lunedì 22 settembre 2014

REFERENDUM : UNA VITTORIA CHE FORSE NON SERVIRA' A NULLA

Come da pronostici si è conclusa la partita del referendum con la vittoria della squadra dei Si con quasi 4.500 voti e 21,6 % di percentuale. Una vittoria viziata dalla mancanza dell'avversario e dalle incerte regole di gioco che, probabilmente, ne inficeranno il risultato a conclusione di una delle più brutte pagine della storia di Piazza Armerina. Adesso sarà l'Assessorato regionale agli Enti Locali a stabilire se il risultato del referendum è valido per la mancanza del raggiungimento del quorum. Un fatto comunque è ineludibile che meno di un terzo degli elettori piazzesi ha deciso per tutti l'adesione al Libero Consorzio di Catania.

sabato 13 settembre 2014

E I FORESTALI DOVE ANDRANNO?

COMUNICATO STAMPA L’imminenza della consultazione referendaria di giorno 21 settembre e la necessità di dare profondi spunti di riflessione all’elettorato Piazzese per una scelta di voto consapevole e lungimirante per lo sviluppo di Piazza Armerina e del territorio, m’inducono ad aggiungere alle pregresse motivazioni – già rese note- per votare NO al libero consorzio di Catania la seguente ulteriore motivazione: Piazza Armerina ha, tra le principali risorse occupazionali, circa trecento braccianti agricoli-forestali nelle diverse tipologie di 78,101 e 151 giornate lavorative che consentono ad una fetta consistente delle Famiglie Piazzesi di sopravvivere grazie alle risorse boschive del territorio provinciale di Enna. La nuova e scadente legge sull’istituzione dei liberi consorzi ancora ad oggi non specifica chiaramente le competenze amministrative dei nuovi organismi territoriali anzi li demanda ad una successiva legge regionale. Pertanto legittimamente esterno la mia profonda preoccupazione che la consistente forza-lavoro ed occupazionale dei braccianti agricoli-forestali di Piazza Armerina ,in un contesto di cambiamento territoriale con il libero consorzio di Catania/Gela con le relative incognite che lo accompagnano, possa essere gravemente compromessa e danneggiata nei diversi aspetti logistici ed economici con possibili trasferimenti e spostamenti territoriali dei lavoratori su Catania o Gela. Pertanto, rivolgo a tutti i Braccianti agricoli-forestali di Piazza Armerina l’appello a votare NO al referendum confermativo del 21 settembre al fine di aderire ( e restare) con il Libero Consorzio di Enna. Piazza Armerina 11 settembre 2014 FabrizioTudisco Portavoce prov. Fratelli d’Italia A.N.

mercoledì 10 settembre 2014

"POVERA PIAZZA ARMERINA A CHE PUNTO CI SIAMO RIDOTTI" - PRESI A PESCI IN FACCIA DAI GELESI !!! PIAZZESI, ALZATE LA TESTA !!!OGGI SI PARLA DI ADERIRE AL LIBERO CONSORZIO DI GELA (RIFIUTI CONNESSI). SIAMO ALLA FOLLIA !

