martedì 18 luglio 2017

Punto e Virgola di Ambra Taormina - Piazza Armerina, the day after: Il silenzio dei buonisti

"Il silenzio è d'oro". Questa, è una massima difficilmente adattabile al mondo degli uomini; ma, credetemi, deve saperlo bene chi, invece, almeno una volta nella vita, ha provato ad aggirarsi per una cella frigorifera. Le carcasse dei malcapitati animali appese in fila, o - nel migliore dei casi - i formaggi freschi di un'industria casearia stipati in ordine al riparo dalla calura deteriorante, emanano la freschezza decorosa del silenzioso rispetto. Lì hai sempre ragione, anche quando ce l'hai per davvero; nessuna contraddizione banale e faziosa, forzata come pungono le zanzare d'estate. Un po' come oggi i piazzesi veri, quelli del G580 DOC, si sono svegliati sotto il sole di luglio con presto scoperchiata la cappa opprimente del buonismo ortodosso. Si sente un po' più caldo? Paradossalmente no: ci si sente totalmente appagati dal fresco dello stare dalla parte del giusto. Alla luce dei fatti verificatisi nella giornata dello scorso lunedì, benedetti da un sovvertimento ready-made dei cardini della dimensione sociale e civile, italiana ed armerina, provocati da chi abusa delle moderne conquiste del fare europeista, da chi si barrica dietro all'abuso di...'Dublino!' e prima ancora di...'Ginevra!' - non nomi comuni, ma sempre più impopolari convenzioni scadute nell'anticonvenzionale e nel cattivo gusto - è aperta e dichiarata la lotta al sacrosanto diritto di recuperare la buona fede nel quieto vivere. Nessuna psicosi in atto, nessun disagio cerebrale. Semplicemente, la gente che lamenta il degrado diffuso di cui unica colpevole è l'incontrollata presenza sul territorio di clandestini mascherati da profughi e rifugiati richiedenti asilo - in numero ben maggiore rispetto alla proporzione prevista in origine di tre migranti ogni mille abitanti, e in fuga da fantomatiche guerre di cui stranamente i media non parlano - è la stessa che accusa il colpo di non sentirsi più a proprio agio in casa propria. La stessa fetta di popolazione stanca di vedersi minacciata da presenze senza identità e dal dubbio passato - per gran parte addirittura sconosciuto al suolo italiano su cui poggiano i piedi - e che in queste ore rende meritato omaggio alle forze dell'ordine, paga dell'operato di pronto intervento andato a buon fine, ma non senza problemi, contro un gruppo di sovversivi provenienti da Nigeria, Guinea, e Chad resisi responsabili di disordini cittadini in stile Mau Mau nei villaggi del Kenya ai tempi del colonialismo, e che in tutta Italia ha purtroppo l'aggravante di non rappresentare un fenomeno isolato. Ma a vederci chiaro, i danni alla nostra comunità non derivano solo da quella che appare una lenta ma reale ed effettiva sostituzione etnica attuata a partire dal governo centrale 'democratico', da cui la trasformazione del nostro Paese in uno sgabuzzino per immigrati clandestini, ma dalla comunità stessa di presunti italiani o italioti che di tale sostituzione o trasformazione sono - forse ignari, col beneficio del dubbio - complici e tramite diretti, portavoce a turno di idee quanto mai strampalate sull'accoglienza indiscriminata, e altrettanto pronti di spirito nel giustificare i comportamenti assolutamente anomali e fuorilegge, di cui si stanno rendendo sempre più di frequente protagonisti quelli ingrati tra gli sconosciuti ospiti. Forse, costoro, che vivono quotidianamente nella Terra di Pan a suonare il flauto magico, e danzano a piedi nudi attorno al fuoco, con Bacco, la danza della pioggia, non sanno che in qualsiasi Paese civile che si rispetti, l'esclusiva del problema non è da attribuire alla favola dell'accoglienza e della fratellanza cristiana (e vissero tutti felici e contenti), ma si sposta necessariamente sui severi e dovuti controlli - mediati da appositi e seri, ma soprattutto rispettati alla lettera, disegni di legge (da ricordare la sfortuna della "Bossi-Fini") - che regolino i flussi migratori (a maggior ragione se coatti) così come si dovrebbe in una nazione di tutto rispetto e che abbia interesse a mantenere intatta la propria immagine e identità mondiale, dando spazio e prestando attenzione alle esigenze e all'incolumità di chi tale nazione la crea con il lavoro, quindi su una conseguente ponderazione delle richieste d'asilo, che comporti in ultimo l'arginazione di quello che, più che uno stato di emergenza, è da ritenere una cattiva abitudine maturata nel corso degli ultimi anni, complice la 'macchina umana del business'; insomma, un fenomeno che i media riportano come cresciuto sensibilmente dall'inizio del 2017. E tra il benestare delle leggi affonda-Italia del governo, la consueta assenza di provvedimenti dell'amministrazione comunale piazzese, e la simpatia inquietante delle maschere sardoniche dell'accoglienza, anche Piazza Armerina è fornace e vaso che trabocca di allettanti profughi spillasoldi, le nuove miniere d'oro dei buoni samaritani come manco ce n'erano ai tempi di Gesù! E perché come si dice dalle nostre parti:"una mano lava l'altra, e tutte e due lavano la faccia!" che tradotto, poi, teoricamente non significa neanche ciò che sembra, in quanto laddove esiste la complicità tra profughi e centri d'accoglienza, questi ultimi non sono nuovi in quanto al fare emergere situazioni di degrado, come effettivamente dimostra il recente caso di un centro d'accoglienza di Giarre i cui proprietari sono finiti in manette per riduzione in schiavitù degli ospiti. E la Boldrini!? Come non rivolgere un pensiero alla Boldrini! Ebbene, la paladina impenitente del diritto d'asilo urbi et orbi, l'idolo indiscusso degli impuniti radical chic del Bel Paese, si è premurata in data odierna di far sapere a quanti e 'come' ne stimassero l'operato alla Camera, che per questioni strettamente legate al suo innato sentimentalismo che pretende falsamente di fare di tutti gli italiani un fascio, sarebbe necessario approvare lo Ius Soli prima della conclusione della legislatura. Insomma, succede un pò banalmente come per un ladro che pretende di svaligiare una banca prima dell'arrivo della polizia! A lei e a quanti ne 'trainano' il pensiero, sarebbe opportuno ricordare che la cittadinanza non è un diritto neanche per tutti quei figli cretini di mamme italiane sempre incinte. Ambra Taormina

sabato 24 giugno 2017

Punto e Virgola di Ambra Taormina - "Le Roi est mort, vive le roi" vs. "Morto un papa, se ne fa un altro". Campagna elettorale di FdI - AN: 'ottavo peccato capitale'?

