martedì 18 luglio 2017

Punto e Virgola di Ambra Taormina - Piazza Armerina, the day after: Il silenzio dei buonisti

"Il silenzio è d'oro". Questa, è una massima difficilmente adattabile al mondo degli uomini; ma, credetemi, deve saperlo bene chi, invece, almeno una volta nella vita, ha provato ad aggirarsi per una cella frigorifera. Le carcasse dei malcapitati animali appese in fila, o - nel migliore dei casi - i formaggi freschi di un'industria casearia stipati in ordine al riparo dalla calura deteriorante, emanano la freschezza decorosa del silenzioso rispetto. Lì hai sempre ragione, anche quando ce l'hai per davvero; nessuna contraddizione banale e faziosa, forzata come pungono le zanzare d'estate. Un po' come oggi i piazzesi veri, quelli del G580 DOC, si sono svegliati sotto il sole di luglio con presto scoperchiata la cappa opprimente del buonismo ortodosso. Si sente un po' più caldo? Paradossalmente no: ci si sente totalmente appagati dal fresco dello stare dalla parte del giusto. Alla luce dei fatti verificatisi nella giornata dello scorso lunedì, benedetti da un sovvertimento ready-made dei cardini della dimensione sociale e civile, italiana ed armerina, provocati da chi abusa delle moderne conquiste del fare europeista, da chi si barrica dietro all'abuso di...'Dublino!' e prima ancora di...'Ginevra!' - non nomi comuni, ma sempre più impopolari convenzioni scadute nell'anticonvenzionale e nel cattivo gusto - è aperta e dichiarata la lotta al sacrosanto diritto di recuperare la buona fede nel quieto vivere. Nessuna psicosi in atto, nessun disagio cerebrale. Semplicemente, la gente che lamenta il degrado diffuso di cui unica colpevole è l'incontrollata presenza sul territorio di clandestini mascherati da profughi e rifugiati richiedenti asilo - in numero ben maggiore rispetto alla proporzione prevista in origine di tre migranti ogni mille abitanti, e in fuga da fantomatiche guerre di cui stranamente i media non parlano - è la stessa che accusa il colpo di non sentirsi più a proprio agio in casa propria. La stessa fetta di popolazione stanca di vedersi minacciata da presenze senza identità e dal dubbio passato - per gran parte addirittura sconosciuto al suolo italiano su cui poggiano i piedi - e che in queste ore rende meritato omaggio alle forze dell'ordine, paga dell'operato di pronto intervento andato a buon fine, ma non senza problemi, contro un gruppo di sovversivi provenienti da Nigeria, Guinea, e Chad resisi responsabili di disordini cittadini in stile Mau Mau nei villaggi del Kenya ai tempi del colonialismo, e che in tutta Italia ha purtroppo l'aggravante di non rappresentare un fenomeno isolato. Ma a vederci chiaro, i danni alla nostra comunità non derivano solo da quella che appare una lenta ma reale ed effettiva sostituzione etnica attuata a partire dal governo centrale 'democratico', da cui la trasformazione del nostro Paese in uno sgabuzzino per immigrati clandestini, ma dalla comunità stessa di presunti italiani o italioti che di tale sostituzione o trasformazione sono - forse ignari, col beneficio del dubbio - complici e tramite diretti, portavoce a turno di idee quanto mai strampalate sull'accoglienza indiscriminata, e altrettanto pronti di spirito nel giustificare i comportamenti assolutamente anomali e fuorilegge, di cui si stanno rendendo sempre più di frequente protagonisti quelli ingrati tra gli sconosciuti ospiti. Forse, costoro, che vivono quotidianamente nella Terra di Pan a suonare il flauto magico, e danzano a piedi nudi attorno al fuoco, con Bacco, la danza della pioggia, non sanno che in qualsiasi Paese civile che si rispetti, l'esclusiva del problema non è da attribuire alla favola dell'accoglienza e della fratellanza cristiana (e vissero tutti felici e contenti), ma si sposta necessariamente sui severi e dovuti controlli - mediati da appositi e seri, ma soprattutto rispettati alla lettera, disegni di legge (da ricordare la sfortuna della "Bossi-Fini") - che regolino i flussi migratori (a maggior ragione se coatti) così come si dovrebbe in una nazione di tutto rispetto e che abbia interesse a mantenere intatta la propria immagine e identità mondiale, dando spazio e prestando attenzione alle esigenze e all'incolumità di chi tale nazione la crea con il lavoro, quindi su una conseguente ponderazione delle richieste d'asilo, che comporti in ultimo l'arginazione di quello che, più che uno stato di emergenza, è da ritenere una cattiva abitudine maturata nel corso degli ultimi anni, complice la 'macchina umana del business'; insomma, un fenomeno che i media riportano come cresciuto sensibilmente dall'inizio del 2017. E tra il benestare delle leggi affonda-Italia del governo, la consueta assenza di provvedimenti dell'amministrazione comunale piazzese, e la simpatia inquietante delle maschere sardoniche dell'accoglienza, anche Piazza Armerina è fornace e vaso che trabocca di allettanti profughi spillasoldi, le nuove miniere d'oro dei buoni samaritani come manco ce n'erano ai tempi di Gesù! E perché come si dice dalle nostre parti:"una mano lava l'altra, e tutte e due lavano la faccia!" che tradotto, poi, teoricamente non significa neanche ciò che sembra, in quanto laddove esiste la complicità tra profughi e centri d'accoglienza, questi ultimi non sono nuovi in quanto al fare emergere situazioni di degrado, come effettivamente dimostra il recente caso di un centro d'accoglienza di Giarre i cui proprietari sono finiti in manette per riduzione in schiavitù degli ospiti. E la Boldrini!? Come non rivolgere un pensiero alla Boldrini! Ebbene, la paladina impenitente del diritto d'asilo urbi et orbi, l'idolo indiscusso degli impuniti radical chic del Bel Paese, si è premurata in data odierna di far sapere a quanti e 'come' ne stimassero l'operato alla Camera, che per questioni strettamente legate al suo innato sentimentalismo che pretende falsamente di fare di tutti gli italiani un fascio, sarebbe necessario approvare lo Ius Soli prima della conclusione della legislatura. Insomma, succede un pò banalmente come per un ladro che pretende di svaligiare una banca prima dell'arrivo della polizia! A lei e a quanti ne 'trainano' il pensiero, sarebbe opportuno ricordare che la cittadinanza non è un diritto neanche per tutti quei figli cretini di mamme italiane sempre incinte. Ambra Taormina