martedì 9 dicembre 2014

IL SISTEMA ODEVAINE ( ORIENTO I FLUSSI ...), I CENTRI DI ACCOGLIENZA PER MIGRANTI E ............

STRALCIO DELLE INTERCETTAZIONI pubblicate da "MERIDIONEWS" «Vorrei farle un appunto riassuntivo, che questa è un’imbecille - spiega Odevaine alla sua dipendente - lei è in difficoltà perché continuano gli sbarchi e non sa dove mettere le persone, lei è un’idiota... poverina... non capisce un cazzo, però per me va bene, perché in questo momento che non c’ha neanche il capo sopra di lei, si affida molto a me perché non sa dove sbattere le corna. Allora... a parte tutte le questioni di Mineo su cui non c’è molto da dirgli, perché sta procedendo... Mi sono offerto di segnalarle delle strutture pronte, immediatamente disponibili, di cui alcune sono di Eriches (il consorzio Eriches 29 - Cooperativa 29 giugno di Buzzi ndr). Fammi una cortesia mettigli per prima quella di 400 posti a Castelnuovo di Porto; poi sotto Catania, puoi metterci struttura capienza 4-500 posti letto... struttura alberghiera a Catania, poi ci dovresti mettere Melilli, provincia di Siracusa per 200 posti, tra parentesi mettici, per cortesia RSA, ex RSA; poi Piazza Armerina, ci metti struttura alberghiera già utilizzata per 150 posti, ampliabile fino a 500 e credo basta... fa ‘na cosa, questa qua ex RSA mettila in fondo, le altre due Piazza Armerina e Catania le metti una vicina all’altra. Sia queste di Roma che queste di Piazza Armerina e di Catania... loro che sono gestori diversi... però se noi gli facciamo aprire i centri... insomma ci coinvolgono nell’operazione».
QUESTO LO SCRIVEVAMO IL 9 Settembre 2014 in questo Blog LA RETE DELL’ACCOGLIENZA: UNO STRUMENTO DELLA SOLIDARIETÀ O UNA MACCHINA MANGIASOLDI? A proposito della “Rete dell’accoglienza”, bisogna denunciare la precarietà del sistema e l’intreccio di interessi economici in atto, sul quale sarebbe auspicabile che la magistratura iniziasse a far luce. Ormai sorgono ovunque centri di accoglienza, qualificati come “emergenziali”, in cui vengono ospitati centinaia di immigrati irregolari, in assenza dei requisiti abitativi, strutturali e sanitari che sarebbero richiesti in qualunque struttura ad uso pubblico. Poi ci sono i centri di accoglienza tipizzati dal Viminale (come da elenco sul sito web istituzionale) che, sempre in nome dell’emergenza permanente, ospitano più del doppio dei migranti che potrebbero alloggiarvi. La logica è quella di favorire l’emergenza permanente per gestire, con procedure e standard meno rigidi, i finanziamenti a pioggia destinati alla gestione del fenomeno migratorio. Per assistere profughi e migranti il nostro Paese ha già speso oltre 600 milioni di euro e, se gli sbarchi proseguiranno con questo ritmo il budget supererà il miliardo di euro entro l’inverno. Va ricordato che per questa operazione il Viminale stanzia dai 30 ai 50 euro al giorno per dare alloggio e vitto a ogni assistito (con una spesa di almeno 45 mln al mese), mentre i fondi a disposizione per la Marina Militare per far fronte al carburante e alle indennità degli equipaggi (9,3 mln al mese) stentano a coprire le necessità. La Marina Militare sul Mediterraneo e le Forze dell’ordine sul suolo nazionale vengono svilite in ruoli inappropriati, sottraendo risorse alle rispettive funzioni originarie, ovvero la difesa dei confini territoriali e la sicurezza delle città. Secondo dati Istat, in Italia il tasso di disoccupazione ha toccato il record storico del 12,6% (nel Sud al 20,3%), con il dramma specifico della disoccupazione giovanile pari al 42,9% (nel Sud al 56%). Sempre l’Istat stima 10 milioni di Italiani che vivono in condizioni di povertà relativa, di cui 6 milioni che sopravvivono in condizioni di povertà assoluta. Un paese ridotto in queste condizioni può continuare a sopportare un simile sforzo? DA “FRONTEX PLUS” A “TRITON”: CAMBIARE NOME PER NON CAMBIARE NULLA

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