sabato 28 gennaio 2017
Punto e Virgola di Ambra Taormina - La Memoria: quando al tempo affidi la vita che passa. Omaggio a tutti i giusti sacrificati dalla storia
La Memoria: quando al tempo affidi la vita che passa. Omaggio a tutti i
giusti sacrificati dalla storia
<>. Nel
segno del diario di Anne Frank, si rinnova quel monito la cui memoria si riscopre oggi, giornatasimbolo
del 27 gennaio, per omaggiare quanti perirono inghiottiti dalle piaghe d'orrore del più
grande genocidio della storia. È la nostra cruda realtà mediatica a fare da tramite in tempi più
recenti, e ad aiutarci a mantenere vivo quel "ricordati di ricordare" che coinvolge e stimola,
soprattutto nelle menti più fervide e reattive, il dovere morale, la consapevolezza gravida di un
senso di responsabilità che ci indirizza verso la parola. E allora, è la parola della memoria che esce
allo scoperto, quella che ci trasforma in guide illuminate pronte a farsi largo tra le maglie
aggrovigliate della società odierna, quella stessa parola che ci spinge ad essere messaggeri per gli
altri, e che ci fa venire voglia di mettere in circolo la 'catena della buona volontà e del buonsenso',
forse l'unica che molti, ma non tutti, accoglieranno di buon grado. Nessuno mai ci condannerà se,
pur da adolescente d'altri tempi che era, ci immaginiamo la più nota protagonista della Shoah,
facendole indossare la veste dell'ingenuità, forse un'ingenuità abbozzata, mascherata dalla forzata
indole di una maturità raggiunta quando meno ce lo si aspetta; e dal sorriso stentato del suo volto
spento, il grido muto d'angoscia, testamento eterno di una giovane vita che stava per spezzarsi nel
campo di sterminio di Bergen-Belsen, a soli 15 anni. 'Tempo', 'memoria', 'vita che passa', sono
queste le parole chiave che emergono dalle luttuose rimembranze del genocidio degli ebrei, o per
meglio dire, del 'sacrificio dei più deboli'; perché parlare di sacrificio significa anche alludere a
qualcosa per fare il quale si necessita di coraggio, lo stesso che si rispecchia nella scelta di Anne di
celebrare queste tre 'parole chiave' come fossero tre virtù teologali, affidandole all'intimo della
compilazione di un diario, al pari di un arredamento sacro alla benevolenza di un'edicola votiva. La
forma diaristica scelta da Anne è il marchio consapevole di chi sa di affidare alla storia un ricordo
che non si cancellerà, e sebbene ella non sopravviverà al tempo e alla sorte, andrà via sicura di aver
seminato il germe della memoria, il suo messaggio straziato in bottiglia liberato attraverso il mare
dell'umanità, che dal tempo non sarà consumato, ma si farà strumento di lotta e foriero di progresso
ideologico fondandosi sulla protezione senza tempo del prossimo. Sulla scia delle precedenti
esperienze diaristiche - ricordiamo le Confessiones di Sant'Agostino - Anne apre al mondo il
travaglio interiore di un vissuto senza pari; e nonostante siano ben 72 anni a separarci dalla fine
dell'ultima guerra mondiale, ricordata, a giusto titolo, come più cruenta della storia, risulta a noi non
troppo semplice destreggiarci in un'epoca dal tessuto sociale travagliato, in cui le battaglie
ideologiche contro l'odio e la persecuzione - condotte in nome di questa ben più nota esperienza
pregressa - si scontrano col muro dell'indifferenza e della mancanza di buonsenso, aprendoci al
pericolo concreto e realistico di un terzo conflitto, non dissimile dal precedente. Quante le vite
spezzate nel cuore più civilizzato della nostra Europa, dalle stragi di mafia, alle persecuzioni del
fondamentalismo islamico; quanto grande la minaccia che grava su quella stessa democrazia
forgiatasi per anni anche alla luce del monito di Anne Frank; quanta la dissennatezza nella cesura
irrimediabile che segna l'opinione pubblica. Anche noi oggi, al tempo vogliamo affidare la memoria
delle vittime delle stragi di Parigi, Nizza, Berlino, la memoria della sempre minore considerazione
di cui gode la vita umana sebbene si tramandi che sia unica e irripetibile. Al tempo, vogliamo
affidare la memoria che scorre nelle pagine di quei diari impressi nell'intimo di chi combatte la
propria battaglia quotidiana contro l'asprezza di una vita resa invivibile da condizioni sociali solo in
minima parte dettate dalla natura, ma coadiuvate in tutto e per tutto dalle improbe leggi dell'uomo:
economia al tracollo, assenza di lavoro, impossibilità di realizzare la propria felicità con quel poco
che rende giustizia e rispettabilità alla vita di ciascun essere umano. Nel tempo, naviga la memoria
di vite ridotte alla sopravvivenza, lese nella dignità prima, e stroncate nella soluzione finale poi,
proprio come in un campo di concentramento nazista. Nel tempo, si perpetua il sacrificio dei giusti
martoriati. Siamo i nuovi Anne Frank della storia che incombe: il tempo è fatto di ore, le ore della
nostra vita. Quel che è stato è ciò che è passato fino a pochi secondi fa, e noi possiamo cambiarlo
per i prossimi a venire, affinché non si ripeta più. Il tempo scorre: esauriamolo diligentemente.
Ricordiamoci di ricordarlo.
Ambra Taormina
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