLIO ITALIANO IN EUROPA, MENO INGERENZA EUROPEA IN ITALIA, MENO BUROCRAZIA ED EUROSPRECHI Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale s’impegna a costruire a Bruxelles una squadra di rappresentanti presenti, competenti, consapevoli e orgogliosi di rappresentare una grande Nazione. Tutti gli italiani presenti negli organismi dell’Unione devono “fare squadra” per difendere gli interessi degli italiani, al di là delle differenze politiche e culturali. Oggi l'80% delle leggi nazionali deriva direttamente dall'applicazione di norme decise a Bruxelles, con l’aggravante che queste norme sono state elaborate durante decenni di scarsa presenza e incisività dell’Italia nelle istituzioni europee. Eurodeputati assenteisti, dirigenti e funzionari italiani abbandonati a se stessi, atteggiamenti rinunciatari dei nostri governi, più attenti ad ottenere la benedizione dei tecnocrati di Bruxelles che a difendere gli interessi nazionali: questa la situazione che ci ha caratterizzato per decenni. Il nostro obiettivo è quello di impedire continui ed impropri condizionamenti dell’Unione europea sulle nostre politiche nazionali, lavorando con largo anticipo per prevenire conseguenze negative delle direttive di Bruxelles. Saremo un pungolo per tutti i governi in carica per costringerli al massimo impegno per difendere i nostri interessi nazionali. Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale si batte per semplificare la legislazione europea e combattere l'eccesso di regolamentazione e di burocrazia, per alleggerire gli oneri che gravano sulle imprese. Nel rispetto del principio di sussidiarietà, l'Ue deve attenersi a legiferare solo dove necessario senza ingerire in questioni di competenza degli Stati. Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale intende lottare contro gli sprechi nell'Ue, ribadendo la sua contrarietà alla doppia sede del Parlamento Europeo (Bruxelles - Strasburgo), la necessità di procedere alla chiusura di enti inutili come il Comitato Economico e Sociale, il Comitato delle Regioni e ad un ridimensionamento del corpo diplomatico europeo (il cosiddetto Servizio di Azione Esterna) che, pur in assenza di una politica estera comune, conta migliaia di burocrati in giro per il mondo pagati lautamente dal contribuente. 4. COOPERAZIONE EUROPEA PER CONTRASTARE L'IMMIGRAZIONE SELVAGGIA L'Italia è sottoposta ad un flusso costante di migliaia di disperati in fuga dalla fame e dalla guerra. Il ministro dell’Interno Alfano, dopo aver contribuito in modo determinante a cancellare il reato di immigrazione clandestina dall’ordinamento italiano, ha “scoperto” che sono circa 600.000 gli immigrati che possono sbarcare sulle nostre coste. Eppure l'Italia e gli altri Stati mediterranei sono stati abbandonati dall'Unione europea, che si è rifiutata di organizzare e finanziare un programma comune per contenere gli sbarchi e garantire solidarietà alle persone in pericolo di vita. Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale si batte per l'introduzione di meccanismi vincolanti per la redistribuzione dei richiedenti asilo e rifugiati tra gli Stati dell'Ue e per la revisione della regolamentazione di Dublino affinché sia cambiato il principio secondo cui l'accoglienza dell'immigrato spetta esclusivamente allo Stato di primo approdo. Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale chiede inoltre che l’Italia pretenda dall’Europa la “clausola della Nazione più esposta”: visto che siamo una Nazione di frontiera, che sia previsto che l’Italia applichi automaticamente la normativa più restrittiva tra quelle in vigore nell'Unione Europea. Perché mentre in Italia si allargano le maglie dell’immigrazione, le altre Nazioni europee applicano leggi sempre più severe. A cominciare dalla Germania che si accinge ad approvare una norma per espellere dai suoi confini i cittadini stranieri, anche europei, privi di lavoro da più di sei mesi. Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale richiede altresì la piena applicazione della direttiva 38/2004 che prevede l'espulsione degli immigrati comunitari che entro tre mesi dal loro arrivo in uno Stato membro non siano in grado di dimostrare di avere un regolare contratto di lavoro e risorse lecite sufficienti per il proprio sostentamento. 