IL SINDACO MIRODDI LEGGE IN CONSIGLIO COMUNALE LA COMUNICAZIONE DEL SINDACO DI GELA CHE CHIEDE L'ESCLUSIONE DEL COMUNE DI PIAZZA ARMERINA DALLA NUOVA SOCIETA' DI GESTIONE DEI RIFIUTI. 09/09/2014
QUESTO POST E' STATO SCRITTO SU QUESTO BLOG martedì 17 giugno 2014 RIFIUTI : Mentre a Piazza Armerina hanno fatto di tutto e di più per aderire alla SRR CL2 a Gela succede questo... quotidianodigela.it ATTUALITÀ La città tra i rifiuti e scoppia la protesta: Tekra sotto accusa sulla differenziata Stampa Email Dettagli Data pubblicazione Lunedì, 16 Giugno 2014 10:58 Scritto da redazione Gela. Confusione totale sulla raccolta differenziata. La città è immersa nell’immondizia non perché vi sia in atto una serrata degli operatori ecologici ma solo perché non ci sono più cassonetti. In ogni angolo della città rifiuti lasciati dove prima c’erano i contenitori. La ditta Tekra viene accusata di non aver operato una dovuta campagna informativa. Centinaia di famiglie non hanno ricevuto i sacchetti tantomeno la brochure informativa. L’ufficio Urp del Comune è stato invaso da mail e telefonate di protesta. Molte arrivano dal quartiere Macchitella. “Non abbiamo balconi – scrivono – non possiamo tenere i rifiuti organici dal venerdì al lunedì in casa con la puzza di resti di pesce, sugo o altre sostanze alimentari. E quelle persone che hanno anziani disabili in casa? O i pannolini dei neonati?”. Insomma l’esordio non è promettente e la gente continua a lasciare l’immondizia là dove prima c’erano i cassonetti. A proposito, ma che fine hanno fatto i soldi che l’ex Ato Cl2 aveva destinato alla campagna di informazione per la differenziata? (bando da 4000 mila euro) ...E NOI,QUASI UN ANNO FA, SCRIVEVAMO QUESTO : Il passaggio del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani dalla Società EnnaEuno a SRRCL2 deciso dalla precedente Amministrazione comunale ( confermato anche dall’attuale Amm.ne)con la motivazione di un abbattimento dei costi e del rilevante miglioramento del servizio con il trascorrere dei giorni si fa sempre più debole in relazione alle notizie sempre più precise che descrivono una realtà ben diversa. Pertanto prima che sia troppo tardi per poter recedere da ogni vincolo di natura legale e amministrativa, nel tentativo di fare chiarezza, mi permettoquale responsabile comunale di Fratelli d'Italia di invitare il Sindaco Miroddi e tutte le forze politiche presenti in consiglio comunale a fare delle riflessioni : Il comune di Piazza Armerina, attualmente, paga 3.600.000,00 € circa per il servizio di igiene urbana, conferimenti in discarica compresi. Il cantiere è composto da 48 unità.L’ATO EN1 ha redatto in data giugno 2013 il progetto per il servizio da svolgere nella Città, conferimenti compresi, con servizio di raccolta porta a porta nel centro storico, per un costo totale pari a 3.644.000,00€.(anche aggiungendo l’iva della fattura emessa al 21% (770.000,00€ circa) ed un minimo di servizi aggiuntivi, non verrebbero superati comunque i 4.500.000,00€. (ricordiamoci che l’iva non dovrebbe essere un costo!!!!) La SRR CL 2, SRR a cui ha aderito Piazza Armerina, ha proposto un progetto per un costo totale di 5.125.000,00€. A tale costo bisogna aggiungere le 6 unita assegnate al cantiere di igiene urbana più gli 11 impiegati tecnici-amministrativi di cui il comune ha già notizia ufficiale da prendere in carico pare anche con l’intimazione dell’Assessorato reg Energia e Pubblica Utilità in quanto facenti parte della quota azionaria che il comune ha tutt’oggi dell’ATO EN1. A tal uopo ai 5.125.000,00€ del progetto proposto bisogna aggiungere il costo delle suddette 17 unità. Ipotizzando un costo medio di 45.000,00€ annuo per unità, pari a 765.000,00€ annui, porterebbe il costo totale del servizio offerto da CL 2 a 5.890.000,00€!!!!! Significherebbe aumentare del 60% circa i costi . Il Dipartimento Regionale Acque e rifiuti, ha imposto alla SRR CL2 di prendere in organico la quota parte di personale tecnico amministrativo di ennaeuno afferente alle quote di piazza armerina , pertanto ne deriva che: Ø visto il progetto proposto da CL2 per il servizio di igiene urbana per il comune di Piazza per un totale di 