
lunedì 24 aprile 2017
Mentre non esiste alcuna opposizione in consiglio comunale e in Città...noi facciamo sul serio.

sabato 22 aprile 2017
SULL’AREA COMMERCIALE DELLA VILLA ROMANA E SUL RANDAGISMO NUOVA CERTIFICAZIONE DEL FALLIMENTO DELL’AMMINISTRAZIONE MIRODDI
Piazza Armerina, 21 aprile 2017
SULL’AREA COMMERCIALE DELLA VILLA ROMANA E SUL RANDAGISMO
NUOVA CERTIFICAZIONE DEL FALLIMENTO DELL’AMMINISTRAZIONE MIRODDI
Al consiglio comunale di ieri sui temi della impraticabilità dell’area commerciale della Villa romana
(e problemi di salute dei commercianti) e sul randagismo la cittadinanza ha potuto nuovamente
verificare l’inconsistenza dei quattro anni di amministrazione Miroddi.
Massima confusione sullo spostamento dei commercianti in attesa del rifacimento della
pavimentazione che costituisce ad oggi un pericolo per la salute degli operatori e sulle modalità con
cui intervenire per mettere in sicurezza l’area, potendo il Consiglio solo dare un atto di indirizzo che
– si spera – la Giunta rispetti.
Sul randagismo gli interventi delle due associazioni animaliste, ENPA ed Animalisti Italiani, hanno
messo in luce uno stato di abbandono da parte del Comune che le ha lasciate, fino ad oggi, senza
adeguato supporto nello svolgere un compito di utilità per tutta la Città, e che nonostante questo sono
riuscite a ottenere risultati straordinari per la cura dei randagi, tolti dalla strada, e per la loro adozione;
per questo a Patrizia Spagnolo e Lorena Sauli vanno i nostri più sinceri ringraziamenti.
L’Assessore Gagliano, lasciato solo dal Sindaco che, come spesso accade, arriva in Consiglio solo
per andarsene subito dopo, come ha fatto ieri, ha illustrato una serie di azioni che ci auguriamo
vengano finalmente portate avanti dopo quattro anni di nulla (quando non di delibere illegittime);
tutte proposte, peraltro, frutto non dell’Amministrazione ma del tavolo tecnico che FdI – AN ha
chiesto fosse istituito fra associazioni animaliste ed il canile piazzese di Dog Project, e che è partito
solo dopo l’esposto che sempre il nostro movimento ha presentato nei confronti del Sindaco alla
Procura di Enna.
Unica voce a difesa dell’Amministrazione quella della Consigliere Manuela Lentini, prima di
opposizione ora nella maggioranza miroddiana, che ha riferito circostanze inquietanti, come quella
dei presunti maltrattamenti al canile Mimiani (che lei definisce un “lagher”, persino con cucce
inadatte a ospitare i cani, a suo dire) da lei accertati in visita ispettiva come consigliere: vorremmo a
questo punto sapere dalla Consigliere Lentini, che aveva obbligo, in qualità di pubblico ufficiale (non
avendo fatto l’ispezione come semplice cittadina) di segnalare alla Procura fatti di reato, quando ha
presentato denuncia contro il canile Mimiani.
Interessante intervento del Consigliere Concetto Arancio, che ha nuovamente chiarito come il
Consiglio abbia cercato in tutti i modi di affrontare il problema randagismo, venendo però lo stesso
Consigliere Arancio “mobbizzato” – parole sue – da un precedente amministratore miroddiano che
lo invitava a non convocare altre riunioni della commissione sanità per l’assenza di soluzioni da
offrire alla Città.
Questa è la vergogna che lascia in eredità l’Amministrazione Miroddi, e di cui l’Assessore Gagliano
non può rispondere certo per gli anni che ci hanno preceduto, e ben sapendo che tutte le idee esposte
ieri non vengono dalla Giunta di cui fa parte, ma di chi si occupa del problema: insomma le soluzioni
le devono trovare i cittadini e non chi viene pagato da tutti noi per trovarle e si limita a fare da
“notaio”, il che è ridicolo.
Avv.Alessio Cugini
Portavoce comunale Piazza Armerina
Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale

venerdì 14 aprile 2017
Immigrazione ..tra bufale e commedia


BENVENUTI IN CONTRADA BELLIA CANAROZZO.....
