martedì 18 luglio 2017

Punto e Virgola di Ambra Taormina - Piazza Armerina, the day after: Il silenzio dei buonisti

"Il silenzio è d'oro". Questa, è una massima difficilmente adattabile al mondo degli uomini; ma, credetemi, deve saperlo bene chi, invece, almeno una volta nella vita, ha provato ad aggirarsi per una cella frigorifera. Le carcasse dei malcapitati animali appese in fila, o - nel migliore dei casi - i formaggi freschi di un'industria casearia stipati in ordine al riparo dalla calura deteriorante, emanano la freschezza decorosa del silenzioso rispetto. Lì hai sempre ragione, anche quando ce l'hai per davvero; nessuna contraddizione banale e faziosa, forzata come pungono le zanzare d'estate. Un po' come oggi i piazzesi veri, quelli del G580 DOC, si sono svegliati sotto il sole di luglio con presto scoperchiata la cappa opprimente del buonismo ortodosso. Si sente un po' più caldo? Paradossalmente no: ci si sente totalmente appagati dal fresco dello stare dalla parte del giusto. Alla luce dei fatti verificatisi nella giornata dello scorso lunedì, benedetti da un sovvertimento ready-made dei cardini della dimensione sociale e civile, italiana ed armerina, provocati da chi abusa delle moderne conquiste del fare europeista, da chi si barrica dietro all'abuso di...'Dublino!' e prima ancora di...'Ginevra!' - non nomi comuni, ma sempre più impopolari convenzioni scadute nell'anticonvenzionale e nel cattivo gusto - è aperta e dichiarata la lotta al sacrosanto diritto di recuperare la buona fede nel quieto vivere. Nessuna psicosi in atto, nessun disagio cerebrale. Semplicemente, la gente che lamenta il degrado diffuso di cui unica colpevole è l'incontrollata presenza sul territorio di clandestini mascherati da profughi e rifugiati richiedenti asilo - in numero ben maggiore rispetto alla proporzione prevista in origine di tre migranti ogni mille abitanti, e in fuga da fantomatiche guerre di cui stranamente i media non parlano - è la stessa che accusa il colpo di non sentirsi più a proprio agio in casa propria. La stessa fetta di popolazione stanca di vedersi minacciata da presenze senza identità e dal dubbio passato - per gran parte addirittura sconosciuto al suolo italiano su cui poggiano i piedi - e che in queste ore rende meritato omaggio alle forze dell'ordine, paga dell'operato di pronto intervento andato a buon fine, ma non senza problemi, contro un gruppo di sovversivi provenienti da Nigeria, Guinea, e Chad resisi responsabili di disordini cittadini in stile Mau Mau nei villaggi del Kenya ai tempi del colonialismo, e che in tutta Italia ha purtroppo l'aggravante di non rappresentare un fenomeno isolato. Ma a vederci chiaro, i danni alla nostra comunità non derivano solo da quella che appare una lenta ma reale ed effettiva sostituzione etnica attuata a partire dal governo centrale 'democratico', da cui la trasformazione del nostro Paese in uno sgabuzzino per immigrati clandestini, ma dalla comunità stessa di presunti italiani o italioti che di tale sostituzione o trasformazione sono - forse ignari, col beneficio del dubbio - complici e tramite diretti, portavoce a turno di idee quanto mai strampalate sull'accoglienza indiscriminata, e altrettanto pronti di spirito nel giustificare i comportamenti assolutamente anomali e fuorilegge, di cui si stanno rendendo sempre più di frequente protagonisti quelli ingrati tra gli sconosciuti ospiti. Forse, costoro, che vivono quotidianamente nella Terra di Pan a suonare il flauto magico, e danzano a piedi nudi attorno al fuoco, con Bacco, la danza della pioggia, non sanno che in qualsiasi Paese civile che si rispetti, l'esclusiva del problema non è da attribuire alla favola dell'accoglienza e della fratellanza cristiana (e vissero tutti felici e contenti), ma si sposta necessariamente sui severi e dovuti controlli - mediati da appositi e seri, ma soprattutto rispettati alla lettera, disegni di legge (da ricordare la sfortuna della "Bossi-Fini") - che regolino i flussi migratori (a maggior ragione se coatti) così come si dovrebbe in una nazione di tutto rispetto e che abbia interesse a mantenere intatta la propria immagine e identità mondiale, dando spazio e prestando attenzione alle esigenze e all'incolumità di chi tale nazione la crea con il lavoro, quindi su una conseguente ponderazione delle richieste d'asilo, che comporti in ultimo l'arginazione di quello che, più che uno stato di emergenza, è da ritenere una cattiva abitudine maturata nel corso degli ultimi anni, complice la 'macchina umana del business'; insomma, un fenomeno che i media riportano come cresciuto sensibilmente dall'inizio del 2017. E tra il benestare delle leggi affonda-Italia del governo, la consueta assenza di provvedimenti dell'amministrazione comunale piazzese, e la simpatia inquietante delle maschere sardoniche dell'accoglienza, anche Piazza Armerina è fornace e vaso che trabocca di allettanti profughi spillasoldi, le nuove miniere d'oro dei buoni samaritani come manco ce n'erano ai tempi di Gesù! E perché come si dice dalle nostre parti:"una mano lava l'altra, e tutte e due lavano la faccia!" che tradotto, poi, teoricamente non significa neanche ciò che sembra, in quanto laddove esiste la complicità tra profughi e centri d'accoglienza, questi ultimi non sono nuovi in quanto al fare emergere situazioni di degrado, come effettivamente dimostra il recente caso di un centro d'accoglienza di Giarre i cui proprietari sono finiti in manette per riduzione in schiavitù degli ospiti. E la Boldrini!? Come non rivolgere un pensiero alla Boldrini! Ebbene, la paladina impenitente del diritto d'asilo urbi et orbi, l'idolo indiscusso degli impuniti radical chic del Bel Paese, si è premurata in data odierna di far sapere a quanti e 'come' ne stimassero l'operato alla Camera, che per questioni strettamente legate al suo innato sentimentalismo che pretende falsamente di fare di tutti gli italiani un fascio, sarebbe necessario approvare lo Ius Soli prima della conclusione della legislatura. Insomma, succede un pò banalmente come per un ladro che pretende di svaligiare una banca prima dell'arrivo della polizia! A lei e a quanti ne 'trainano' il pensiero, sarebbe opportuno ricordare che la cittadinanza non è un diritto neanche per tutti quei figli cretini di mamme italiane sempre incinte. Ambra Taormina