, "Le Roi est mort, vive le roi" vs. "Morto un papa, se ne fa un altro". Campagna elettorale di FdI - AN: 'ottavo peccato capitale'? Beninteso, non siamo veggenti, ma si sa che il tempo scorre e - stando a quanto sancito dall'art. 51 sull'ordinamento degli enti locali, aiutato dalla nostra solita scaltra percezione delle cose - non mancherebbe molto che i piazzesi si troveranno a vestirsi di quello che fino a poco prima della Rivoluzione, era un motto tanto caro ai nostri vicini dell' Île-de-France. Con i cinque anni amministrativi canonici ormai 'alla porta', ecco presto inaugurato il conto alla rovescia in queste poche ore d'inizio estate, e, dacché alla morte si è accennato, proseguiamo ricordando che quest'ultima - in molti casi - arriva sì senza preavviso, ma comunque si dice ancora che "se il padrone di casa sapesse in quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa". E posto che alla morte-ladra non c'è rimedio, a Piazza Armerina i 'padroni di casa' - sfatando il mito della veglia, i recenti cavilli della legittima difesa, ed infischiandosene più o meno apertamente del Vangelo di Matteo - hanno ben pensato di bypassare il tutto, previa scelta saggia di dormirci su sin dal primo vagito post elettorale, e firmando così la condanna tutta 'paesana' allo sfascio inesorabile da cui è ormai tradizione attingere a piene mani, ed averne altrettanto piene le...'tasche'! "Patto per la città" o...patto col diavolo? Chi non ricorda il nome di una delle tante indimenticabili liste cittadine concorrenti alla gloria amministrativa di quattro anni or sono? E, a proposito di patti, quanti tra i più fantasiosi si sorprenderebbero nel leggerci una stretta parentela magari con i protagonisti dei tristi episodi 'faustiani' di Marlowe e Goethe, senza tralasciare il 'dandy' Dorian di Oscar Wilde ? Si sa che favole e racconti di tutti i tempi - specie se pieni di suspance, patti soprannaturali, e una sottile punta di noir - hanno funto da irresistibile calamita per intere generazioni di ubriachi lettori incalliti, ma che lo stesso debba fare il programma amministrativo di un comune...proprio non lo possiamo accettare! Ma tra un romanzo qua e un racconto là in pieno stile gotico, noir, e horror, ecco che per la mannaia del boia, ci passa, in questi giorni, la 'semina' elettorale di FdI - AN, preda dell'ira funesta di tanti comuni estimatori del buon senso 'new age' che da un po' suonano il disco traballante del 'no campagna elettorale anticipata' come se questa fosse un virus probabilmente contrastabile col tredicesimo vaccino dei dodici già obbligatori in Italia per frequentare le scuole, o addirittura un eventuale ottavo peccato, new entry tra i già sette capitali. D'altronde, chiunque abbia dimestichezza con semina e roba agricola, sa che è la pazienza del tempo a portare i buoni frutti, e lo stesso si consenta di farlo valere per chi - vecchio, nuovo, o in embrione - voglia mostrare la buona volontà di operare "come natura crea"! Dunque: chi semina raccoglie, e chi ben comincia - soprattutto se con il piede giusto - è già a metà dell'opera. Questi, i due slogan papabili che ben si sposano con l'intento dell'operato che FdI-AN sta portando avanti puntando sulla fiducia dei cittadini, quanto di più basilare per guidare il territorio sul filo della buona politica, la politica del fare, del progettare, del collaborare, del comunicare, e forse per la prima volta dopo tempo, la politica della tutela degli interessi del collettivo, e per giungere ai quali, pazienza e una lunga semina sono tra gli ingredienti necessari perché si 'raccolga' bene. Nessuno ha l'esclusiva della verità assoluta, nessun narratore onnisciente o indovino provetto o improvvisato come da copione, ma il recente passato armerino ha la virtù di parlare chiaro: troppo poca l'attenzione prestata alla cosa pubblica, troppo poca la dinamicità nella gestione del rapporto col cittadino, assolutamente scarso e da bocciare l'interesse per un ritorno d'immagine, perso per sempre il diritto alla cura dei particolari in un luogo in cui è il dettaglio a fare la differenza. Ed è in quest'elenco di fallimenti a buon mercato che si rintracciano le priorità che il partito, al servizio della città e del territorio, persegue coadiuvato dall'incessante attività dei suoi rappresentanti, sempre alla ricerca di soluzioni a problematiche che in negli ultimi periodi hanno contribuito pesantemente al tracollo locale. Sono ancora nell'aria gli echi della candidatura della nostra città a capitale della cultura, che mi viene in mente che è da poco più di un mese trascorsa la performance - curata nell'organizzazione dal Prof Tudisco - di Pietrangelo Buttafuoco al Teatro Garibaldi, il quale, raccontando di amore e morte come valori nella Sicilia delle tradizioni ancestrali di cui siamo figli, ha purtroppo sofferto di una alquanto scadente partecipazione di pubblico armerino. Avrebbero avuto, i piazzesi, con buona probabilità, occasione di riflettere su due delle colonne portanti del vivere individuale e comune, dando manforte alla loro identità culturale, nonché - offrendosi alla libera partecipazione - di valutare sulla maniera di coniugare l'amore per la propria città - in questo caso rappresentata dall'attiva partecipazione alla vita pubblica - con la morte dei valori acuita dalle finte prospettive correnti che in tanti vogliono propinarci. E tra 'ladri' e 'padroni di casa' che a convenienza si scambiano i ruoli, in questo anno antecedente il nostro prossimo passaggio al grido di "Le Roi est mort", la differenza tra chi semina e chi promette la luna - acrobata degli specchi rotti e abile costumista del 'cambiacasacca' - si fa ben rappresentare dai versi di un pilastro dell'ormai trascurata cultura piazzese, il poeta galloitalico Carmelo Scibona. Fratelli, amici, cari elettori ormai ritorno fra voi, Signori. Il mio programma è tale e quale quale conviensi a un radicale. Sono monarchico, son socialista, son pure anarchico e sanfedista. Parvi incredibile ma il fatto è vero son candidato del ministero. Giolittiano non so il perché Repubblicano devoto al Re. Avrò vittoria senza pensieri Ho mille voti, tolti gli zeri. Avanti, o popolo, che gran contento! Le porte m'aprono del parlamento. Sarò del centro, di chi amministra sarò di destra e di sinistra. Cilindro o gibus, sopraccessorio ne godrà certo Montecitorio. Se a me darete il medaglino darò la croce a Pasqualino. Ogni crociato, ogni dottore farò Totò commendatore. Se mi dicono che son delfino, ma se mi gridano fuori Lillino, Io me ne frego, non son minchione berrò sollecito il mio fiascone. Ambra Taormina

lunedì 15 maggio 2017

Terza diffida al Sindaco sul degrado urbano - Castellina

Piazza Armerina, 15 maggio 2017 ANCHE IL QUARTIERE CASTELLINA TESTIMONIA LA LATITANZA DELL’AMMINISTRAZIONE MIRODDI: ECCO LA FINE DEL GIOIELLO PROMESSO DA MIRODDI E MATTIA Dal libro delle favole del Vice Sindaco Mattia del 4 aprile 2016 sul Quartiere Castellina: “Questa parte della Città per anni trascurata, diventerà un gioiellino da consegnare non solo ai nostri concittadini ma anche ai tanti turisti che viaggiano in camper che ora comodamente potranno posteggiare i loro mezzi e visitare il centro storico…Porta Castellina ora torna a rivivere lo splendore dei tempi passati che la videro protagonista di gloriose pagine di storia della nostra Città”. Nonostante le mirabolanti promesse del sempre efficiente Mattia, il Quartiere Castellina si presenta oggi a cittadini e turisti del tutto abbandonato a sé stesso, una consuetudine a cui ci ha abituato l’Amministrazione Miroddi, ma alla quale decidiamo di non rassegnarci. I marciapiedi, da Via Giacinto Lo Giudice a scendere, sono ormai un lontano ricordo, invasi da sterpaglia, il parcheggio sottostante Piazza Europa ha ad ogni angolo un mucchio di rifiuti. Le strade del quartiere sono lasciate senza pulizia, tanto da costringere i cittadini a provvedere da loro stessi, nonostante le richieste fatte all’Amministrazione di garantire la fruibilità delle vie. Il muro di contenimento della strada presenta delle vistose crepe, e i puntelli di controllo sul movimento franoso segnano ancora la data del 2015. A pochi passi dalla scuola San Giorgio tre tombini sono lasciati a cielo aperto, senza neppure una copertura, esponendo i bambini e chi frequenta il campo sportivo ad ogni possibile rischio. L’area camper, vanto dell’Amministrazione, è una cattedrale nel deserto, chiusa da un anno, la scalinata, altro presunto fiore all’occhiello, è un tripudio di erba incolta. Non potevamo stare a guardare, e come unica credibile opposizione all’Amministrazione Miroddi abbiamo presentato al Sindaco nuovo atto di diffida per occuparsi finalmente della Città e dei cittadini. Noi crediamo che questa Città possa e debba avere un futuro, e ci auguriamo che Miroddi e Mattia si rendano conto al più presto che la loro esperienza di (non) governo ha le ore contate, e non per giochi di palazzo, che si risolvono sempre – caso strano - in un nulla di fatto, ma per la volontà espressa dei cittadini. Avv. Alessio Cugini Portavoce comunale Prof.Fabrizio Tudisco Portavoce provincial