5. UN PROTEZIONISMO INTELLIGENTE: TUTELA DEL MADE IN ITALY E RECIPROCITÀ NEGLI ACCORDI COMMERCIALI CON PAESI TERZI Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale si oppone alla conclusione di accordi commerciali che eliminano dazi e tasse alle importazioni provenienti da paesi extra-Ue che non applicano norme sociali ed ambientali paragonabili a quelle che vengono imposte alle nostre aziende. Si tratta di un vero e proprio “dumping sociale ed ambientale” che provoca una concorrenza sleale nei confronti delle merci prodotte nel nostro Paese. A fronte di questa situazione bisogna applicare un “protezionismo intelligente” che imponga clausole di reciprocità nel commercio internazionale. Non si tratta di limitare la libertà del mercato ma di garantire che questo funzioni effettivamente attraverso regole produttive condivise, oppure in subordine attraverso l’introduzione di fattori di riequilibrio come dazi e tasse nei confronti dei paesi e delle imprese inadempienti. Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale chiede all’Unione Europea l'introduzione sistematica di regole che tutelino le denominazioni di origine e il Made in Italy dalla concorrenza sleale di prodotti contraffatti, o privi di garanzie igienico-sanitarie che penetrano nei nostri mercati in massicce quantità. Analoghi interventi vanno compiuti sui mercati internazionali per evitare gli effetti economicamente disastrosi dell’ “italian sounding”, ovvero prodotti che sembrano italiani ma che nulla hanno a che fare con l’Italia. 6. PIENA APPLICAZIONE DELLA DIRETTIVA SUL RITARDO DEI PAGAMENTI DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale chiede al governo italiano di adempiere agli obblighi previsti dalla Direttiva Ue sul ritardo dei pagamenti della pubblica amministrazione, saldando al più presto i debiti con le imprese. Il mancato rispetto della Direttiva che fissa a trenta giorni la scadenza per il pagamento delle imprese da parte della pubblica amministrazione rappresenta una piaga per il nostro sistema economico, specialmente per le Piccole e Medie Imprese, che onorano gli impegni con i fornitori ma rischiano il fallimento perché versano in perenne condizione di scarsa liquidità. 7. DIFESA DELLE RADICI CRISTIANE E DEI VALORI NON NEGOZIABILI DELLA VITA, DELLA PERSONA, DELLA FAMIGLIA Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale vede l'Europa come una comunità di valori prima che come uno spazio economico, per questo ne rivendica le radici cristiane ingiustamente rimosse dai suoi trattati costitutivi. Vogliamo un'Europa che promuova le sue identità, culture e tradizioni. Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale difende il diritto alla vita e la sacralità della famiglia, quale fondamento della società, contro il dilagante relativismo etico e culturale. Pur rispettando tutti gli orientamenti individuali contro ogni forma di discriminazione, Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale si oppone fermamente al tentativo delle sinistre di demolire il concetto di famiglia tradizionale, giungendo a sostituire le parole “mamma” e “papà” con i termini neutri "genitore 1" e "genitore 2". Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale difende le prerogative degli Stati Nazionali affinché non vengano compiute ingerenze da parte del legislatore europeo su questioni etiche o sul diritto di famiglia. 8. REGOLE EUROPEE CONTRO LA FINANZA SPECULATIVA E NASCITA DI UN’AGENZIA DI RATING EUROPEA La lotta contro le speculazioni finanziarie non si può più combattere solo all’interno degli Stati nazionali, ma deve trovare strumenti di contrasto e regole di carattere sovranazionale, nella cui definizione l’Ue può svolgere un grande ruolo. Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale chiede all’Ue di dotarsi di una normativa unica e stringente sui prodotti derivati e sui diversi strumenti speculativi, conducendo una trattativa decisa sui tavoli internazionali per estendere questa normativa a livello globale. Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale vuole la nascita di una Agenzia di rating europea che sia in grado di contrastare l’egemonia delle agenzie americane che con decisioni spesso immotivate determinano la fortuna o il disastro di interi comparti dell’economia reale, nonché il costo del servizio dei debiti sovrani. In ogni caso tutte le agenzie di rating devono essere chiamate a rispondere dei loro errori e dei loro giudizi che si rivelano infondati. 9. UN CENTRO NAZIONALE DI PROGRAMMAZIONE PER IL PIENO UTILIZZO DEI FONDI EUROPEI L'Italia continua a dare più di quello che riceve sui fondi comunitari, con uno squilibrio di più di 4 miliardi l’anno. Questa situazione è aggravata dalla nostra incapacità di utilizzare tutti i Fondi strutturali europei. Nel 2013, al termine dell'ultimo ciclo di programmazione, risultano ancora non utilizzati 11,5 miliardi, pari al 53,3% delle risorse disponibili. Ciò è dovuto anche alla lentezza burocratica delle nostre istituzioni nazionali e locali che spesso determina la perdita del possibile finanziamento. Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale chiede, come avviene in alcuni Paesi che hanno un ottimo rendimento nell’utilizzo dei fondi comunitari, l'istituzione di un Centro nazionale di programmazione, progettazione, formazione e costituzione di reti a favore di PMI, associazioni, comuni ed università. Questo Centro potrà contribuire ad ottenere migliori performance nell’utilizzo dei finanziamenti europei, sostenendo le aree più deboli del Paese. La nuova programmazione che si è aperta il 1 gennaio e che si concluderà nel 2020 deve vedere l'Italia protagonista e finalmente in grado di portare a casa tutti i fondi che sono a disposizione. Perché non sono “soldi europei” ma soldi degli italiani che mandiamo all'Europa e che devono tornare agli italiani. In questo quadro, con un negoziato supplementare, bisogna chiedere alla Commissione europea di inserire tra gli assi di finanziamento anche quelli che si attagliano maggiormente alla realtà italiana. Abbiamo bisogno di fondi europei per fronteggiare il dissesto idrogeologico, per prevenire i disastri causati dagli eventi sismici, per restaurare e valorizzare i beni culturali, per combattere l’erosione delle coste e per sostenere le microimprese che caratterizzano l’economia italiana. 10. ESCLUSIONE DALLA DIRETTIVA BOLKESTEIN DELLE CONCESSIONI PER PICCOLE E MEDIE IMPRESE Come sempre più spesso avviene nella definizione di regole di mercato a livello europeo e a livello nazionale, vengono lanciate iniziative di liberalizzazione e deregolamentazione che colpiscono non i grandi gruppi monopolisti ma le Piccole e Medie Imprese. Questo vale in particolare per le concessioni demaniali che riguardano il commercio su aree pubbliche e gli stabilimenti balneari. L’applicazione della Direttiva Bolkestein a questi settori significa annullare il valore di investimenti durati decine di anni e creare incertezza per il futuro, colpendo non solo le imprese ma anche il lavoro dipendente da esse prodotto. Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale si impegnerà nel Parlamento europeo per ottenere l’esclusione dalla direttiva Bolkestein del commercio su aree pubbliche, delle concessioni degli stabilimenti balneari e di tutti i settori in cui è in gioco il tessuto produttivo delle Piccole e Medie Imprese italiane. 11. DIFESA IN EUROPA DEL VALORE IDENTITARIO ED ECONOMICO DELL’AGRICOLTURA ITALIANA L’agricoltura italiana, il patrimonio agroalimentare che ne deriva, le risorse umane, culturali e sociali che essa innesca, oggi costituiscono uno dei principali asset del nostro Paese. Il carattere identitario e distintivo del nostro modello agricolo, la sua articolazione in termini di varietà e diversità di produzioni e la sua riconoscibilità e appeal a livello mondiale, vanno quindi preservati, protetti e accuratamente difesi a livello locale, nazionale ed europeo. Per raggiungere questo obiettivo Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale si impegna a lavorare con coerenza sulle regole