sabato 24 giugno 2017

Punto e Virgola di Ambra Taormina - "Le Roi est mort, vive le roi" vs. "Morto un papa, se ne fa un altro". Campagna elettorale di FdI - AN: 'ottavo peccato capitale'?

, "Le Roi est mort, vive le roi" vs. "Morto un papa, se ne fa un altro". Campagna elettorale di FdI - AN: 'ottavo peccato capitale'? Beninteso, non siamo veggenti, ma si sa che il tempo scorre e - stando a quanto sancito dall'art. 51 sull'ordinamento degli enti locali, aiutato dalla nostra solita scaltra percezione delle cose - non mancherebbe molto che i piazzesi si troveranno a vestirsi di quello che fino a poco prima della Rivoluzione, era un motto tanto caro ai nostri vicini dell' Île-de-France. Con i cinque anni amministrativi canonici ormai 'alla porta', ecco presto inaugurato il conto alla rovescia in queste poche ore d'inizio estate, e, dacché alla morte si è accennato, proseguiamo ricordando che quest'ultima - in molti casi - arriva sì senza preavviso, ma comunque si dice ancora che "se il padrone di casa sapesse in quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa". E posto che alla morte-ladra non c'è rimedio, a Piazza Armerina i 'padroni di casa' - sfatando il mito della veglia, i recenti cavilli della legittima difesa, ed infischiandosene più o meno apertamente del Vangelo di Matteo - hanno ben pensato di bypassare il tutto, previa scelta saggia di dormirci su sin dal primo vagito post elettorale, e firmando così la condanna tutta 'paesana' allo sfascio inesorabile da cui è ormai tradizione attingere a piene mani, ed averne altrettanto piene le...'tasche'! "Patto per la città" o...patto col diavolo? Chi non ricorda il nome di una delle tante indimenticabili liste cittadine concorrenti alla gloria amministrativa di quattro anni or sono? E, a proposito di patti, quanti tra i più fantasiosi si sorprenderebbero nel leggerci una stretta parentela magari con i protagonisti dei tristi episodi 'faustiani' di Marlowe e Goethe, senza tralasciare il 'dandy' Dorian di Oscar Wilde ? Si sa che favole e racconti di tutti i tempi - specie se pieni di suspance, patti soprannaturali, e una sottile punta di noir - hanno funto da irresistibile calamita per intere generazioni di ubriachi lettori incalliti, ma che lo stesso debba fare il programma amministrativo di un comune...proprio non lo possiamo accettare! Ma tra un romanzo qua e un racconto là in pieno stile gotico, noir, e horror, ecco che per la mannaia del boia, ci passa, in questi giorni, la 'semina' elettorale di FdI - AN, preda dell'ira funesta di tanti comuni estimatori del buon senso 'new age' che da un po' suonano il disco traballante del 'no campagna elettorale anticipata' come se questa fosse un virus probabilmente contrastabile col tredicesimo vaccino dei dodici già obbligatori in Italia per frequentare le scuole, o addirittura un eventuale ottavo peccato, new entry tra i già sette capitali. D'altronde, chiunque abbia dimestichezza con semina e roba agricola, sa che è la pazienza del tempo a portare i buoni frutti, e lo stesso si consenta di farlo valere per chi - vecchio, nuovo, o in embrione - voglia mostrare la buona volontà di operare "come natura crea"! Dunque: chi semina raccoglie, e chi ben comincia - soprattutto se con il piede giusto - è già a metà dell'opera. Questi, i due slogan papabili che ben si sposano con l'intento dell'operato che FdI-AN sta portando avanti puntando