5.125.000,00€; aggiungendo le 15 unità inserite nell’elenco da EnnaEuno in carico al comune di piazza; si ha una prova tangibile che il costo del servizio per il comune di piazza arriverà a superare i 6.000.000,00€. Ø Il cantiere di piazza, con attualmente 40 operativi ed 8 tra sorvegliante, capisquadra, coordinatori ecc, si troverà ad avere 40 operativi e 23 impiegati! Ø Alla luce di quanto esposto non sarebbe urgente e più opportuno convocare, nelle sedi istituzionali, le concertazioni necessarie al passaggio “in nuce” per definire tutti gli aspetti al meglio piuttosto che ricorrere eventualmente in sede legale con aggravi spesa per le casse comunali visto il brevissimo tempo rimasto (solo 10giorni, compresi 2 sabati e 2 domeniche, da oggi!!!!)? Se la società EnnaEuno avesse attivato le procedure di mobilità e licenziamento del personale in carico a Piazza Armerina come mai nessuna forza sindacale sta predisponendo azioni in difesa di questi lavoratori? v Un appalto da 6.000.000 di euro anno è di così poco conto per le casse del comune? v Il bilancio non ne risentirà della maggior spesa di più di 2.500.000,00€? v Come farà il sindaco, la giunta ed il consiglio comunale a giustificare tale operato? Le 15 unità assegnate al comune di Piazza Armerina da ennaeuno fanno parte di due blocchi diversi: - il primo blocco composto da 6 unità assegnato al cantiere di igiene urbana a mezzo di apposito ordine di servizio. Tale blocco va ad aggiungersi ai 48 a libro matricola del comune di piazza; - il secondo blocco composto da 9 unità è la dote di personale tecnico amministrativo che s’ impone a SRRCL2 di prendere in carico. Quindi, posto che per i 48 a libro matricola non dovrebbero esserci problemi visto che per i 9 tecnici amministrativi vi è la sicurezza dettata dalla nota regionale ne consegue che il problema di possibili licenziamenti, disagi e problemi ricadrebbero tutti in capo ai 6 sfortunati assegnati al servizio di igiene urbana di piazza con ordine di servizio. Il CCNL è stato rispettato? Come farà il sindaco a giustificare tale maggior costo? Non solo…..non bisogna dimenticare che la SRR CL2 ha già comunicato ufficialmente al comune che il servizio si può espletare benissimo con 35 unità e che quindi ci sono 13 esuberi rispetto l’organico in essere al 24.08.2013 u.s. e che non intende reintegrare tale forza lavoro man mano che per pensionamenti o altra causa il numero originario dei 48 diminuirà. (Anche tale assunto è impossibile da praticare! Perche se vanno in pensione 5 autisti…che faccio non reintegro autisti? Faccio guidare i mezzi pesanti a chi non ha i requisiti ?) Bisogna anche sapere, come palesato da tutte le parti, che i nuovi consorzi di comuni (quelle che furono le provincie) saranno ridisegnati sulle costituende SRR. In realtà logica vuole che avvenga il contrario, come previsto dalla legge 9/2010. Ma essendosi costituite prima le srr saranno i consorzi dei comuni ad essere ridisegnati sulle srr. Questo significa che, partecipando ad una srr con comuni quali Gela, Niscemi, Mazzarino, Riesi ecc il comune di Piazza armerina sarà uno dei tanti e non la perla principale fra i 21 della provincia come fin’ora è stato con Enna. Piazza Armerina non potrà mai competere per numero di abitanti con Gela con il conseguenziale ridimensionamento d’importanza politica e sociale. Attualmente Piazza Armerina vanta 2 deputati regionali ed è sede della Diocesi. Pertanto con questo spostamento su un asse geografico e politico totalmente sbilanciato per numero di abitanti potremmo perdere la possibilità di mantenere e rieleggere 2 deputati regionali ; la sede della Diocesi potrebbe essere messa in discussione in quanto Gela più grande e capofila potrebbe rivendicarne la titolarità cancellando la realtà religiosa, storica e culturale che vanta da secoli la nostra Città. A questo punto chiedo : qual è l’utilità dell’adesione alla SRR CL2? Minor costo del servizio di igiene urbana?... NO! Acquisizione di prestigio turistico, sociale, culturale e politico?... NO! Agevolazioni sul piano delle infrastrutture e dei servizi?.... NO! SRRCL2……CUI PRODEST? FabrizioTudisco