domenica 14 maggio 2017

Reportage - Casalotto nel degrado tutto l'anno

Piazza Armerina, 13 maggio 2017 ETERNIT CON VISTA IL DEGRADO DEL QUARTIERE CASALOTTO, DIMETICATO DA MIRODDI Oggi nuovo sopralluogo per le zone di Piazza che questa Amministrazione ha deciso di abbandonare a loro stesse, ed è la volta della zona Don Martino, nel quartiere Casalotto. Uno spettacolo triste e desolante, dove abbiamo potuto constatare: - che la scuola materna che affaccia su Via Don Milani è circondata da sterpaglie ed erba alta, fin dentro il perimetro della scuola, luogo ideale per il riprodursi di zecche e ogni altro tipo di animali; - che la stessa cosa succede davanti al centro AGEDI, dove cittadini stanchi di questa situazione ci hanno ricordato di doversi occupare da soli di tagliare l’erba che cresce rigogliosa su strada e terreno comunale, cercando di evitare il proliferare di animali di ogni tipo; - che la fontanella da cui tanti cittadini prelevano acqua potabile è circondata da una bellissima discarica e da terreno ridotto a melma e vegetazione non curata; - che la scalinata che collega la via Don Milani con le case sottostanti è servita da una scala, utilizzata anche da persone anziane, senza più gradini, ormai distrutti, con pezzi di cemento che crollano lungo la strada sottostante e che i residenti stessi devono raccogliere; - che l’affaccio sul Casalotto e sulla Cattedrale è ridotto a mattoni divelti, cumuli di eternit pericolosi per la salute dei cittadini, e le solite sterpaglie che hanno persino cancellato le scalinate. Questo è lo spettacolo indegno di una Città ridotta ad essere l’ombra di sé stessa, e che attesta il totale fallimento di Miroddi. Per questo motivo, visto che i cumuli di eternit ed il crollo di calcinacci sono un pericolo imminente, e non costituiscono solo un fatto di degrado, abbiamo inviato una diffida urgente al Sindaco per effettuare gli interventi urgenti e necessari di bonifica, sperando che Miroddi si ricordi di essere ancora – purtroppo per i cittadini – il Sindaco di Piazza. Noi continueremo a girare per le strade, a segnalare tutto ciò che non funziona e richiamare l’attenzione di questa Amministrazione svogliata e senza nessun amore per questa Città. Alessio Cugini Portavoce comunale FDI - AN Fabrizio Tudisco Portavoce provinciale FDI AN

venerdì 12 maggio 2017

FDI AN L'UNICA VOCE DI OPPOSIZIONE E DISSENSO A MIRODDI

All’attenzione di Dott. Filippo Miroddi Sindaco di Piazza Armerina Atrio Fundrò, 1 94015 PIAZZA ARMERINA Oggetto: diffida alla realizzazione di interventi straordinari di manutenzione dell’area di via Ortalizio – via Stradonello La presente quale Portavoce cittadino per Piazza Armerina del Movimento politico Fratelli d’Italia - Alleanza Nazionale. Non dovrebbe esserLe del tutto nuova, almeno si auspica, la problematica della condizione di totale degrado in cui versa l’area pubblica compresa fra via Ortalizio e via Stradonello, ed in particolare: - le opere murarie che fungono da parapetto rispetto all’area sottostante la via Stradonello presentano evidenti segni di deterioramento, persino con esposizione dei tondini di ferro, vi-sibilmente arrugginiti, e rischio distacco di ulteriori frammenti – più o meno grandi - di muratura; la situazione è evidente anche dal lato esterno del parapetto, necessitando di interventi immediati di manutenzione straordinaria - la presenza di vegetazione totalmente incolta, che rende persino ormai difficile il passaggio pedonale, anche scendendo da via Stradonello, tanto che ignoti hanno avuto modo di abban-donare– approfittando della giungla di sterpaglia – proprio in questa sede un secchio con all’interno dei cuccioli di pochissimi giorni, e questo appena una settimana fa; - la fatiscenza assoluta dell’impianto di illuminazione pubblica, rinnovato solo su via Ortalizio e non lungo la scalinata che la congiunge con via Stradonello, priva di illuminazione. Per meglio permetterLe di comprendere la problematica (che pure dovrebbe esserLe già nota nella Sua veste di Sindaco, e per il fatto che l’area in questione si pone a pochissima distanza del luogo scelto per la manifestazione “Maggio in fiore”) nella giornata di oggi sono state scattate dello foto che testimoniano ogni singola circostanza indicata, e che Le allego. Appare evidente che si rende necessario un intervento di manutenzione straordinaria delle opere murarie indicate, come pure di decespugliazione e ripristino della pubblica illuminazione, tenendo conto in primo luogo dell’insostenibile e stridente contrasto di questo sito con l’area – la sola della Città – che Lei ha voluto attenzionare con la manifestazione floreale piazzese (dimenticando ogni altra strada di Piazza Armerina, con evidente beffa dei cittadini). Stante peraltro l’assoluta inerzia serbata sino ad oggi mi vedo costretto a formalmente diffidarLa a voler procedere immediatamente ad eseguire i detti interventi, auspicando una sollecita soluzione del problmea. In secondo luogo, ma non certo per importanza, Le ricordo che via Stradonello, e poi via Ortalizio, rappresentano il principale collegamento urbano con l’area della Villa romana, ed ammettere che a potenziali – se ancora ve ne sono – turisti si mostri questo spettacolo di totale incuria, rappresenta un fallimento di immagine per l’intera Città, oltre che il segno di un degrado che si dovrebbe in ogni modo contrastare. Certo del Suo sollecito intervento, Le porgo distinti saluti. Portavoce Comunale per Piazza Armerina Fratelli d’Italia - Alleanza Nazionale

mercoledì 3 maggio 2017

Punto e Virgola di Ambra Taormina - Il trittico della festa a Piazza Armerina: La visita di Paolo Brosio anticipa l'omaggio ai lavoratori e alla Patrona.