sulla fiducia dei cittadini, quanto di più basilare per guidare il territorio sul filo della buona politica, la politica del fare, del progettare, del collaborare, del comunicare, e forse per la prima volta dopo tempo, la politica della tutela degli interessi del collettivo, e per giungere ai quali, pazienza e una lunga semina sono tra gli ingredienti necessari perché si 'raccolga' bene. Nessuno ha l'esclusiva della verità assoluta, nessun narratore onnisciente o indovino provetto o improvvisato come da copione, ma il recente passato armerino ha la virtù di parlare chiaro: troppo poca l'attenzione prestata alla cosa pubblica, troppo poca la dinamicità nella gestione del rapporto col cittadino, assolutamente scarso e da bocciare l'interesse per un ritorno d'immagine, perso per sempre il diritto alla cura dei particolari in un luogo in cui è il dettaglio a fare la differenza. Ed è in quest'elenco di fallimenti a buon mercato che si rintracciano le priorità che il partito, al servizio della città e del territorio, persegue coadiuvato dall'incessante attività dei suoi rappresentanti, sempre alla ricerca di soluzioni a problematiche che in negli ultimi periodi hanno contribuito pesantemente al tracollo locale. Sono ancora nell'aria gli echi della candidatura della nostra città a capitale della cultura, che mi viene in mente che è da poco più di un mese trascorsa la performance - curata nell'organizzazione dal Prof Tudisco - di Pietrangelo Buttafuoco al Teatro Garibaldi, il quale, raccontando di amore e morte come valori nella Sicilia delle tradizioni ancestrali di cui siamo figli, ha purtroppo sofferto di una alquanto scadente partecipazione di pubblico armerino. Avrebbero avuto, i piazzesi, con buona probabilità, occasione di riflettere su due delle colonne portanti del vivere individuale e comune, dando manforte alla loro identità culturale, nonché - offrendosi alla libera partecipazione - di valutare sulla maniera di coniugare l'amore per la propria città - in questo caso rappresentata dall'attiva partecipazione alla vita pubblica - con la morte dei valori acuita dalle finte prospettive correnti che in tanti vogliono propinarci. E tra 'ladri' e 'padroni di casa' che a convenienza si scambiano i ruoli, in questo anno antecedente il nostro prossimo passaggio al grido di "Le Roi est mort", la differenza tra chi semina e chi promette la luna - acrobata degli specchi rotti e abile costumista del 'cambiacasacca' - si fa ben rappresentare dai versi di un pilastro dell'ormai trascurata cultura piazzese, il poeta galloitalico Carmelo Scibona. Fratelli, amici, cari elettori ormai ritorno fra voi, Signori. Il mio programma è tale e quale quale conviensi a un radicale. Sono monarchico, son socialista, son pure anarchico e sanfedista. Parvi incredibile ma il fatto è vero son candidato del ministero. Giolittiano non so il perché Repubblicano devoto al Re. Avrò vittoria senza pensieri Ho mille voti, tolti gli zeri. Avanti, o popolo, che gran contento! Le porte m'aprono del parlamento. Sarò del centro, di chi amministra sarò di destra e di sinistra. Cilindro o gibus, sopraccessorio ne godrà certo Montecitorio. Se a me darete il medaglino darò la croce a Pasqualino. Ogni crociato, ogni dottore farò Totò commendatore. Se mi dicono che son delfino, ma se mi gridano fuori Lillino, Io me ne frego, non son minchione berrò sollecito il mio fiascone. Ambra Taormina