Piazza Armerina, 14 aprile 2017
CRONACHE DA UNA CITTA’ IN STATO DI ABBANDONO:
BENVENUTI A CONTRADA BELLIA CANAROZZO
Ogni giorno di più si ha la consapevolezza che all’Amministrazione Miroddi non manca solo la volontà di fare qualcosa per la Città, ma che forse questo stato di abbandono sia una scelta precisa, per motivi che ci sono oscuri.
Così, mentre il Vice Sindaco Mattia si esalta con lampioni e la Via Manzoni, e mentre il Sindaco Miroddi era in festa, un anno fa, per la vendita del primo lotto della zona industriale (a proposito, e tutti gli altri?), la strada Bellia, in contrada Canarozzo, diventa la croce dei residenti e di chiunque, anche solo per sbaglio, ci debba passare in macchina (per chi è in moto l’importante è avere l’assicurazione sulla vita).
Insieme a Fabrizio Tudisco che aveva ricevuto diverse segnalazioni di Cittadini residenti in quella zona siamo andati a renderci conto della situazione: buche ovunque, strada impraticabile (specie con la pioggia), tombini circondati da crateri, una perdita abbondante di acqua nei pressi del supermercato che si ricollega a Via Conte Ruggero.
I residenti ci hanno detto di aver segnalato la situazione decine e decine di volte al Comune: sembrerà strano, ma anche questa volta Miroddi e la sua squadra non hanno mosso un dito per risolvere il problema.
Eppure la situazione è pericolosissima, per le macchine che potrebbero sbandare ad ogni curva, o per le moto che potrebbero restare incastrate nelle buche che circondano i tombini. E che dire della copiosa perdita di acqua nei pressi del supermercato MB che nessuno si prende la briga di riparare.





Ma poi l’idea di Miroddi per la zona industriale sarebbe quella di far passare i mezzi da strade che sembrano bombardate?
I cittadini, e specie i residenti, nel frattempo aspettano, e come tutti loro confidiamo che prima o poi Miroddi faccia qualcosa per questa Città, e la notizia più attesa è sempre quella che si renda conto della sua incapacità amministrativa.
Avv.Alessio Cugini
Portavoce comunale FDI AN






lunedì 10 aprile 2017
Incarico Avv.Curcuraci....non vedo, non sento , non parlo
IL COMUNE ALZA IL MURO INTORNO ALL’INCARICO DELL’AVV. CURCURACI:
FdI – AN ANDRA’ AVANTI IN OGNI SEDE
Una settimana fa abbiamo chiesto formalmente al Comune di consegnarci le carte relative
all’incarico di consulente del Sindaco che è stato conferito da Miroddi all’Avv. Sinuhe Curcuraci
con determinazione sindacale n. 29 del 15 novembre 2016 (durata otto mesi, compenso di euro
1.500,00 netti mensili).
Dal momento che lo stesso provvedimento del Sindaco stabilisce che il compenso può essere pagato
solo se l’Avv. Curcuraci fornisce una relazione dell’attività svolta, abbiamo chiesto copia di tutte
quelle ad oggi protocollate.
Strano a dirsi, ma il Comune ha scelto di negare l'accesso agli atti richiesti.
Il perché non lo capiamo, visto che è un diritto dei cittadini sapere come e perché vengono spesi i
soldi di tutti, e comunque non esiste nessuna norma giuridica che vieti l’accesso a questi atti.
Eppure il Comune sceglie di arroccarsi dietro la presunta scusa per cui l’incarico all’Avv. Curcuraci
avrebbe natura riservata: peccato che di riservato non ci sia nulla, a cominciare dal compenso
pagato all’Avv. Curcuraci e che grava sul bilancio comunale, non sul quello personale del Sindaco.
Abbiamo scoperto intanto che le relazioni dell'Avv. Curcuraci esistono, che sono due, ma che non
passano neppure dal protocollo generale – che permette di avere data certa del deposito - come
tutti gli altri atti (compresa la nostra istanza di accesso agli atti).
Perché questo avvenga è un’altra domanda a cui il Comune ha scelto di non rispondere.
Se però qualcuno pensa che basti questo a fermarci si sbaglia: già oggi presenteremo ricorso alla
Commissione di accesso presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri per far sanzionare la
mancata consegna dei documenti da parte dell’Amministrazione.
Come avevamo promesso, su questa storia vogliamo vederci chiaro, e a differenza dei tanti che
hanno mugugnato senza mai fare nulla, andremo fino in fondo e in tutte le sedi.