Due maggio 2017: tra il 'martello' e l' 'incudine'. Sarà perché il martello, simbolo per tradizione, ricorda la celebrazione - svoltasi nella giornata di ieri - della festa dei lavoratori; e sarà perché l'incudine, altro consueto attrezzo da lavoro, ci ribadisce che - si tratti o meno di tradizione o di sterile abitudine - a lavorare ci si impegna sempre per realizzare qualcosa. Guai se cosi non fosse! Dovette essere di certo questo il pensiero dei piazzesi di tanti anni fa, quelli che si apprestavano lavorando sodo, a rendere omaggio alla loro Patrona Maria SS. di Piazza Vecchia, alla vigilia della sua festa del 3 di Maggio. Quest'oggi, che un'altra vigilia di festa patronale veste Piazza Armerina, ci fermiamo invece a riflettere sulla possibilità che la secolare devozione la quale ha portato i piazzesi a votarsi alla Madonna, sia ancora riconfermabile in una sentita fede e tradizione, o che si tratti piuttosto di un'abitudine dalle fondamenta instabili e da rinsaldare, per giunta radicata nel cuore di pochi. I fatti parlano chiaro, ma a rinnovarci il proposito della riflessione, ci ha pensato - nella giornata dello scorso giovedì 27 aprile - la visita di Paolo Brosio. Come non ricordare il noto giornalista, appassionato sportivo, beniamino di tante trasmissioni televisive, che con la sua voce in diretta dagli stadi italiani ci ha tenuto compagnia nei tanti pomeriggi domenicali trascorsi sul divano di casa!? Quasi non esitiamo a pensare che la tappa armerina di Brosio sia proprio 'caduta a fagiolo', essendosi affacciata, probabilmente per caso, sulla 'soglia' delle celebrazioni per la 'Vergine che vien dalla campagna', la quale da neanche troppe ore si è trovata ospite della Chiesa dei SS Angeli Custodi nel cuore antico della città, in attesa di trascorrere qualche ora in trionfo per le vie cittadine, dall'alto delle spalle dei fedeli in processione. Chiunque abbia avuto modo di seguire - anche distrattamente - la sua storia, saprà di certo che da famoso giornalista e conduttore all'apice di un successo di cui non è mai dimentico, cronista di tanti quotidiani sin da giovanissimo, Brosio si è ritrovato quale inerme protagonista di una improvvisa quanto violenta e inaspettata conversione, la quale ne ha rinsaldato il credo mariano, sin dalla sua primissima visita al Santuario di Medjugorje. Questa - nel crescendo di una spiccata emotività mostrata senza vergogna - la testimonianza succo del denso monologo che, sul palco di un Teatro Garibaldi affollato di presenze tra le più varie, ha fatto da contorno al "libro-teatro" de "I Misteri di Maria", ultimissima pubblicazione di cui Brosio ha reso partecipe Piazza e i piazzesi su invito dell'organizzatore Prof. Fabrizio Tudisco, e che preceduta da una diretta social dalle meraviglie del nostro patrimonio artistico, è stata seguita dalla cena di beneficienza appositamente organizzata, svoltasi nei locali del Hotel Villa Romana, onde poi ripartire per far tappa a Caltagirone...ma solo dopo un'attenta visita - documentata sempre in diretta social - alle bellezze della Villa Romana del Casale. Un richiamo che squarcia la patina di consuetudine di cui si veste la moderna fede cristiana, che si apre un varco in quel clima che nella nostra società locale è sempre più affollato dall'inconsistenza soffocante di talune prospettive sociopolitiche, e che non può non collocarsi in stretta sintonia con l'atmosfera di fede celebrata in queste ore a Piazza Armerina. Da una parte il lavoro, menzionato da Brosio come benedizione elargita dalla fede, dall'altro la devozione dei piazzesi per la Patrona, i cui antichi fasti sembrano sempre più di recente languire nella mitigazione dell'indifferenza. In questa prospettiva, quegli stessi 'incudine' e 'martello' simbolo dell'entusiasmo battente del lavoro, assomigliano adesso ai due termini entro i quali si vanno dibattendo i piazzesi, incerti, tentennanti, privi di una guida che si occupi di rinvigorirne la devozione nella 'gioia', magari la stessa che accendeva gli animi dei gitanti che - anni addietro - condividevano tutti insieme e spensierati, la festa campestre nel giorno in cui la Vergine rincasa al Santuario. Eccolo il "trittico della festa": inaugurato dal passaggio del celebre ospite nella nostra città, proseguito con l'omaggio ai lavoratori il primo maggio, e che da oggi ci indirizza brevemente verso l'ultimo saluto, di domani, alla Madonna. Nel clima ereditato di riflessione sul tema della devozione mariana che più che mai ci tocca da vicino, e sperando in una futura e non troppo distante visita del caro Paolo, non resta che - al pari degli statunitensi per il quattro di luglio - tirare le somme di questa vigilia di festa, augurandoci sinceramente che per tutti i piazzesi quello di domani sia un buon, ma soprattutto devoto "tre di maggio"! Ambra Taormina

lunedì 24 aprile 2017

Mentre non esiste alcuna opposizione in consiglio comunale e in Città...noi facciamo sul serio.

Piazza Armerina, 24 aprile 2017 All’attenzione di On.le Luisa Lantieri Regione Siciliana Assessore alle autonomie locali e alla funzione pubblica Viale della Regione Siciliana, n. 2194 90135 Palermo Oggetto: richiesta di applicazione della legge regionale 17/2016, art. 5 – decadenza del Sindaco di Piazza Armerina per mancata approvazione del bilancio e commissariamento dell’Ente Onorevole Assessore, la presente quali Portavoce provinciale per Enna e comunale per Piazza Armerina del movimento politico Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale. Come noto, la legge regionale 11 agosto 2016, n. 17 ha introdotto, all’art. 5, co. I, la modifica dell’art. 11 legge regionale 11 settembre 1997, n. 35, stabilendo la cessazione congiunta della carica di Sindaco, della Giunta e del Consiglio comunale. La successiva nota 13571 del 16 settembre 2016, emanata dall’Assessorato del quale Ella è responsabile, ha chiarito che la norma in questione trova immediata applicazione “anche nei casi di inadempienza derivante da mancata approvazione del rendiconto di gestione o da mancata deliberazione del bilancio di previsione”. La medesima Giunta regionale ha poi richiesto (deliberazione 310 del 21 settembre 2016) al Consiglio della Giustizia Amministrativa della Regione siciliana parere sulla corretta applicazione della legge regionale 17/2016 e sull’interpretazione contenuta nella circolare da Ella vergata e appena richiamata. Il supremo consesso amministrativo regionale all’adunanza del 18 ottobre 2016 si è pronunciato nel senso di riconoscere che la disciplina in questione non trovi applicazione alle legislature comunali in essere, ma solo a quelle successive all’entrata in vigore della legge. A seguito della pubblicazione in G.U. il 31 marzo 2017 della norma di interpretazione autentica della legge regionale che ne sancisce l’applicazione retroattiva sin dall’entrata in vigore della normativa (agosto 2016), il Consiglio della Giustizia Amministrativa della Regione siciliana si è nuovamente espresso riconoscendo, questa volta, l’obbligo, da parte della Regione, di provvedere all’immediato commissariamento dei Comuni e alla declaratoria di decadenza Sindaci, anche di quelli in carica (“è dovere della presidenza della Regione disporre la decadenza dei sindaci dei comuni i cui consigli siano già stati sciolti, nonché, per i comuni i cui consigli comunali debbano essere sciolti, disporre contestualmente la decadenza dei relativi sindaci. Tanto va fatto con la massima tempestività consentita dai tempi dell’azione amministrativa, assicurando che ciò avvenga in tempo utile per consentire la minima durata del commissariamento, e il rinnovo degli organi comunali nel più breve tempo possibile, mediante elezioni concomitante con la prossima data delle amministrative nella Regione siciliana”), non essendo sollevabile da parte della Regione stessa alcuna eccezione di incostituzionalità della norma che ne impedisca l’immediata applicazione. Del resto, in attuazione di detto principio è stato già disposto il commissariamento dei Comuni di San Piero Patti, Castiglione di Sicilia, Valdina, Monforte San Giorgio, Monterosso Almo, Calatafimi Segesta e Casteldaccia, proprio per la mancata approvazione dei bilanci da parte dei rispettivi Consigli comunali, ed appare evidente che non possono ammettersi disparità di trattamento fra Enti che versino nelle medesime identiche condizioni che legittimano il commissariamento. In questo ultimo senso si rileva che il Comune di Piazza Armerina ha appena iniziato ad incardinare la discussione sull’approvazione da parte del Consiglio del bilancio comunale, in contrasto quindi con il limite del 31 marzo 2017 per l’approvazione del bilancio di previsione sancito dal d.l. 30 dicembre 2016, n. 244. Appare quindi evidente che sussistono le condizioni per disporre l’immediato commissariamento del Comune di Piazza Armerina per il mancato rispetto dell’approvazione nei termini delle norme di bilancio, e si avanza quindi specifica richiesta affinchè la Regione si attivi in questo senso, con conseguente immediata declaratoria di decadenza del Sindaco in carica, configurandosi, in caso contrario, un’omissione che dovrà essere segnalata alle Autorità competenti. Prof.Fabrizio Tudisco Portavoce provinciale FDI AN Avv. Alessio Cugini Portavoce comunale FDI - AN

sabato 22 aprile 2017

SULL’AREA COMMERCIALE DELLA VILLA ROMANA E SUL RANDAGISMO NUOVA CERTIFICAZIONE DEL FALLIMENTO DELL’AMMINISTRAZIONE MIRODDI

