mercoledì 10 settembre 2014
PIAZZA ARMERINA 9/9/2014 - BASTA MARE NOSTRUM - NO CLANDESTINI : GIANNI ALEMANNO HA PRESENTATO LA PROPOSTA DI FDI-AN
MARE NOSTRUM O “MARE MOSTRUM”? OLTRE LA PROPAGANDA, UN FALLIMENTO ANNUNCIATO E UNA TRAGEDIA UMANITARIA
fermare mare nostrum
Da stime recenti, in Italia lavorano già circa 4 milioni di stranieri regolari e circolano circa 650.000 immigrati clandestini, o aggiornando il politicamente corretto in seguito alla depenalizzazione della clandestinità, immigrati irregolari.
Solo dall’avvio dell’operazione Mare Nostrum, lo scorso ottobre, complessivamente oltre 120.000 immigrati irregolari sono arrivati sulle nostre coste. Anche se non è corretto asserire che siano “arrivati”. Il paradosso, di gravità inaudita, è il seguente: gli scafisti – che in ogni barcone non vedono esseri umani, bensì ingenti guadagni magari da devolvere al terrorismo islamico – lanciano il segnale di SOS dopo essersi allontanati dalle coste libiche per poche decine di miglia; dalle basi preposte viene disposto il “salvataggio” inviando in acque territoriali non italiane le navi della nostra Marina Militare, che prelevano gli immigrati per trasportarli nei porti italiani designati (chiedere ai cittadini di Augusta, di Pozzallo o di Porto Empedocle, testimoni della prima ora).
Si ricordi che questa operazione venne concepita sull’onda emotiva della prima tragedia di Lampedusa, ma non doveva essere difficile prevedere che essa avrebbe moltiplicato il numero di esseri umani pronti a rischiare la vita per tentare l’approdo nel nostro Paese. Ad oggi si contano quasi 2.000 morti in mare dall’inizio dell’operazione, numeri tanto crudi quanto clamorosamente superiori a quelli degli anni precedenti all’operazione stessa (compreso il periodo particolarmente instabile della “Primavera araba”).
Ma la tragedia umanitaria alimentata da questa operazione, che abbiamo ribattezzato “Mare Monstrum”, non si esaurisce con i naufragi: migliaia di sbandati si disperdono sul nostro territorio nazionale, a cominciare dalla Sicilia e dalle altre regioni meridionali, o tentano di ricongiungersi ai loro parenti nel resto d’Europa, sfidando i respingimenti dei paesi confinanti sull’arco alpino. Il destino segnato per la maggioranza di questi disperati è quello di diventare le nuove leve per la criminalità organizzata (droga, prostituzione, tratta di minori), i nuovi operai sottocosto o in nero per imprenditori senza scrupoli, dopo essere stati sfruttati dagli speculatori di un rinvigorito business dei centri di accoglienza. Un drammatico darwinismo sociale in cui la selezione degli esseri umani che devono morire o vivere, o forse soltanto sopravvivere, la fanno prima gli scafisti, poi il mare, poi le malattie da contagio più e meno mortali, infine il malaffare nostrano.
Tutte queste considerazioni si fanno ancora più stringenti in un momento in cui l’Italia può essere toccata, attraverso i flussi migratori incontrollati, da due gravi emergenze: quella sanitaria e quella del fondamentalismo.
La salute pubblica è a rischio, come emerge dalle recenti denunce dei sindacati di Polizia in merito al contagio da tubercolosi e dagli allarmi continui lanciati dall’Oms (Organizzazione mondiale della sanità) sulla diffusione in Africa occidentale del virus Ebola, che ha già causato più di 1.900 vittime.
Infine, il fondamentalismo islamico, con la terribile minaccia che viene dall’Isis in Medioriente, sta mettendo radici sempre più forti nelle nostre città, moltiplicando segnali inquietanti di propaganda ideologica, predicazione pseudo-religiosa e reclutamento di miliziani. I flussi migratori incontrollati possono contribuire a portare fanatici o agenti provocatori del terrore fondamentalista sul nostro territorio, mentre molti degli scafisti utilizzano i loro guadagni per finanziare le milizie jihadiste.
LA RETE DELL’ACCOGLIENZA: UNO STRUMENTO DELLA SOLIDARIETÀ O UNA MACCHINA MANGIASOLDI?
