"Questa mozione è l'unica boccata di ossigeno per rimuovere una sorta di macigno una sorta di palude in cui è impantanata l'Ars,
l'unico mezzo per tornare a dare dignità alla politica, a riportare al
centro del dibattito il parlamento e definire il perimetro di una
maggioranza che se c'è, non è piu oggi quella di un anno fa".
Lo ha detto il leader siciliano della Destra, Nello Musumeci nella sua dichiarazione di voto all'Ars in favore della mozione di sfiducia al presidente della Regione Rosario Crocetta. "Questa mozione è l'unica speranza per siciliani che si sentono delusi e avviliti", ha aggiunto Musumeci.
Rivolgendosi poi direttamente a
Crocetta, presente in Aula nei banchi del governo, con gli esponenti
della giunta, Musumeci ha proseguito: "Lei ha detto, presidente, che
questo è frutto di inquietudine, di una collera mai appagata di due
partiti sconfitti il 28 ottobre, una sorta di rivincita morale. E invece
la sfiducia è un atto dovuto, e prima di averla tolta noi dell
opposizione è stata tolta dal suo partito, il Pd quello di cui porta la
tessera, sono volati stracci e piatti".
Citando le parole pronunciate qualche
settimana fa dal segretario del Pd siciiano, Giuseppe Lupo, Musumeci ha
affermato ancora: "La luna di miele con i siciliani è finita, aveva
detto Lupo, non ci riconosciamo piu nell'azione del governo Crocetta. La
sfiducia gliel'ha tolta il suo partito, presidente, avrebbe dovuto
chiedere subito di riferire in parlamento, non per rintuzzare
un'opposizione che è rimasta responsabile in attesa di un segnale".
Musumeci ha poi fatto cenno alle nomine
effettuate da Crocetta nel corso di un anno di governo "tutti amici o
gente di partito, nessuna persona competente, lei ha fatto le cose peggiori - ha detto - e le ha fatte nel migliore dei modi".
"Quale Rivoluzione Presidente? Lei
è lo stregone che i Siciliani hanno scelto al posto dei medici
tradizionali, al capezzale di questa isola, sempre più anoressica.
Lei è affetto da isteria autoreferenziale, da delirio di immagine, lei è
malato del complesso di Mosè, che vuol dettare le tavole del presente e
del futuro. [...] Lei è un uomo solo, Presidente, chiuso nel suo
fortino... non ha una rotta, non ha una meta, circondato com'è da
accattoni, mesieranti, questuanti. [...] Abile come una volpe, ma con la
paura di un coniglio. In questa terra dalla mille contraddizioni,
bisgotta e libertina, dissacrante e ruffiana, lei resta, come direbbe
Tano La Terza, l'ultimo fedele interprete di Pirandello: Uno, nessuno, centomila".
"Lei avrebbe dovuto fare la rivoluzione
delle nomine - ha concluso Musumeci - dando spazio al merito, al di là
delle appartenenze. Bene, in 10 mesi 100 nomine, tutte improntate al
merito: Giuseppe Antoci, Presidente del parco dei Nebrodi: un esperto botanico, direte voi... No, un ex candidato del Megafono; Marisa Mazzaglia, presidente del Parco dell'Etna: una vulcanologa, penserete... No, assessore del Megafono al Comune Nicolosi; Francesco Calanna, presidente dell'Ente di Sviluppo Agricolo... Un agronomo competente? No, un ex deputato regionale del Pd; Saro Faraci,
Presidente del Consorzio Autostrade Siciliane... ovvero il Presidente
della squadra di pallavolo di Gela, amico di Crocetta..."
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