Piazza Armerina, 21 aprile 2017 SULL’AREA COMMERCIALE DELLA VILLA ROMANA E SUL RANDAGISMO NUOVA CERTIFICAZIONE DEL FALLIMENTO DELL’AMMINISTRAZIONE MIRODDI Al consiglio comunale di ieri sui temi della impraticabilità dell’area commerciale della Villa romana (e problemi di salute dei commercianti) e sul randagismo la cittadinanza ha potuto nuovamente verificare l’inconsistenza dei quattro anni di amministrazione Miroddi. Massima confusione sullo spostamento dei commercianti in attesa del rifacimento della pavimentazione che costituisce ad oggi un pericolo per la salute degli operatori e sulle modalità con cui intervenire per mettere in sicurezza l’area, potendo il Consiglio solo dare un atto di indirizzo che – si spera – la Giunta rispetti. Sul randagismo gli interventi delle due associazioni animaliste, ENPA ed Animalisti Italiani, hanno messo in luce uno stato di abbandono da parte del Comune che le ha lasciate, fino ad oggi, senza adeguato supporto nello svolgere un compito di utilità per tutta la Città, e che nonostante questo sono riuscite a ottenere risultati straordinari per la cura dei randagi, tolti dalla strada, e per la loro adozione; per questo a Patrizia Spagnolo e Lorena Sauli vanno i nostri più sinceri ringraziamenti. L’Assessore Gagliano, lasciato solo dal Sindaco che, come spesso accade, arriva in Consiglio solo per andarsene subito dopo, come ha fatto ieri, ha illustrato una serie di azioni che ci auguriamo vengano finalmente portate avanti dopo quattro anni di nulla (quando non di delibere illegittime); tutte proposte, peraltro, frutto non dell’Amministrazione ma del tavolo tecnico che FdI – AN ha chiesto fosse istituito fra associazioni animaliste ed il canile piazzese di Dog Project, e che è partito solo dopo l’esposto che sempre il nostro movimento ha presentato nei confronti del Sindaco alla Procura di Enna. Unica voce a difesa dell’Amministrazione quella della Consigliere Manuela Lentini, prima di opposizione ora nella maggioranza miroddiana, che ha riferito circostanze inquietanti, come quella dei presunti maltrattamenti al canile Mimiani (che lei definisce un “lagher”, persino con cucce inadatte a ospitare i cani, a suo dire) da lei accertati in visita ispettiva come consigliere: vorremmo a questo punto sapere dalla Consigliere Lentini, che aveva obbligo, in qualità di pubblico ufficiale (non avendo fatto l’ispezione come semplice cittadina) di segnalare alla Procura fatti di reato, quando ha presentato denuncia contro il canile Mimiani. Interessante intervento del Consigliere Concetto Arancio, che ha nuovamente chiarito come il Consiglio abbia cercato in tutti i modi di affrontare il problema randagismo, venendo però lo stesso Consigliere Arancio “mobbizzato” – parole sue – da un precedente amministratore miroddiano che lo invitava a non convocare altre riunioni della commissione sanità per l’assenza di soluzioni da offrire alla Città. Questa è la vergogna che lascia in eredità l’Amministrazione Miroddi, e di cui l’Assessore Gagliano non può rispondere certo per gli anni che ci hanno preceduto, e ben sapendo che tutte le idee esposte ieri non vengono dalla Giunta di cui fa parte, ma di chi si occupa del problema: insomma le soluzioni le devono trovare i cittadini e non chi viene pagato da tutti noi per trovarle e si limita a fare da “notaio”, il che è ridicolo. Avv.Alessio Cugini Portavoce comunale Piazza Armerina Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale

venerdì 14 aprile 2017

Immigrazione ..tra bufale e commedia

Piazza Armerina, 14 aprile 2017 AL CONSIGLIO COMUNALE VA IN SCENA LA COMMEDIA ALLA PIAZZESE, GRAZIE ANCHE ALLE BUFALE DEL SINDACO Un Consiglio comunale un po' anomalo, con il numero legale sempre in bilico e alla fine strategicamente saltato grazie ai consiglieri di maggioranza (impedendo, caso strano, di portare a termine la discussione sulla riscossione tributi e iniziare quella sul randagismo), in cui non si ricorda neppure che la richiesta di convocarlo non è venuta da "cittadini" a caso – come qualcuno ha ironicamente sostenuto - ma da una richiesta ufficiale protocollata da FdI -AN. Miroddi dopo un po' lascia, come al suo solito, ma non - come tutta la Città spera - per andare a casa, ma a lavoro. Il Sindaco fa in tempo però a fare due cose: la prima, incassare la batosta sul papocchio che la sua Amministrazione ha messo in piedi sul coordinatore del Palio mentre il Consiglio lo obbliga a revocare la delibera con cui voleva cancellare l'ottimo lavoro di Gennaro Crocco. Poi è il momento del tema immigrazione, e arrivano le bufale del Sindaco, insieme alla folgorazione sulla via di Damasco di alcuni consiglieri, che negli anni recenti si sono spesi per non mettere nessun limite all'accoglienza (alcuni di loro dando anche del razzista a chi chiedeva regole certe), e ora fanno finta di essere preoccupati per lo sfascio attuale. Il nostro portavoce provinciale, Fabrizio Tudisco, da anni si è battuto con onestà e coerenza per garantire accoglienza, integrazione e tutela della sicurezza cittadina, ma qualcuno fa finta di non ricordare anche questo. Il momento comico è stato quello in cui il Sindaco ha chiarito che sarà lui a fermare ogni nuovo arrivo di migranti attivando la clausola di salvaguardia dello Sprar, e quindi sarebbe lui il salvatore dell'Hotel Villa Romana dall'arrivo, a giugno, di 60 minori non accompagnati. Mentre Miroddi vive nel suo mondo delle favole FdI – AN ha chiesto alla prefettura di Enna un incontro (facendosi portavoce, unico soggetto credibile, delle preoccupazioni della cittadinanza) per discutere del tema immigrazione: i nostri portavoce provinciale, Fabrizio Tudisco, e comunale, Alessio Cugini, sono stati ricevuti ieri in un lungo incontro dal Capo Gabinetto del Prefetto, Dott. Salvatore Grasso, che ha fornito dati e chiarimenti sul punto. In questa sede è emerso che il limite dello Sprar per Piazza (100 presenze) è superato di almeno il doppio di presenze (ad oggi se ne contano già 250) ma soprattutto che esso non si applica ai minori stranieri non accompagnati. Nessuna clausola di salvaguardia può allora impedire nuovi centri per minori come quello che si vorrebbe fare all’Hotel Villa Romana, demolendo un altro pezzo della nostra economia turistica, e quindi le promesse di Miroddi non sono che vere e proprie prese in giro dei cittadini. Vigileremo sulla situazione, ma intanto abbiamo chiesto – ed ottenuto – che la Prefettura esegua i dovuti controlli sulla qualità del servizio prestato ai migranti, su cosa viene fatto fare a questi ragazzi per non farli gironzolare per la Città, sul numero effettivo di presenze a Piazza Armerina. Nel silenzio dell’Amministrazione, nell’indifferenza del Consiglio comunale, capace solo di produrre chiacchere senza sostanza, noi porteremo avanti – con la coerenza che solo il nostro movimento ha mantenuto negli anni - il nostro impegno per la Città e per l’accoglienza vera. Avv.Alessio Cugini Portavoce comunale FDI - AN

BENVENUTI IN CONTRADA BELLIA CANAROZZO.....