PIAZZA ARMERINA 9/9/2014 - BASTA MARE NOSTRUM - NO CLANDESTINI : GIANNI ALEMANNO HA PRESENTATO LA PROPOSTA DI FDI-AN

MARE NOSTRUM O “MARE MOSTRUM”? OLTRE LA PROPAGANDA, UN FALLIMENTO ANNUNCIATO E UNA TRAGEDIA UMANITARIA fermare mare nostrum Da stime recenti, in Italia lavorano già circa 4 milioni di stranieri regolari e circolano circa 650.000 immigrati clandestini, o aggiornando il politicamente corretto in seguito alla depenalizzazione della clandestinità, immigrati irregolari. Solo dall’avvio dell’operazione Mare Nostrum, lo scorso ottobre, complessivamente oltre 120.000 immigrati irregolari sono arrivati sulle nostre coste. Anche se non è corretto asserire che siano “arrivati”. Il paradosso, di gravità inaudita, è il seguente: gli scafisti – che in ogni barcone non vedono esseri umani, bensì ingenti guadagni magari da devolvere al terrorismo islamico – lanciano il segnale di SOS dopo essersi allontanati dalle coste libiche per poche decine di miglia; dalle basi preposte viene disposto il “salvataggio” inviando in acque territoriali non italiane le navi della nostra Marina Militare, che prelevano gli immigrati per trasportarli nei porti italiani designati (chiedere ai cittadini di Augusta, di Pozzallo o di Porto Empedocle, testimoni della prima ora). Si ricordi che questa operazione venne concepita sull’onda emotiva della prima tragedia di Lampedusa, ma non doveva essere difficile prevedere che essa avrebbe moltiplicato il numero di esseri umani pronti a rischiare la vita per tentare l’approdo nel nostro Paese. Ad oggi si contano quasi 2.000 morti in mare dall’inizio dell’operazione, numeri tanto crudi quanto clamorosamente superiori a quelli degli anni precedenti all’operazione stessa (compreso il periodo particolarmente instabile della “Primavera araba”). Ma la tragedia umanitaria alimentata da questa operazione, che abbiamo ribattezzato “Mare Monstrum”, non si esaurisce con i naufragi: migliaia di sbandati si disperdono sul nostro territorio nazionale, a cominciare dalla Sicilia e dalle altre regioni meridionali, o tentano di ricongiungersi ai loro parenti nel resto d’Europa, sfidando i respingimenti dei paesi confinanti sull’arco alpino. Il destino segnato per la maggioranza di questi disperati è quello di diventare le nuove leve per la criminalità organizzata (droga, prostituzione, tratta di minori), i nuovi operai sottocosto o in nero per imprenditori senza scrupoli, dopo essere stati sfruttati dagli speculatori di un rinvigorito business dei centri di accoglienza. Un drammatico darwinismo sociale in cui la selezione degli esseri umani che devono morire o vivere, o forse soltanto sopravvivere, la fanno prima gli scafisti, poi il mare, poi le malattie da contagio più e meno mortali, infine il malaffare nostrano. Tutte queste considerazioni si fanno ancora più stringenti in un momento in cui l’Italia può essere toccata, attraverso i flussi migratori incontrollati, da due gravi emergenze: quella sanitaria e quella del fondamentalismo. La salute pubblica è a rischio, come emerge dalle recenti denunce dei sindacati di Polizia in merito al contagio da tubercolosi e dagli allarmi continui lanciati dall’Oms (Organizzazione mondiale della sanità) sulla diffusione in Africa occidentale del virus Ebola, che ha già causato più di 1.900 vittime. Infine, il fondamentalismo islamico, con la terribile minaccia che viene dall’Isis in Medioriente, sta mettendo radici sempre più forti nelle nostre città, moltiplicando segnali inquietanti di propaganda ideologica, predicazione pseudo-religiosa e reclutamento di miliziani. I flussi migratori incontrollati possono contribuire a portare fanatici o agenti provocatori del terrore fondamentalista sul nostro territorio, mentre molti degli scafisti utilizzano i loro guadagni per finanziare le milizie jihadiste. LA RETE DELL’ACCOGLIENZA: UNO STRUMENTO DELLA SOLIDARIETÀ O UNA MACCHINA MANGIASOLDI? A proposito della “Rete dell’accoglienza”, bisogna denunciare la precarietà del sistema e l’intreccio di interessi economici in atto, sul quale sarebbe auspicabile che la magistratura iniziasse a far luce. Ormai sorgono ovunque centri di accoglienza, qualificati come “emergenziali”, in cui vengono ospitati