lunedì 15 maggio 2017

Terza diffida al Sindaco sul degrado urbano - Castellina

Piazza Armerina, 15 maggio 2017 ANCHE IL QUARTIERE CASTELLINA TESTIMONIA LA LATITANZA DELL’AMMINISTRAZIONE MIRODDI: ECCO LA FINE DEL GIOIELLO PROMESSO DA MIRODDI E MATTIA Dal libro delle favole del Vice Sindaco Mattia del 4 aprile 2016 sul Quartiere Castellina: “Questa parte della Città per anni trascurata, diventerà un gioiellino da consegnare non solo ai nostri concittadini ma anche ai tanti turisti che viaggiano in camper che ora comodamente potranno posteggiare i loro mezzi e visitare il centro storico…Porta Castellina ora torna a rivivere lo splendore dei tempi passati che la videro protagonista di gloriose pagine di storia della nostra Città”. Nonostante le mirabolanti promesse del sempre efficiente Mattia, il Quartiere Castellina si presenta oggi a cittadini e turisti del tutto abbandonato a sé stesso, una consuetudine a cui ci ha abituato l’Amministrazione Miroddi, ma alla quale decidiamo di non rassegnarci. I marciapiedi, da Via Giacinto Lo Giudice a scendere, sono ormai un lontano ricordo, invasi da sterpaglia, il parcheggio sottostante Piazza Europa ha ad ogni angolo un mucchio di rifiuti. Le strade del quartiere sono lasciate senza pulizia, tanto da costringere i cittadini a provvedere da loro stessi, nonostante le richieste fatte all’Amministrazione di garantire la fruibilità delle vie. Il muro di contenimento della strada presenta delle vistose crepe, e i puntelli di controllo sul movimento franoso segnano ancora la data del 2015. A pochi passi dalla scuola San Giorgio tre tombini sono lasciati a cielo aperto, senza neppure una copertura, esponendo i bambini e chi frequenta il campo sportivo ad ogni possibile rischio. L’area camper, vanto dell’Amministrazione, è una cattedrale nel deserto, chiusa da un anno, la scalinata, altro presunto fiore all’occhiello, è un tripudio di erba incolta. Non potevamo stare a guardare, e come unica credibile opposizione all’Amministrazione Miroddi abbiamo presentato al Sindaco nuovo atto di diffida per occuparsi finalmente della Città e dei cittadini. Noi crediamo che questa Città possa e debba avere un futuro, e ci auguriamo che Miroddi e Mattia si rendano conto al più presto che la loro esperienza di (non) governo ha le ore contate, e non per giochi di palazzo, che si risolvono sempre – caso strano - in un nulla di fatto, ma per la volontà espressa dei cittadini. Avv. Alessio Cugini Portavoce comunale Prof.Fabrizio Tudisco Portavoce provincial