Piazza Armerina, 14 aprile 2017 CRONACHE DA UNA CITTA’ IN STATO DI ABBANDONO: BENVENUTI A CONTRADA BELLIA CANAROZZO Ogni giorno di più si ha la consapevolezza che all’Amministrazione Miroddi non manca solo la volontà di fare qualcosa per la Città, ma che forse questo stato di abbandono sia una scelta precisa, per motivi che ci sono oscuri. Così, mentre il Vice Sindaco Mattia si esalta con lampioni e la Via Manzoni, e mentre il Sindaco Miroddi era in festa, un anno fa, per la vendita del primo lotto della zona industriale (a proposito, e tutti gli altri?), la strada Bellia, in contrada Canarozzo, diventa la croce dei residenti e di chiunque, anche solo per sbaglio, ci debba passare in macchina (per chi è in moto l’importante è avere l’assicurazione sulla vita). Insieme a Fabrizio Tudisco che aveva ricevuto diverse segnalazioni di Cittadini residenti in quella zona siamo andati a renderci conto della situazione: buche ovunque, strada impraticabile (specie con la pioggia), tombini circondati da crateri, una perdita abbondante di acqua nei pressi del supermercato che si ricollega a Via Conte Ruggero. I residenti ci hanno detto di aver segnalato la situazione decine e decine di volte al Comune: sembrerà strano, ma anche questa volta Miroddi e la sua squadra non hanno mosso un dito per risolvere il problema. Eppure la situazione è pericolosissima, per le macchine che potrebbero sbandare ad ogni curva, o per le moto che potrebbero restare incastrate nelle buche che circondano i tombini. E che dire della copiosa perdita di acqua nei pressi del supermercato MB che nessuno si prende la briga di riparare. Ma poi l’idea di Miroddi per la zona industriale sarebbe quella di far passare i mezzi da strade che sembrano bombardate? I cittadini, e specie i residenti, nel frattempo aspettano, e come tutti loro confidiamo che prima o poi Miroddi faccia qualcosa per questa Città, e la notizia più attesa è sempre quella che si renda conto della sua incapacità amministrativa. Avv.Alessio Cugini Portavoce comunale FDI AN

lunedì 10 aprile 2017

Incarico Avv.Curcuraci....non vedo, non sento , non parlo

IL COMUNE ALZA IL MURO INTORNO ALL’INCARICO DELL’AVV. CURCURACI: FdI – AN ANDRA’ AVANTI IN OGNI SEDE Una settimana fa abbiamo chiesto formalmente al Comune di consegnarci le carte relative all’incarico di consulente del Sindaco che è stato conferito da Miroddi all’Avv. Sinuhe Curcuraci con determinazione sindacale n. 29 del 15 novembre 2016 (durata otto mesi, compenso di euro 1.500,00 netti mensili). Dal momento che lo stesso provvedimento del Sindaco stabilisce che il compenso può essere pagato solo se l’Avv. Curcuraci fornisce una relazione dell’attività svolta, abbiamo chiesto copia di tutte quelle ad oggi protocollate. Strano a dirsi, ma il Comune ha scelto di negare l'accesso agli atti richiesti. Il perché non lo capiamo, visto che è un diritto dei cittadini sapere come e perché vengono spesi i soldi di tutti, e comunque non esiste nessuna norma giuridica che vieti l’accesso a questi atti. Eppure il Comune sceglie di arroccarsi dietro la presunta scusa per cui l’incarico all’Avv. Curcuraci avrebbe natura riservata: peccato che di riservato non ci sia nulla, a cominciare dal compenso pagato all’Avv. Curcuraci e che grava sul bilancio comunale, non sul quello personale del Sindaco. Abbiamo scoperto intanto che le relazioni dell'Avv. Curcuraci esistono, che sono due, ma che non passano neppure dal protocollo generale – che permette di avere data certa del deposito - come tutti gli altri atti (compresa la nostra istanza di accesso agli atti). Perché questo avvenga è un’altra domanda a cui il Comune ha scelto di non rispondere. Se però qualcuno pensa che basti questo a fermarci si sbaglia: già oggi presenteremo ricorso alla Commissione di accesso presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri per far sanzionare la mancata consegna dei documenti da parte dell’Amministrazione. Come avevamo promesso, su questa storia vogliamo vederci chiaro, e a differenza dei tanti che hanno mugugnato senza mai fare nulla, andremo fino in fondo e in tutte le sedi. Avv.Alessio Cugini Portavoce Comunale per Piazza Armerina Fratelli d’Italia - Alleanza Nazionale

martedì 4 aprile 2017

Punto e Virgola di Ambra Taormina - Il Testamento di un Albero

Il mitico cedro di P.zza Cascino fa testamento. "Apocalypse now":
quando le catastrofi sono...'piatti da slow food'! Se la donna è 'danno', la primavera vuol dire 'inganno'! Sarà forse perché il sereno dei giorni scorsi, ha ceduto il posto all'arrivo di una inaspettata ondata di maltempo, e, per quanti avessero ceduto alle lusinghe della bella stagione ormai giunta, la delusione non si è fatta attendere, o meglio...non da sola!...Piove infatti copiosamente da qualche giorno su alcune delle 'anime' più inguaiate del centro Sicilia, quelle dei piazzesi, che quest'oggi, tra una scrollata e l'altra del capo tra le mani, vaganti increduli, boccheggiano attorno all'ennesima tragedia sfiorata e ad un'altra speranza spezzata: il gigantesco albero secolare di P.zza Gen. Cascino è...crollato! Sì, l'ombroso gigante buono, che con la sua mole di saggezza ha tenuto al riparo e custodito proprio di tutto, dagli schiamazzi dei bambini, agli amori domenicali degli adolescenti, passando per le chiacchiere di paese degli affezionati avventori del 'circuito Botteghelle', ha deciso in ultimo di andare in pace a riposare stramazzando lungo e imponente sul pavimento della piazza dopo una lenta agonia. Esentato per cause naturali da eventuale esame autoptico, il bell'alberone secolare dai rami svettanti, gioia della vista, e pena delle cervicali più deboli, pare non debba aver deciso proprio tutto da solo: da indiscrezioni magicamente materializzatesi fin dalle prime ore di questo martedì 4 aprile - e che non smentiscono una altrettanto secolare tradizione di spetteguless che in Sicilia arriva puntuale insieme al 'consolo' del lutto - sembra che il vegetale soffrisse già da tempo di problemi