mercoledì 9 novembre 2016

IL FUTURO DELLA NOSTRA SANITA’ E' NEL NOSTRO PASSATO

L’entrata in vigore del D.M. 70/2015 ha imposto alla Regione la rimodulazione della rete ospedaliera la cui diretta conseguenza sarà una diversa dislocazione dei servizi sanitari con evidenti penalizzazioni per la Collettività già provata da una crisi economica senza precedenti. Nella fattispecie l'ospedale "Chiello" di Piazza Armerina , già da anni, è costantemente smantellato nei reparti e tutto fa presagire che lo storico presidio sanitario sarà , prima o poi, definitivamente chiuso privando le popolazioni interessate di un servizio sanitario pubblico già largamente compromesso. Di certo non tranquillizzano le recenti dichiarazioni rassicuranti di non chiusura dell’Unità del pronto soccorso dell’assessore regionale alla sanità Gucciardi, seguite alla manifestazione di protesta del 7 novembre, che sembrano di circostanza e dettate da evidenti esigenze elettoralistiche più che dalla effettiva volontà di organizzare e potenziare la sanità di questo territorio. Pertanto sono fortemente convinto che il “Chiello” come il “Ferro-Capra-Branciforte di Leonforte e l’ospedale Basilotta di Nicosia considerati, a torto, strutture periferiche e non necessarie, dopo il voto regionale della prossima primavera del 2017, saranno destinati ad una chiusura inesorabile e l'eventuale "contentino" del mantenimento dei pronto soccorso sarà rapportato alla effettiva capacità di salvare vite umane con risorse professionali e apparecchiature mediche adeguate.I parametri sanitari imposti dal Ministro della salute Lorenzin non lasciano scampo e di conseguenza la Regione Sicilia dovrà adeguarsi , poco importa se le popolazioni locali manifestano e si ribellano, tanto si sa i Siciliani sopportano ogni tipo di sopruso e angheria e prima o poi si abitueranno a morire per la mancanza di strutture ospedaliere adeguate ed efficienti. Ovviamente questo è il pensiero di molti politici siciliani che hanno fatto le loro fortune , carpendo il voto dei siciliani onesti, speculando e rubando nel settore più grasso per eccellenza del clientelismo che, guarda caso, è stato sempre quello della sanità. Inutile gridare agli scandali , già la magistratura se ne occupa da tempo, o piangerci addosso ma occorre mettere subito in essere delle proposte concrete e realizzabili in poco tempo.Per correre ai ripari i Sindaci dei Comuni del bacino di utenza sanitario di questi Centri dovrebbero immediatamente istituire, già nei prossimi bilanci comunali, delle voci per la sanità pubblica e consorziarsi con altri comuni del comprensorio per realizzare delle efficienti Unità di Pronto Soccorso negli stessi presidi ospedalieri esistenti. Reparti piccoli e funzionali, con personale medico e paramedico in h24, in grado di poter intervenire con diagnosi e terapie specifiche per salvare vite umane. Mi riferisco in particolare alla cardiologia o alla chirurgia d’urgenza , al laboratorio di analisi, dove l’intervento temporale è alla base di tutto. Risorse finanziarie aggiuntive potrebbero altresì venire dal 5 per mille ed anche dall’ 8 per mille coinvolgendo le Curie di Piazza Armerina e Nicosia, destinando in quota parte i proventi delle partite di giro che lo Stato assegna annualmente alla Chiesa italiana. D’altronde, se andiamo indietro con la memoria, gli Ospedali, già qualche secolo fa , venivano costruiti e gestiti da opere pie e associazioni benefiche, quindi sarebbe un ritorno al passato rivisto e corretto per progettare il futuro dell’assistenza sanitaria di questi territori con i Comuni diretti interlocutori dell'assistenza sanitaria di primo soccorso. Discutiamo immediatamente questa possibilità per non arrivare impreparati ad una data quando non ci sarà più nulla da fare. Fabrizio Tudisco Portavoce provinciale FDI AN

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