Avv.Alessio Cugini
Portavoce Comunale per Piazza Armerina
Fratelli d’Italia - Alleanza Nazionale
martedì 4 aprile 2017
Punto e Virgola di Ambra Taormina - Il Testamento di un Albero
Il mitico cedro di P.zza Cascino fa testamento. "Apocalypse now":
quando le catastrofi sono...'piatti da slow food'!
Se la donna è 'danno', la primavera vuol dire 'inganno'! Sarà forse perché il sereno dei giorni scorsi, ha
ceduto il posto all'arrivo di una inaspettata ondata di maltempo, e, per quanti avessero ceduto alle lusinghe
della bella stagione ormai giunta, la delusione non si è fatta attendere, o meglio...non da sola!...Piove infatti
copiosamente da qualche giorno su alcune delle 'anime' più inguaiate del centro Sicilia, quelle dei piazzesi,
che quest'oggi, tra una scrollata e l'altra del capo tra le mani, vaganti increduli, boccheggiano attorno
all'ennesima tragedia sfiorata e ad un'altra speranza spezzata: il gigantesco albero secolare di P.zza Gen.
Cascino è...crollato! Sì, l'ombroso gigante buono, che con la sua mole di saggezza ha tenuto al riparo e
custodito proprio di tutto, dagli schiamazzi dei bambini, agli amori domenicali degli adolescenti, passando
per le chiacchiere di paese degli affezionati avventori del 'circuito Botteghelle', ha deciso in ultimo di andare
in pace a riposare stramazzando lungo e imponente sul pavimento della piazza dopo una lenta agonia.
Esentato per cause naturali da eventuale esame autoptico, il bell'alberone secolare dai rami svettanti, gioia
della vista, e pena delle cervicali più deboli, pare non debba aver deciso proprio tutto da solo: da
indiscrezioni magicamente materializzatesi fin dalle prime ore di questo martedì 4 aprile - e che non
smentiscono una altrettanto secolare tradizione di spetteguless che in Sicilia arriva puntuale insieme al
'consolo' del lutto - sembra che il vegetale soffrisse già da tempo di problemi legati alla conformazione delle
sue radici troppo poco sviluppate in lunghezza per reggerne il peso e la statura, oltre che gravato dal peso
degli anni, e si parlerebbe inoltre di 'tentativi' di rianimazione e aiuti offerti 'generosamente' e soprattutto in
via del tutto gratuita per tentare di raddrizzarne le sorti. Ora, se gli aiuti offertigli in passato sarebbero da
collegare alla ingegnosità proverbiale di chi quasi quotidianamente fa passare la barbara mutilazione degli
alberi ornamentali di piazze e viali armerini per 'potatura', tra uno sguardo (professionale, eh!) e l'altro ai
deretani delle passanti, allora l'iter dello sfortunato vegetale sarebbe comodamente da paragonare a una triste
fase eutanasica degna dell'indimenticabile "protocollo Cazzaniga"! Insomma, tra un occhio e una croce
ormai fatta sull'albero defunto, ci sarebbe più di un presupposto a diagnosticare l'accaduto come "ennesimo
dannoso risultato di un operato mal svolto e portato alle sue estreme conseguenze". Come non ricordare un
episodio analogo verificatosi qualche tempo addietro in una delle popolari piazze del centro storico di
Catania, laddove il crollo di una palma portò con sé anche una vittima, 'colpevole' solo di sostare - come
abitualmente si fa nelle piazze o in prossimità di un'area deputata ad accogliere il verde pubblico -
comodamente su di una panchina nei pressi della pianta. Anche per la palma catanese, però, un'eutanasia
lenta e nessuna causa da ricondurre al cattivo tempo, ma solo ad un'incuria taciuta e trascurata.