legati alla conformazione delle sue radici troppo poco sviluppate in lunghezza per reggerne il peso e la statura, oltre che gravato dal peso degli anni, e si parlerebbe inoltre di 'tentativi' di rianimazione e aiuti offerti 'generosamente' e soprattutto in via del tutto gratuita per tentare di raddrizzarne le sorti. Ora, se gli aiuti offertigli in passato sarebbero da collegare alla ingegnosità proverbiale di chi quasi quotidianamente fa passare la barbara mutilazione degli alberi ornamentali di piazze e viali armerini per 'potatura', tra uno sguardo (professionale, eh!) e l'altro ai deretani delle passanti, allora l'iter dello sfortunato vegetale sarebbe comodamente da paragonare a una triste fase eutanasica degna dell'indimenticabile "protocollo Cazzaniga"! Insomma, tra un occhio e una croce ormai fatta sull'albero defunto, ci sarebbe più di un presupposto a diagnosticare l'accaduto come "ennesimo dannoso risultato di un operato mal svolto e portato alle sue estreme conseguenze". Come non ricordare un episodio analogo verificatosi qualche tempo addietro in una delle popolari piazze del centro storico di Catania, laddove il crollo di una palma portò con sé anche una vittima, 'colpevole' solo di sostare - come abitualmente si fa nelle piazze o in prossimità di un'area deputata ad accogliere il verde pubblico - comodamente su di una panchina nei pressi della pianta. Anche per la palma catanese, però, un'eutanasia lenta e nessuna causa da ricondurre al cattivo tempo, ma solo ad un'incuria taciuta e trascurata. Per il resto, è tutto un gran vuoto: se ne va per Piazza Armerina un simbolo del suo passato dignitoso. E per quella che è una comunità che di passato dovrebbe nutrirsi e che dal passato dovrebbe essere aiutata a riemergere, il semplice abbattersi rovinoso di una pianta, suona in verità come l'abbattersi di una calamità, o piuttosto di una sconfitta sulle teste della comunità intera, sempre più deficiente di quella tutela necessaria da parte degli organi deputati al mantenimento di un decoroso stato di civiltà. Dal crollo ormai lontano del muro della chiesa di Santa Maria dell'Itria nel quartiere Canali, passando per il cedimento del muro sottostante la Chiesa del Carmine al Casalotto, fino all'odierno abbattersi del grande cedro di P.zza Cascino nel pieno nell' ex 'salotto buono' cittadino: la pigrizia con cui si consumano le catastrofi piazzesi, tutte preannunciate da uno stato di incuria puntualmente sottovalutato e servite lentamente come si fa col 'piatto della vendetta' o con le portate di un ristorante slow food, lasciano in bocca quell'amaro retrogusto apocalittico del presagio, lo stesso presagio per cui è spiacevole ma azzeccato guardare alla Piazza Armerina antica, rigogliosa, prospera e monumentale, come ad una nuova Babilonia, funestata com'è da eventi persecutori che ne preannuncerebbero la capitolazione ormai alle porte, e dunque in perfetta linea con la storica città sumera, della cui futura caduta già testimoniavano i seguenti versi biblici di Isaia, circa 200 anni prima: Is 13,19 Babilonia, perla dei regni, splendore orgoglioso dei Caldei, sarà sconvolta da Dio come Sòdoma e Gomorra. Non sarà abitata mai più né popolata di generazione in generazione. L'Arabo non vi pianterà la sua tenda né i pastori vi faranno sostare le greggi. Ma vi si stabiliranno le bestie selvatiche, i gufi riempiranno le loro case, vi faranno dimora gli struzzi, vi danzeranno i sàtiri. Urleranno le iene nei loro palazzi, gli sciacalli nei loro edifici lussuosi. La sua ora si avvicina, i suoi giorni non saranno prolungati. Non da Dio, ma di certo sconvolta come Sòdoma e Gomorra, e non essendo, per 'ovvie' ragioni indotte, tagliata per ricoprire il ruolo di capitale della cultura, la nouvelle Babylone armerina va in controtendenza e sfida i pronostici, pronta com'è a trasformarsi in nuovo centro di conversioni spontanee per atei incalliti! A dimostrarlo sono i recenti miracoli che delle tragedie evitate sono l'unica risposta plausibile, non essendoci in ciò, prove alla mano, responsabilità alcuna da parte degli organi amministrativi preposti, che, come legge di natura umana vuole, sono gente fatta di carne, ossa, sangue, e...pochi fatti! Sarebbe opportuno, per gli osservatori delle dinamiche quotidiane della realtà locale, nonché inquadrando il problema in un'ottica propositiva, che il vissuto e il destino di ogni singola pietra o suppellettile - dai più banali al più degni di nota - collocati nell'area del contesto urbano o meno - ma pur sempre di pertinenza del Comune - venisse preso normalmente a cuore, prestando attenzione alla sua tutela e preservazione con tutti i mezzi e il buonsenso necessari. E dacché i miracoli di Piazza fruttano conversioni, nonché auspicando che le volontà testamentarie del cedro non comprendano lo smembramento del suo legname per la costruzione di nuovi inutili seggi comunali, attireremmo di certo consensi qualora immaginassimo il caro, vecchio albero lassù in un mondo migliore, lontano dal verde pubblico di quel Comune che non ne meritava l'ombra refrigerante, magari a ristorare l'anima del servo della Patria, il Generale Cascino. Ma, come dimenticare che alla frescura ombrosa degli alberi trovava rifugio l'inventiva di pittori e poeti! Ecco dunque i seguenti versi di Trilussa (1873-1950) come degno commiato a quello che, fino a qualche ora fa, è stato un simbolo cittadino: IL TESTAMENTO DI UN ALBERO Un Albero di un bosco chiamò gli uccelli e fece testamento: -- Lascio i fiori al mare, lascio le foglie al vento, i frutti al sole e poi tutti i semi a voi. A voi, poveri uccelli, perché mi cantavate le canzoni nella bella stagione. E voglio che gli sterpi, quando saranno secchi, facciano il fuoco per i poverelli. Però vi avviso che sul mio tronco c'è un ramo che dev'essere ricordato alla bontà degli uomini e di Dio. Perché quel ramo, semplice e modesto, fu forte e generoso: e lo provò il giorno che sostenne un uomo onesto quando ci si impiccò. Ambra Taormina