A proposito della “Rete dell’accoglienza”, bisogna denunciare la precarietà del sistema e l’intreccio di interessi economici in atto, sul quale sarebbe auspicabile che la magistratura iniziasse a far luce.
Ormai sorgono ovunque centri di accoglienza, qualificati come “emergenziali”, in cui vengono ospitati centinaia di immigrati irregolari, in assenza dei requisiti abitativi, strutturali e sanitari che sarebbero richiesti in qualunque struttura ad uso pubblico. Poi ci sono i centri di accoglienza tipizzati dal Viminale (come da elenco sul sito web istituzionale) che, sempre in nome dell’emergenza permanente, ospitano più del doppio dei migranti che potrebbero alloggiarvi. La logica è quella di favorire l’emergenza permanente per gestire, con procedure e standard meno rigidi, i finanziamenti a pioggia destinati alla gestione del fenomeno migratorio.
Per assistere profughi e migranti il nostro Paese ha già speso oltre 600 milioni di euro e, se gli sbarchi proseguiranno con questo ritmo il budget supererà il miliardo di euro entro l’inverno. Va ricordato che per questa operazione il Viminale stanzia dai 30 ai 50 euro al giorno per dare alloggio e vitto a ogni assistito (con una spesa di almeno 45 mln al mese), mentre i fondi a disposizione per la Marina Militare per far fronte al carburante e alle indennità degli equipaggi (9,3 mln al mese) stentano a coprire le necessità. La Marina Militare sul Mediterraneo e le Forze dell’ordine sul suolo nazionale vengono svilite in ruoli inappropriati, sottraendo risorse alle rispettive funzioni originarie, ovvero la difesa dei confini territoriali e la sicurezza delle città.
Secondo dati Istat, in Italia il tasso di disoccupazione ha toccato il record storico del 12,6% (nel Sud al 20,3%), con il dramma specifico della disoccupazione giovanile pari al 42,9% (nel Sud al 56%). Sempre l’Istat stima 10 milioni di Italiani che vivono in condizioni di povertà relativa, di cui 6 milioni che sopravvivono in condizioni di povertà assoluta. Un paese ridotto in queste condizioni può continuare a sopportare un simile sforzo?
DA “FRONTEX PLUS” A “TRITON”: CAMBIARE NOME PER NON CAMBIARE NULLA.
Dopo molte sollecitazioni da parte del Governo italiano, l’intervento dell’Unione europea appare del tutto inadeguato. La nuova operazione, dopo aver cambiato il nome dal suono farmaceutico “Frontex Plus” in “Triton”, non aggiunge nulla né in terminieconomici né in termini operativi.
Si ricordi che Frontex è un’agenzia europea con sede a Varsavia (nonostante le nostre molteplici richieste di trasferirla in Italia) con una dotazione di circa 8 milioni di euro annui. Per Triton è previsto uno stanziamento di 3 milioni al mese, a fronte dei 9,3 mln che l’Italia spende ogni mese solo per le operazioni in mare. Con la premessa implicita che il governo italiano rifinanzi Mare Nostrum ad ottobre.
Dal punto di vista operativo le navi europee si muoveranno su una linea molto più arretrata di quelle italiane, ma continueranno a portare sulle nostre coste i migranti salvati per lasciarli alla nostra assistenza. Infatti nel nuovo regolamento comunitario “Dublino III” viene confermato che lo Stato membro competente a gestire la richiesta di asilo per il migrante è la Nazione di primo approdo, cioè l’Italia. La valutazione di questa richiesta deve essere espletata entro un termine di 6-12 mesi: un intervallo di tempo in cui gli immigrati irregolari, coscienti di non possedere i requisiti necessari, si danno alla fuga disperdendosi nel nostro territorio nazionale.
LE NOSTRE PROPOSTE PER CANCELLARE “MARE NOSTRUM”, GARANTENDO SICUREZZA E SOLIDARIETÀ
Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale chiede il blocco immediato dell’operazione “Mare Nostrum”, l’arresto dei flussi migratori nei porti di partenza e la creazione sulle coste nordafricane di presidi internazionali in cui richiedere l’asilo politico.
Il Governo italiano deve impegnare le Nazioni Unite e l’Unione Europea ad istituire centri di assistenza sulle coste africane, in modo da verificare in partenza chi ha veramente diritto a richiedere asilo politico.
Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale si batte per l’introduzione di meccanismi più stringenti per definire chi realmente ha diritto alla qualifica di rifugiato politico, qualifica che deve essere attribuita soltanto a coloro che sono oggetto di reali persecuzioni politiche, religiose ed etniche. L’assistenza dei richiedenti asilo e dei rifugiati deve essere redistribuita tra gli Stati membri, rivedendo il Regolamento comunitario “Dublino III” per cambiare il principio secondo cui l’accoglienza dell’immigrato spetta esclusivamente allo Stato di primo approdo.
L’intervento della Marina Militare e delle navi messe a disposizione dall’Ue deve essere limitato alle nostre acque territoriali o finalizzato, in acque internazionali, ad assistere e riportare gli immigrati nei porti di provenienza.
Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale chiede la reintroduzione del reato di immigrazione clandestina, incredibilmente cancellato con il voto favorevole, non solo della maggioranza che sostiene il Governo Renzi, ma anche di Forza Italia.
Infatti la previsione di questo reato non ha mai impedito il soccorso degli immigrati in mare, né costretto nessuno nelle patrie galere, ma è servita soltanto per rendere effettive le procedure di espulsione dei clandestini. Senza questo reato l’immigrazione clandestina diventa una semplice infrazione amministrativa che non può garantire l’effettività dell’espulsione.
L’Italia deve pretendere dall’Europa che venga riconosciuta la “clausola della Nazione più esposta”, in modo da poter applicare automaticamente la normativa più restrittiva tra quelle in vigore nella Ue. Perché mentre in Italia si allargano le maglie dell’immigrazione, le altre nazioni europee applicano leggi sempre più severe. A cominciare dalla Germania che si accinge ad approvare una norma per espellere dai suoi confini i cittadini stranieri, anche comunitari, privi di lavoro da più di sei mesi. È necessario che le procedure di espulsione siano automatiche per tutti gli immigrati che commettono reati penali, mentre nel caso delle condanne più gravi è necessario siglare degli accordi internazionali che garantiscano che gli immigrati comunitari ed extracomunitari scontino la pena nei loro paesi di origine.
Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale chiede di reintrodurre la programmazione dei flussi migratori, in base al tasso di disoccupazione nazionale e all’effettiva necessità di lavoratori dei diversi settori produttivi.
È necessario infatti che l’arrivo di immigrati autorizzati non produca un aumento del tasso di disoccupazione e una concorrenza al ribasso nel mercato del lavoro, senza contare gli effetti negativi che i flussi incontrollati generano sul diffondersi del lavoro nero e nell’economia sommersa o criminale.
Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale chiede che nella distribuzione dei servizi sociali vengano evitate situazioni paradossali in cui gli italiani risultino svantaggiati rispetto agli immigrati.
In questo bisogna distinguere tra servizi sociali e sanitari di prima necessità, per i quali bisogna garantire l’universalità dei diritti tutte le persone, e gli altri servizi sociali (casa, mense scolastiche, asili nido…) in cui bisogna evitare, con una opportuna formulazione dei punteggi, l’esclusione automatica delle famiglie italiane.
Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale esprime piena solidarietà alle forze di polizia in agitazione contro il blocco degli stipendi e i tagli al comparto sicurezza.
I diversi governi che si sono susseguiti in questi anni hanno progressivamente tagliato le risorse e gli stipendi del comparto sicurezza. Questo sta generando un gravissimo disagio in tutte le forze di polizia ed un’oggettiva diminuzione della tutela della sicurezza e della legalità in Italia. Tutto questo in un momento in cui, con il diffondersi della criminalità organizzata, della minaccia fondamentalista, dell’immigrazione clandestina e della microcriminalità urbana, sarebbe invece necessario concentrare risorse su questo comparto.
Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale chiede al Governo Renzi e al Ministro degli Interni di aprire subito un tavolo di trattative con le forze sindacali e con i Cocer per dare risposte alle giuste rivendicazioni del personale in divisa. Le risorse liberate dal blocco dell’operazione “Mare Nostrum” potrebbero essere utilizzate per cancellare i tagli agli stipendi e ai finanziamenti del comparto sicurezza.
LA SICILIA SI MOBILITA PER FERMARE “MARE MONSTRUM”
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