domenica 17 gennaio 2016

Punto e Virgola di Ambra Taormina - "La Manna che cade...dal mare "

Impazza la 'moda dell'accoglienza'. I piazzesi: residenti o...ospiti casa propria!? A chiunque, ateo o cristiano, conoscitore o no della sfera religiosa, sarà capitato almeno una volta nella vita, di parlare, in termini proverbiali, di una misteriosa 'manna dal cielo' per riferirsi ad un qualsivoglia evento fortuito di quelli che la sorte la...cambiano! A prescindere dalla conclamata evoluzione diacronica della lingua, di questi tempi (ma soprattutto stando ai più recenti avvenimenti), sembra proprio che le conseguenze ultime di suddetta manna non cambino qualora questa non provenga più dal cielo, bensì, dal...mare! E, parlando in termini di 'mare' e di 'manna', ciò che nasce spontaneo, è collegare le due cose a quello che è ormai diventato il 'fenomeno' dell'accoglienza migranti: vero e proprio business che ha stravolto in meglio la vita di tanti, che, con eccellente tempistica, hanno (mistero dell'improvvisazione!) scelto di lavarsi l'anima da peccati veri o presunti, convertendosi in occasionali 'buoni samaritani'! Nulla di strano, se consideriamo che tale 'business' non ha trascurato di investire letteralmente anche il profondo centro Sicilia, travolgendo perfino la pacifica 'Città dei mosaici', in cui, a fare le spese di una sempre più comune e scellerata 'abitudine' mascherata da 'ideologia dell'accoglienza', sembrano essere in primis gli abitanti che, stando ai fatti, rischierebbero di non arrivare a vedere le prossime lune piene in veste di normali cittadini residenti, ma...in odor di ospiti votati al 'circolo vizioso' di una millantata quanto fantomatica 'integrazione' da strapazzo. Così, se un tempo (e in un'area geografica lontana dalla nostra) si era soliti sentir parlare di 'febbre dell'oro', quest'ultima, in tempi più moderni, ha lasciato il posto a quella del 'centro d'accoglienza coatto', anch'essa (non meno della febbre) pronta a prefigurarsi come una vera e propria malattia in agguato al grido di:"barcone in vista!" Basta, infatti, dare un'occhiata intorno per vedere come nel clima di malcontento generale, il problema dell'ospitalità ai migranti rappresenti un altro sintomo di tracollo a cui, però, una non trascurabile minoranza, sembra non voler concedere il giusto peso necessario per affrontare quello che, agli occhi dei più, si manifesta come un'emergenza, tanto più gravemente accusata, in quanto aggravata dalla concessione, ormai completamente sfuggita di mano, di appartamenti in pieno centro storico, edifici dismessi, stabili non venduti e addirittura di pregio che potrebbero acquisire un maggiore prestigio e annessa funzionalità, se solo cambiassero destinazione d'uso. Come negare, d'altronde, ai tanti cittadini che in queste ore stanno manifestando più meno apertamente il diritto al quieto vivere, il dovere di preoccuparsi per quello che ha motivo di essere definito il 'fantasma' di un' integrazione inesistente con dei nuovi 'concittadini' che non sono altro che profughi richiedenti asilo, molti dei quali addirittura non provenienti da paesi di guerra, ma semplici parassiti pronti a rivalersi, come da tradizione imposta, sulle tasche di tanti malcapitati contribuenti? Preoccupazione quest'ultima, che, a pensarci bene, non fa altro che rinvigorirsi in quanto destinata a scontrarsi con un 'muro' di altrettanto proverbiale buonismo omertoso da parte di coloro che con i centri d'accoglienza allestiti in tutta fretta, sembrano aver creato un 'porto economico' sicuro per sé e i propri cari, attivando una vera e propria, redditizia attività imprenditoriale. I tentativi di proselitismo imperante che cercano di instaurare un clima in cui il mero interesse personale è mascherato da buona azione, sembrano mirare a stravolgere la tradizionale idea di ordine e stabilità che non ha epoca, tanto più in un momento storico come il nostro, minato da bizzarre ideologie modaiole, tra le quali, non di rado, quella di far passare pratiche quali la mendicità o il vagabondaggio (di cui quotidianamente si rendono protagonisti gli ospiti dei centri d'accoglienza, insieme a tante altre) come assolutamente normali e perseguibili, così come l'offrire impieghi un tempo (e non solo) negati continuamente e con forza a concittadini aventi ogni diritto. La 'politica della buona azione', è sempre più in procinto di trasformarsi in uno strumento di distrazione di massa, di quella massa disinformata che, cedendo alle lusinghe di una tendenza ormai parecchio diffusa, scambia piacevolmente un'invasione certa e, a quanto pare duratura, con un temporaneo gemellaggio tra culture. Come per i quartieri storici della nostra città, adesso anche le aree residenziali di più recente edificazione rischiano di diventare le prossime vittime annunciate di una nuova evidente forma di degrado dettata dalla cosiddetta 'necessità' di accogliere lo 'straniero in fuga', gravate come sono dal giogo della noncuranza e della mancanza assoluta di rispetto per il comune senso di civiltà, che imporrebbe quantomeno un freno maturato in un clima in cui si necessità di un atteggiamento decente da parte di chi si rende, contrariamente, responsabile di far sentire la cittadinanza, straniera in casa propria. Ambra Taormina - Gioventù Nazionale FdIAN

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