domenica 14 maggio 2017

Reportage - Casalotto nel degrado tutto l'anno

Piazza Armerina, 13 maggio 2017 ETERNIT CON VISTA IL DEGRADO DEL QUARTIERE CASALOTTO, DIMETICATO DA MIRODDI Oggi nuovo sopralluogo per le zone di Piazza che questa Amministrazione ha deciso di abbandonare a loro stesse, ed è la volta della zona Don Martino, nel quartiere Casalotto. Uno spettacolo triste e desolante, dove abbiamo potuto constatare: - che la scuola materna che affaccia su Via Don Milani è circondata da sterpaglie ed erba alta, fin dentro il perimetro della scuola, luogo ideale per il riprodursi di zecche e ogni altro tipo di animali; - che la stessa cosa succede davanti al centro AGEDI, dove cittadini stanchi di questa situazione ci hanno ricordato di doversi occupare da soli di tagliare l’erba che cresce rigogliosa su strada e terreno comunale, cercando di evitare il proliferare di animali di ogni tipo; - che la fontanella da cui tanti cittadini prelevano acqua potabile è circondata da una bellissima discarica e da terreno ridotto a melma e vegetazione non curata; - che la scalinata che collega la via Don Milani con le case sottostanti è servita da una scala, utilizzata anche da persone anziane, senza più gradini, ormai distrutti, con pezzi di cemento che crollano lungo la strada sottostante e che i residenti stessi devono raccogliere; - che l’affaccio sul Casalotto e sulla Cattedrale è ridotto a mattoni divelti, cumuli di eternit pericolosi per la salute dei cittadini, e le solite sterpaglie che hanno persino cancellato le scalinate. Questo è lo spettacolo indegno di una Città ridotta ad essere l’ombra di sé stessa, e che attesta il totale fallimento di Miroddi. Per questo motivo, visto che i cumuli di eternit ed il crollo di calcinacci sono un pericolo imminente, e non costituiscono solo un fatto di degrado, abbiamo inviato una diffida urgente al Sindaco per effettuare gli interventi urgenti e necessari di bonifica, sperando che Miroddi si ricordi di essere ancora – purtroppo per i cittadini – il Sindaco di Piazza. Noi continueremo a girare per le strade, a segnalare tutto ciò che non funziona e richiamare l’attenzione di questa Amministrazione svogliata e senza nessun amore per questa Città. Alessio Cugini Portavoce comunale FDI - AN Fabrizio Tudisco Portavoce provinciale FDI AN