centinaia di immigrati irregolari, in assenza dei requisiti abitativi, strutturali e sanitari che sarebbero richiesti in qualunque struttura ad uso pubblico. Poi ci sono i centri di accoglienza tipizzati dal Viminale (come da elenco sul sito web istituzionale) che, sempre in nome dell’emergenza permanente, ospitano più del doppio dei migranti che potrebbero alloggiarvi. La logica è quella di favorire l’emergenza permanente per gestire, con procedure e standard meno rigidi, i finanziamenti a pioggia destinati alla gestione del fenomeno migratorio. Per assistere profughi e migranti il nostro Paese ha già speso oltre 600 milioni di euro e, se gli sbarchi proseguiranno con questo ritmo il budget supererà il miliardo di euro entro l’inverno. Va ricordato che per questa operazione il Viminale stanzia dai 30 ai 50 euro al giorno per dare alloggio e vitto a ogni assistito (con una spesa di almeno 45 mln al mese), mentre i fondi a disposizione per la Marina Militare per far fronte al carburante e alle indennità degli equipaggi (9,3 mln al mese) stentano a coprire le necessità. La Marina Militare sul Mediterraneo e le Forze dell’ordine sul suolo nazionale vengono svilite in ruoli inappropriati, sottraendo risorse alle rispettive funzioni originarie, ovvero la difesa dei confini territoriali e la sicurezza delle città. Secondo dati Istat, in Italia il tasso di disoccupazione ha toccato il record storico del 12,6% (nel Sud al 20,3%), con il dramma specifico della disoccupazione giovanile pari al 42,9% (nel Sud al 56%). Sempre l’Istat stima 10 milioni di Italiani che vivono in condizioni di povertà relativa, di cui 6 milioni che sopravvivono in condizioni di povertà assoluta. Un paese ridotto in queste condizioni può continuare a sopportare un simile sforzo? DA “FRONTEX PLUS” A “TRITON”: CAMBIARE NOME PER NON CAMBIARE NULLA. Dopo molte sollecitazioni da parte del Governo italiano, l’intervento dell’Unione europea appare del tutto inadeguato. La nuova operazione, dopo aver cambiato il nome dal suono farmaceutico “Frontex Plus” in “Triton”, non aggiunge nulla né in terminieconomici né in termini operativi. Si ricordi che Frontex è un’agenzia europea con sede a Varsavia (nonostante le nostre molteplici richieste di trasferirla in Italia) con una dotazione di circa 8 milioni di euro annui. Per Triton è previsto uno stanziamento di 3 milioni al mese, a fronte dei 9,3 mln che l’Italia spende ogni mese solo per le operazioni in mare. Con la premessa implicita che il governo italiano rifinanzi Mare Nostrum ad ottobre. Dal punto di vista operativo le navi europee si muoveranno su una linea molto più arretrata di quelle italiane, ma continueranno a portare sulle nostre coste i migranti salvati per lasciarli alla nostra assistenza. Infatti nel nuovo regolamento comunitario “Dublino III” viene confermato che lo Stato membro competente a gestire la richiesta di asilo per il migrante è la Nazione di primo approdo, cioè l’Italia. La valutazione di questa richiesta deve essere espletata entro un termine di 6-12 mesi: un intervallo di tempo in cui gli immigrati irregolari, coscienti di non possedere i requisiti necessari, si danno alla fuga disperdendosi nel nostro territorio nazionale. LE NOSTRE PROPOSTE PER CANCELLARE “MARE NOSTRUM”, GARANTENDO SICUREZZA E SOLIDARIETÀ Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale chiede il blocco immediato dell’operazione “Mare Nostrum”, l’arresto dei flussi migratori nei porti di partenza e la creazione sulle coste nordafricane di presidi internazionali in cui richiedere l’asilo politico. Il Governo italiano deve impegnare le Nazioni Unite e l’Unione Europea ad istituire centri di assistenza sulle coste africane, in modo da verificare in partenza chi ha veramente diritto a richiedere asilo politico. Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale si batte per l’introduzione di meccanismi più stringenti per definire chi realmente ha diritto alla qualifica di rifugiato politico, qualifica che deve essere attribuita soltanto a coloro che sono oggetto di reali persecuzioni politiche, religiose ed etniche. L’assistenza dei richiedenti asilo e dei rifugiati deve essere redistribuita tra gli Stati membri, rivedendo il Regolamento comunitario “Dublino III” per cambiare il principio secondo cui l’accoglienza dell’immigrato spetta esclusivamente allo Stato di primo approdo. L’intervento della Marina Militare e delle navi messe a disposizione dall’Ue deve essere limitato alle nostre acque territoriali o finalizzato, in acque internazionali, ad assistere e riportare gli immigrati nei porti di provenienza. Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale chiede la reintroduzione del reato di immigrazione clandestina, incredibilmente cancellato con il voto favorevole, non solo della maggioranza che sostiene il Governo Renzi, ma anche di Forza Italia. Infatti la previsione di questo reato non ha mai impedito il soccorso degli immigrati in mare, né costretto nessuno nelle patrie galere, ma è servita soltanto per rendere effettive le procedure di espulsione dei clandestini. Senza questo reato l’immigrazione clandestina diventa una semplice infrazione amministrativa che non può garantire l’effettività dell’espulsione. L’Italia deve pretendere dall’Europa che venga riconosciuta la “clausola della Nazione più esposta”, in modo da poter applicare automaticamente la normativa più restrittiva tra quelle in vigore nella Ue. Perché mentre in Italia si allargano le maglie dell’immigrazione, le altre nazioni europee applicano leggi sempre più severe. A cominciare dalla Germania che si accinge ad approvare una norma per espellere dai suoi confini i cittadini stranieri, anche comunitari, privi di lavoro da più di sei mesi. È necessario che le procedure di espulsione siano automatiche per tutti gli immigrati che commettono reati penali, mentre nel caso delle condanne più gravi è necessario siglare degli accordi internazionali che garantiscano che gli immigrati comunitari ed extracomunitari scontino la pena nei loro paesi di origine. Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale chiede di reintrodurre la programmazione dei flussi migratori, in base al tasso di disoccupazione nazionale e all’effettiva necessità di lavoratori dei diversi settori produttivi. È necessario infatti che l’arrivo di immigrati autorizzati non produca un aumento del tasso di disoccupazione e una concorrenza al ribasso nel mercato del lavoro, senza contare gli effetti negativi che i flussi incontrollati generano sul diffondersi del lavoro nero e nell’economia sommersa o criminale. Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale chiede che nella distribuzione dei servizi sociali vengano evitate situazioni paradossali in cui gli italiani risultino svantaggiati rispetto agli immigrati. In questo bisogna distinguere tra servizi sociali e sanitari di prima necessità, per i quali bisogna garantire l’universalità dei diritti tutte le persone, e gli altri servizi sociali (casa, mense scolastiche, asili nido…) in cui bisogna evitare, con una opportuna formulazione dei punteggi, l’esclusione automatica delle famiglie italiane. Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale esprime piena solidarietà alle forze di polizia in agitazione contro il blocco degli stipendi e i tagli al comparto sicurezza. I diversi governi che si sono susseguiti in questi anni hanno progressivamente tagliato le risorse e gli stipendi del comparto sicurezza. Questo sta generando un gravissimo disagio in tutte le forze di polizia ed un’oggettiva diminuzione della tutela della sicurezza e della legalità in Italia. Tutto questo in un momento in cui, con il diffondersi della criminalità organizzata, della minaccia fondamentalista, dell’immigrazione clandestina e della microcriminalità urbana, sarebbe invece necessario concentrare risorse su questo comparto. Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale chiede al Governo Renzi e al Ministro degli Interni di aprire subito un tavolo di trattative con le forze sindacali e con i Cocer per dare risposte alle giuste rivendicazioni del personale in divisa. Le risorse liberate dal blocco dell’operazione “Mare Nostrum” potrebbero essere utilizzate per cancellare i tagli agli stipendi e ai finanziamenti del comparto sicurezza. LA SICILIA SI MOBILITA PER FERMARE “MARE MONSTRUM”