venerdì 31 marzo 2017

Al lupo ! Al lupo ! - Tutti sapevano ma nessuno parlava...ora tutti protestano.Cronistoria dell'accoglienza a Piazza Armerina

Si è riunita la conferenza dei capigruppo consiliari con all’odg problematica immigrazione ed a cui ha partecipato il portavoce comunale Avv.Alessio Cugini apprendendo che sarà convocato un Consiglio comunale per trattare l’importante e delicato argomento dei centri di accoglienza per immigrati nella nostra città a seguito delle notizie circolate nelle ultime settimane nel web che danno prossima l’apertura di un centro di accoglienza all’Hotel Villa Romana. Iniziativa certamente lodevole ma tardiva tanto da poterla paragonare all’aneddoto del mandriano che chiude “il recinto dopo che i buoi sono scappati”. Infatti è proprio così perché nella nostra Città i primi 30 immigrati arrivarono nel giugno del 2011 trovando ospitalità presso l’ostello del borgo , struttura di proprietà della curia vescovile destinata originariamente ad essere una dimora alberghiera e poi mutata a centro d’accoglienza. E’ quanto meno singolare che, solo oggi, il Consiglio comunale , con colpevole ritardo , decide di riunirsi per trattare l’argomento. Al fine d’informare correttamente l’opinione pubblica è estremamente importante fare un passo indietro nel tempo per raccontare per filo e per segno ogni singolo episodio di cui si sono resi protagonisti irresponsabili tutti coloro che adesso gridano “Al Lupo! Al lupo! Tutto quello che stava accadendo e soprattutto quello che poteva divenire in materia di aumento spropositato dei numeri della accoglienza avveniva sotto gli occhi di tutti …Sindaco, Giunta, Presidente del consiglio, consiglieri e partiti ma nessuno diconsi nessuno sollevò nessun tipo di richiesta o protesta al prefetto di Enna per avere risposte, chiarimenti e quant’altro potesse contribuire a rendere edotta la cittadinanza piazzese sul fenomeno immigrazione che da li a poco avrebbe interessato globalmente tutto il territorio. Nel 2013, una seconda struttura ricettiva di buon livello come il Park Hotel Paradiso venne rapidamente trasformata in centro di accoglienza ospitando circa 150 migranti . Dopo qualche mese la Prefettura dispose la chiusura del centro perché in alcune intercettazioni telefoniche degli indagati su “Mafia capitale” si faceva accenno che l’albergo poteva diventare un piccolo CARA con oltre 500 migranti, pertanto venne revocata l’autorizzazione con l’immediato smistamento dei migranti in altre strutture d’accoglienza isolane. In quel periodo solamente il sottoscritto Portavoce provinciale di Fratelli d’Italia AN con un manipolo di attivisti percepì che l’accoglienza dei migranti non si sarebbe più fermata recependo altresì le preoccupazioni di molti cittadini costretti a coabitare in zone del centro storico dove i migranti trovavano ospitalità diffusa in appartamenti ed abitazioni private. Nei mesi di luglio e agosto del 2014 furono allestiti diversi banchetti per una petizione popolare che chiedeva a livello nazionale lo stop all’operazione “Mare Nostrum” e limiti di ospitalità nella nostra Cittadina. Furono raccolte oltre 2000 firme documentate a cui seguì, invano, la richiesta di convocare il consiglio comunale. Se il Presidente del Consiglio Gianfilippo La Mattina fosse stato lungimirante , accogliendo le mie richieste scritte e verbali di riunire il consiglio comunale si sarebbero potute istituire, già nel 2014, delle linee d’indirizzo programmatiche per mettere dei paletti al numero dei migranti in città con un rapporto proporzionale al numero degli abitanti. Tra l’altro l’Amministrazione comunale aveva inserito ben 300,000 euro, per attività d’integrazione e assistenza al progetto ministeriale SPRAR e quindi si sarebbe dovuto intuire che l’arrivo dei migranti non si sarebbe fermato ad un solo centro di accoglienza (che per la cronaca è stato quello della Ass.Don Bosco) considerato le allettanti disponibilità economiche che il Governo già da tempo metteva a disposizione per incentivare l’accoglienza. Invece silenzio assoluto, indifferenza e superficialità regnavano sovrane nelle Istituzioni locali e in tutte le forze politiche nonostante le notizie di violenze fra gruppi di etnie diverse, risse, casi di prostituzione , spaccio di stupefacenti e anche del lavoro nero sommerso nell’agricoltura e nella edilizia., di cui i media si occupavano marginalmente e solo quando le notizie sfuggivano dalla cortina di omertoso silenzio finalizzato a non “allarmare” la Popolazione. Nel 2015 , il Consiglio comunale è costretto a riunirsi sull’onda della protesta del Comitato civico Santa Croce quando la Cooperativa “sud servizi” predispone un centro di accoglienza in una intera palazzina dell’aerea residenziale. Dopo una seduta vivace con accuse di razzismo da parte di un assessore e le forti proteste dei componenti del comitato il consiglio comunale delibera l’atto che non più di 25 migranti potessero essere ospitati nel complesso residenziale. Provvedimento inutile e totalmente disatteso dalle attuali presenze di circa 80 migranti residenti nel centro d’accoglienza. Anche in questa circostanza FDI AN prese subito posizione a fianco dei residenti presentando, tramite l’On. Sergio Rampelli, una interrogazione parlamentare al Ministro degli Interni Alfano. 2015 ,altra analoga protesta, questa volta dei commercianti, per l’altro centro di accoglienza realizzato nell’ex banco di Sicilia di via Garibaldi da parte della cooperativa “Città del sole”ed anche in questo caso FDI AN prese una forte e determinata posizione a favore dei Commercianti e dei residenti del centro storico mentre continuava il silenzio assoluto da parte del Sindaco, Giunta e Consiglio comunale. Nel 2016, in via Brunaccini al Monte, all’improvviso viene aperto un centro per minori non accompagnati che solleva altre proteste dei residenti del quartiere ma il Centro chiude quasi immediatamente per l’assenza di alcuna autorizzazione di accreditamento degli organi regionali e con provvedimento urgente del prefetto si procede al trasferimento dei minori in altre strutture siciliane. Sempre nel 2016 il Comune fa un bando , con fondi del ministero degli Interni, per individuare una struttura per ospitare 15 minori che si aggiudica la coop. Sud servizi che è tutt’ora attiva. Marzo 2017 , scoppia il caso Hotel Villa Romana con la notizia che un'altra cooperativa ( questa volta non di Piazza Armerina) potrebbe realizzare un centro d’accoglienza prima per 150 migranti adulti e poi più realisticamente per 60 minori. Quest’ultima notizia sta attualmente imperversando nel web con interviste , cartelloni , proteste più o meno spontanee e riunioni consiliari come un fulmine a ciel sereno. In verità non è così. In data 2 Dicembre 2016 ( ben 4 mesi prima) con nota scritta e con comunicato stampa pubblicato sul “La Sicilia” il Presidente del Consiglio veniva da me informato dell’imminente apertura di un ulteriore centro d’accoglienza presso un albergo cittadino e che sarebbe stato opportuno convocare urgentemente un consiglio comunale straordinario. La Mattina , anziché decidere rimette la decisione alla conferenza dei capigruppo ed in data 12/12/2016, verbale n.33 delibera di non dare alcun seguito alla richiesta perché - cito testualmente - “documento generico non corroborato da atti o fatti concreti”. Il risultato di tanta superficialità ed incompetenza è quello che oggi gli Hotel cittadini sono stati trasformati da strutture ricettive alberghiere a centri di accoglienza e il centro storico di fatto è abitato da molti extracomunitari.. Ovviamente il Sindaco e la sua Giunta hanno uguali e forse maggiori responsabilità in quanto non hanno fatto un bel nulla per razionalizzare gli arrivi e quanto meno scoraggiare ogni attività imprenditoriale indirizzata a realizzare ulteriori centri di accoglienza. Invece hanno favorito , con l’assenza di qualsiasi programma di sviluppo turistico e di riqualificazione urbana, la chiusura degli alberghi e la fuga dal centro storico delle attività artigiane, commerciali e dei residenti. Quali considerazioni finali a fronte della suddetta analisi che ha voluto riassumere le tappe dell’accoglienza dei migranti a Piazza Armerina? Il flusso migratorio che attraversa il canale di Sicilia , grazie ad una inefficace e spesso compiacente politica governativa, è un fenomeno che durerà a lungo. Ad oggi sono state disattese le norme di “salvaguardia” suggerite dall’ANCI ( Ass.naz.comuni italiani) e recepite dal Governo che prevede la proporzione di 2,5 migranti per mille abitanti e l’incompatibilità tra il sistema SPRAR e i CAS . A fronte di questi numeri è evidente che Piazza Armerina non potrebbe ospitare più di 100 migranti, tutorati in h24 e non lasciati spesso in balia di se stessi. Non è un bello osservare sistematicamente gruppi di extracomunitari che girovagano , senza meta, tra ville e giardini pubblici contribuendo ad alimentare, più o meno fondate, preoccupazioni di Cittadini soprattutto donne giovani e anziane. Così facendo si ridurrebbero le forme di preoccupazione e a volte d’ intolleranza di una parte della Collettività Piazzese per quanto concerne gli aspetti della sicurezza , del pubblico decoro, della salute pubblica. Gli organi di Polizia dovrebbero vigilare costantemente per evitare che episodi come quello di violenza avvenuta qualche giorno orsono in una palestra privata fa da parte di un extracomunitario non si verifichino mai più controllando costantemente gli ospiti stranieri per prevenire ogni possibile contaminazione con ambienti malavitosi dediti allo spaccio degli stupefacenti, alla prostituzione , al lavoro nero. Prefettura e Comune, per quanto di competenza, verificano i requisiti di professionalità, di adeguatezza ai criteri di ospitalità e sul controllo delle spese amministrative dei centri di accoglienza presenti in Città ? Esiste un costante controllo delle gestioni organizzative e finanziarie delle Cooperative al fine del contrasto del “business che accoglie” solo per sfruttare e mortificare la dignità umana che non ha colore né nazionalità ? Attualmente sono presenti sul territorio comunale di Piazza Armerina circa 300 migranti quasi tutti provenienti dall’Africa subsahariana di sesso maschile, femminile e minori non accompagnati, ospitati in tre centri di accoglienza gestiti dalle cooperative Don Bosco, Sud Servizi e Città del Sole. I centri di accoglienza hanno strutture centrali ma anche diffuse che interessano molte vie del centro storico. I migranti sono inseriti nei progetti SPRAR ( Sistema di Protezione Richiedenti Asilo) e nel sistema di accoglienza di secondo livello CAS ( Centri di accoglienza straordinari) con diverse decine titolari di borse lavoro presso imprese locali. Tutto quello che ho scritto non è mosso da alcuna pregiudiziale di tipo etnico, religioso, culturale ma ha solo l’intenzione di voler fare chiarezza su una problematica che sino ad oggi non è stata affrontata con equilibrio e consapevolezza dal Sindaco e dal Consiglio comunale. Piazza Armerina è una Città ospitale e generosa ed anche se i migranti – consentitemelo di affermarlo- vengono ( più che scappano) da zone disagiate e degradate socialmente ed economicamente dell’Africa più che dalle reali guerre dell’Irak e della Siria, per spirito cristiano e di solidarietà affermo che devono essere accolti dalla Comunità in attesa che le Autorità governative valutino i requisiti per il rilascio dello status di rifugiato , per trasferirsi in altro Paese europeo o per essere rimpatriati nel Paese di provenienza . L’accoglienza è un argomento che riguarda tutta la Comunità piazzese ed il primo passo per una soluzione indirizzata verso la tolleranza e per una gestione razionale dell’accoglienza è una corretta informazione. Partire dai dati reali, evitando allarmismi e titoli ad effetto “invasione”, “orda”, “emergenza” e cercando di far comprendere all’opinione pubblica la situazione reale, le cause e le implicazioni del fenomeno. In secondo luogo nella “buona accoglienza” è possibile introdurre dei controlli per la gestione delle strutture e per la successiva integrazione dei rifugiati. Per questo, il costante monitoraggio delle attività sul campo e la messa in rete delle buone pratiche si rivela un’azione importante almeno quanto la gestione stessa delle strutture. Fabrizio Tudisco