venerdì 12 maggio 2017

FDI AN L'UNICA VOCE DI OPPOSIZIONE E DISSENSO A MIRODDI

All’attenzione di Dott. Filippo Miroddi Sindaco di Piazza Armerina Atrio Fundrò, 1 94015 PIAZZA ARMERINA Oggetto: diffida alla realizzazione di interventi straordinari di manutenzione dell’area di via Ortalizio – via Stradonello La presente quale Portavoce cittadino per Piazza Armerina del Movimento politico Fratelli d’Italia - Alleanza Nazionale. Non dovrebbe esserLe del tutto nuova, almeno si auspica, la problematica della condizione di totale degrado in cui versa l’area pubblica compresa fra via Ortalizio e via Stradonello, ed in particolare: - le opere murarie che fungono da parapetto rispetto all’area sottostante la via Stradonello presentano evidenti segni di deterioramento, persino con esposizione dei tondini di ferro, vi-sibilmente arrugginiti, e rischio distacco di ulteriori frammenti – più o meno grandi - di muratura; la situazione è evidente anche dal lato esterno del parapetto, necessitando di interventi immediati di manutenzione straordinaria - la presenza di vegetazione totalmente incolta, che rende persino ormai difficile il passaggio pedonale, anche scendendo da via Stradonello, tanto che ignoti hanno avuto modo di abban-donare– approfittando della giungla di sterpaglia – proprio in questa sede un secchio con all’interno dei cuccioli di pochissimi giorni, e questo appena una settimana fa; - la fatiscenza assoluta dell’impianto di illuminazione pubblica, rinnovato solo su via Ortalizio e non lungo la scalinata che la congiunge con via Stradonello, priva di illuminazione. Per meglio permetterLe di comprendere la problematica (che pure dovrebbe esserLe già nota nella Sua veste di Sindaco, e per il fatto che l’area in questione si pone a pochissima distanza del luogo scelto per la manifestazione “Maggio in fiore”) nella giornata di oggi sono state scattate dello foto che testimoniano ogni singola circostanza indicata, e che Le allego. Appare evidente che si rende necessario un intervento di manutenzione straordinaria delle opere murarie indicate, come pure di decespugliazione e ripristino della pubblica illuminazione, tenendo conto in primo luogo dell’insostenibile e stridente contrasto di questo sito con l’area – la sola della Città – che Lei ha voluto attenzionare con la manifestazione floreale piazzese (dimenticando ogni altra strada di Piazza Armerina, con evidente beffa dei cittadini). Stante peraltro l’assoluta inerzia serbata sino ad oggi mi vedo costretto a formalmente diffidarLa a voler procedere immediatamente ad eseguire i detti interventi, auspicando una sollecita soluzione del problmea. In secondo luogo, ma non certo per importanza, Le ricordo che via Stradonello, e poi via Ortalizio, rappresentano il principale collegamento urbano con l’area della Villa romana, ed ammettere che a potenziali – se ancora ve ne sono – turisti si mostri questo spettacolo di totale incuria, rappresenta un fallimento di immagine per l’intera Città, oltre che il segno di un degrado che si dovrebbe in ogni modo contrastare. Certo del Suo sollecito intervento, Le porgo distinti saluti. Portavoce Comunale per Piazza Armerina Fratelli d’Italia - Alleanza Nazionale

mercoledì 3 maggio 2017

Punto e Virgola di Ambra Taormina - Il trittico della festa a Piazza Armerina: La visita di Paolo Brosio anticipa l'omaggio ai lavoratori e alla Patrona.