Per il resto, è tutto un gran vuoto: se ne va per Piazza Armerina un simbolo del suo passato dignitoso. E per
quella che è una comunità che di passato dovrebbe nutrirsi e che dal passato dovrebbe essere aiutata a
riemergere, il semplice abbattersi rovinoso di una pianta, suona in verità come l'abbattersi di una calamità, o
piuttosto di una sconfitta sulle teste della comunità intera, sempre più deficiente di quella tutela necessaria da
parte degli organi deputati al mantenimento di un decoroso stato di civiltà. Dal crollo ormai lontano del muro
della chiesa di Santa Maria dell'Itria nel quartiere Canali, passando per il cedimento del muro sottostante la
Chiesa del Carmine al Casalotto, fino all'odierno abbattersi del grande cedro di P.zza Cascino nel pieno nell'
ex 'salotto buono' cittadino: la pigrizia con cui si consumano le catastrofi piazzesi, tutte preannunciate da uno
stato di incuria puntualmente sottovalutato e servite lentamente come si fa col 'piatto della vendetta' o con le
portate di un ristorante slow food, lasciano in bocca quell'amaro retrogusto apocalittico del presagio, lo
stesso presagio per cui è spiacevole ma azzeccato guardare alla Piazza Armerina antica, rigogliosa, prospera
e monumentale, come ad una nuova Babilonia, funestata com'è da eventi persecutori che ne
preannuncerebbero la capitolazione ormai alle porte, e dunque in perfetta linea con la storica città sumera,
della cui futura caduta già testimoniavano i seguenti versi biblici di Isaia, circa 200 anni prima:
Is 13,19 Babilonia, perla dei regni,
splendore orgoglioso dei Caldei,
sarà sconvolta da Dio come Sòdoma e Gomorra.
Non sarà abitata mai più né popolata
di generazione in generazione.
L'Arabo non vi pianterà la sua tenda
né i pastori vi faranno sostare le greggi.
Ma vi si stabiliranno le bestie selvatiche,
i gufi riempiranno le loro case,
vi faranno dimora gli struzzi,
vi danzeranno i sàtiri.
Urleranno le iene nei loro palazzi,
gli sciacalli nei loro edifici lussuosi.
La sua ora si avvicina,
i suoi giorni non saranno prolungati.
Non da Dio, ma di certo sconvolta come Sòdoma e Gomorra, e non essendo, per 'ovvie' ragioni indotte,
tagliata per ricoprire il ruolo di capitale della cultura, la nouvelle Babylone armerina va in controtendenza e
sfida i pronostici, pronta com'è a trasformarsi in nuovo centro di conversioni spontanee per atei incalliti! A
dimostrarlo sono i recenti miracoli che delle tragedie evitate sono l'unica risposta plausibile, non essendoci in
ciò, prove alla mano, responsabilità alcuna da parte degli organi amministrativi preposti, che, come legge di
natura umana vuole, sono gente fatta di carne, ossa, sangue, e...pochi fatti! Sarebbe opportuno, per gli
osservatori delle dinamiche quotidiane della realtà locale, nonché inquadrando il problema in un'ottica
propositiva, che il vissuto e il destino di ogni singola pietra o suppellettile - dai più banali al più degni di nota
- collocati nell'area del contesto urbano o meno - ma pur sempre di pertinenza del Comune - venisse preso
normalmente a cuore, prestando attenzione alla sua tutela e preservazione con tutti i mezzi e il buonsenso
necessari. E dacché i miracoli di Piazza fruttano conversioni, nonché auspicando che le volontà testamentarie
del cedro non comprendano lo smembramento del suo legname per la costruzione di nuovi inutili seggi
comunali, attireremmo di certo consensi qualora immaginassimo il caro, vecchio albero lassù in un mondo
migliore, lontano dal verde pubblico di quel Comune che non ne meritava l'ombra refrigerante, magari a
ristorare l'anima del servo della Patria, il Generale Cascino. Ma, come dimenticare che alla frescura ombrosa
degli alberi trovava rifugio l'inventiva di pittori e poeti! Ecco dunque i seguenti versi di Trilussa (1873-1950)
come degno commiato a quello che, fino a qualche ora fa, è stato un simbolo cittadino:
IL TESTAMENTO DI UN ALBERO
Un Albero di un bosco
chiamò gli uccelli e fece testamento:
-- Lascio i fiori al mare,
lascio le foglie al vento,
i frutti al sole e poi
tutti i semi a voi.
A voi, poveri uccelli,
perché mi cantavate le canzoni
nella bella stagione.
E voglio che gli sterpi,
quando saranno secchi,
facciano il fuoco per i poverelli.
Però vi avviso che sul mio tronco
c'è un ramo che dev'essere ricordato
alla bontà degli uomini e di Dio.
Perché quel ramo, semplice e modesto,
fu forte e generoso: e lo provò
il giorno che sostenne un uomo onesto
quando ci si impiccò.
Ambra Taormina
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