di applicazione della nuova Politica Agricola Comune 2014-2020, nonché sul tema della trasparenza e dell’etichettatura dell’origine dei prodotti alimentari che troviamo sugli scaffali. È necessario affrontare con mezzi legislativi certi e sanzioni corrispondenti il fenomeno del “falso Made in Italy” (prodotti cioè la cui materia prima è di origine straniera, ma che vengono venduti come “prodotti italiani”), mantenendo alta la barriera contro gli organismi geneticamente modificati (OGM), correggendo le distorsioni delle filiere agricole a vantaggio delle piattaforme produttive e delle aziende agricole italiane, sostenendo il ruolo e la centralità dell’agricoltore “attivo” rispetto ai meccanismi di “rendita”. Tale impegno, che Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale fa proprio, ha una molteplicità di aspetti positivi: si ripercuote positivamente sul potenziale produttivo del Paese, rafforzandone la sovranità alimentare, si traduce in valore aggiunto economico sui mercati esteri, offre crescenti garanzie di sicurezza ai nostri cittadini consumatori, ripristina circuiti di legalità e fiducia nella società intera. Le spinte omologanti che originano da una globalizzazione priva di regole, cui spesso l’Europa si piega, contengono una minaccia anche per i fattori caratterizzanti l’impresa agricola italiana, che nella gran parte dei casi è di piccole o medie dimensioni, che vede nella famiglia il principale fattore di produzione, che per la sua natura “multifunzionale” svolge, e ancor più potrebbe svolgere, una funzione importante sotto il profilo della coesione sociale, dei servizi rivolti alla comunità, dello spirito di solidarietà. Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale si impegna a mettere in campo politiche di salvaguardia volte a frenare le ingerenze dei cartelli multinazionali, a rimodulare le direttive europee non corrispondenti alle esigenze nazionali, a rimuovere gli ostacoli di natura burocratica che frenano un pieno dispiegarsi delle potenzialità anche sociali del modello agricolo italiano. Vale, infine, una considerazione più estesa inerente il sistema Paese nel suo complesso: il nostro modello agricolo, in sovrapposizione al nostro patrimonio artistico e paesaggistico, ai nostri territori, possiede intrinsecamente una doppia virtù: non è delocalizzabile ed è fattore di “sostenibilità”. Pensiamo che questi due aspetti contribuiscano a farne una tessera indispensabile per un nuovo modello di sviluppo capace di produrre nuova ricchezza e nuova occupazione per il nostro Paese.

mercoledì 7 maggio 2014

Dalla pagina Facebook di Massimo Corsaro -

Abbiamo un Presidente della Repubblica novantenne che, dopo aver fatto il tifo per i carri armati sovietici in Ungheria, si rende tramite della svendita della Nazione alla finanza massonica internazionale. Un Capo del Governo che vive di battute, e ripropone le stesse ricette fallimentari dei suoi predecessori. Un ex leader che, rifuggendo lo specchio, finge che il tempo non sia passato e rischia di divenire la parodia di se stesso. Abbiamo il record di disoccupazione giovanile e di crisi produttiva delle imprese. Per qualche idiota, domenica prossima si celebrerà la festa della Genitore 1. Le carceri sono piene, e invece di costruirne di nuove rimettiamo in circolazione i delinquenti. Ci sono milioni di famiglie italiane che vivono al di sotto della soglia di povertà, ma secondo alcuni la priorità è abolire il reato di immigrazione clandestina,riempiendo le strade di disperati che per sopravvivere non potranno che delinquere. Un energumeno che dovrebbe essere associato alle patrie galere solo per la faccia che ha (a tutti dovrebbe essere fatto obbligo di leggere e studiare Lombroso prima di metter mano sulla Cosa Pubblica) decide in diretta tv se è quando far cominciare una partita di calcio. In questo contesto, l'allarme per molti media questa sera è rappresentato dall'aver scoperto che, durante la commemorazione di un ragazzo di 17 anni assassinato a sprangate sulla testa da 4 canaglie comuniste, Roberta Capotosti ha esibito il braccio teso. MA ANDATE A CAGARE!