Due maggio 2017: tra il 'martello' e l' 'incudine'. Sarà perché il martello, simbolo per tradizione, ricorda la celebrazione - svoltasi nella giornata di ieri - della festa dei lavoratori; e sarà perché l'incudine, altro consueto attrezzo da lavoro, ci ribadisce che - si tratti o meno di tradizione o di sterile abitudine - a lavorare ci si impegna sempre per realizzare qualcosa. Guai se cosi non fosse! Dovette essere di certo questo il pensiero dei piazzesi di tanti anni fa, quelli che si apprestavano lavorando sodo, a rendere omaggio alla loro Patrona Maria SS. di Piazza Vecchia, alla vigilia della sua festa del 3 di Maggio. Quest'oggi, che un'altra vigilia di festa patronale veste Piazza Armerina, ci fermiamo invece a riflettere sulla possibilità che la secolare devozione la quale ha portato i piazzesi a votarsi alla Madonna, sia ancora riconfermabile in una sentita fede e tradizione, o che si tratti piuttosto di un'abitudine dalle fondamenta instabili e da rinsaldare, per giunta radicata nel cuore di pochi. I fatti parlano chiaro, ma a rinnovarci il proposito della riflessione, ci ha pensato - nella giornata dello scorso giovedì 27 aprile - la visita di Paolo Brosio. Come non ricordare il noto giornalista, appassionato sportivo, beniamino di tante trasmissioni televisive, che con la sua voce in diretta dagli stadi italiani ci ha tenuto compagnia nei tanti pomeriggi domenicali trascorsi sul divano di casa!? Quasi non esitiamo a pensare che la tappa armerina di Brosio sia proprio 'caduta a fagiolo', essendosi affacciata, probabilmente per caso, sulla 'soglia' delle celebrazioni per la 'Vergine che vien dalla campagna', la quale da neanche troppe ore si è trovata ospite della Chiesa dei SS Angeli Custodi nel cuore antico della città, in attesa di trascorrere qualche ora in trionfo per le vie cittadine, dall'alto delle spalle dei fedeli in processione. Chiunque abbia avuto modo di seguire - anche distrattamente - la sua storia, saprà di certo che da famoso giornalista e conduttore all'apice di un successo di cui non è mai dimentico, cronista di tanti quotidiani sin da giovanissimo, Brosio si è ritrovato quale inerme protagonista di una improvvisa quanto violenta e inaspettata conversione, la quale ne ha rinsaldato il credo mariano, sin dalla sua primissima visita al Santuario di Medjugorje. Questa - nel crescendo di una spiccata emotività mostrata senza vergogna - la testimonianza succo del denso monologo che, sul palco di un Teatro Garibaldi affollato di presenze tra le più varie, ha fatto da contorno al "libro-teatro" de "I Misteri di Maria", ultimissima pubblicazione di cui Brosio ha reso partecipe Piazza e i piazzesi su invito dell'organizzatore Prof. Fabrizio Tudisco, e che preceduta da una diretta social dalle meraviglie del nostro patrimonio artistico, è stata seguita dalla cena di beneficienza appositamente organizzata, svoltasi nei locali del Hotel Villa Romana, onde poi ripartire per far tappa a Caltagirone...ma solo dopo un'attenta visita - documentata sempre in diretta social - alle bellezze della Villa Romana del Casale. Un richiamo che squarcia la patina di consuetudine di cui si veste la moderna fede cristiana, che si apre un varco in quel clima che nella nostra società locale è sempre più affollato dall'inconsistenza soffocante di talune prospettive sociopolitiche, e che non può non collocarsi in stretta sintonia con l'atmosfera di fede celebrata in queste ore a Piazza Armerina. Da una parte il lavoro, menzionato da Brosio come benedizione elargita dalla fede, dall'altro la devozione dei piazzesi per la Patrona, i cui antichi fasti sembrano sempre più di recente languire nella mitigazione dell'indifferenza. In questa prospettiva, quegli stessi 'incudine' e 'martello' simbolo dell'entusiasmo battente del lavoro, assomigliano adesso ai due termini entro i quali si vanno dibattendo i piazzesi, incerti, tentennanti, privi di una guida che si occupi di rinvigorirne la devozione nella 'gioia', magari la stessa che accendeva gli animi dei gitanti che - anni addietro - condividevano tutti insieme e spensierati, la festa campestre nel giorno in cui la Vergine rincasa al Santuario. Eccolo il "trittico della festa": inaugurato dal passaggio del celebre ospite nella nostra città, proseguito con l'omaggio ai lavoratori il primo maggio, e che da oggi ci indirizza brevemente verso l'ultimo saluto, di domani, alla Madonna. Nel clima ereditato di riflessione sul tema della devozione mariana che più che mai ci tocca da vicino, e sperando in una futura e non troppo distante visita del caro Paolo, non resta che - al pari degli statunitensi per il quattro di luglio - tirare le somme di questa vigilia di festa, augurandoci sinceramente che per tutti i piazzesi quello di domani sia un buon, ma soprattutto devoto "tre di maggio"! Ambra Taormina