giovedì 28 agosto 2014

CONTROCORRENTE - PIAZZA ARMERINA / ENNA - “ UN DIVORZIO CHE NON S’HA DA FARE”

PIAZZA ARMERINA / ENNA “ UN DIVORZIO CHE NON S’HA DA FARE” ( Le ragioni di una scelta infausta per un salto nel buio) La nefanda legge , fortemente voluta da Crocetta , sulla costituzione dei liberi consorzi che sta alimentando rancori campanilistici e creando confusione amministrativa in tutta la Sicilia dovrebbe essere al più presto rivista e corretta dall’ ARS prima che causi profondi ed irreversibi danni al sistema istituzionale dell’isola . Volendo prenderne atto nell’applicazione ed auspicandone il sensibile miglioramento legislativo, con l’approssimarsi del referendum confermativo del 21 settembre in cui i Cittadini Piazzesi dovranno esprimersi a seguito della delibera del consiglio comunale per l’adesione all’istituendo consorzio dei Comuni con Catania e del rumoroso movimento anti Enna più che pro Catania, mi sollecita ad esprimere , in qualità di Portavoce provinciale di Fratelli d’Italia, alcune considerazioni politiche amministrative in chiara controtendenza con l’onda emotiva che pervade Piazza Armerina in questo periodo di fine estate. Premesso di non avere la pretesa di condizionare gli elettori , ivi compresi quelli di FDI-AN, esprimendo la mia posizione, ma l’enfasi con la quale si continua a festeggiare la liberazione dal “nemico Ennese” con manifestini ad ogni angolo della Città come se la data della votazione del 21 settembre fosse equiparabile al 25 aprile del 1944 , data della liberazione dell’Italia dal nazifascismo mi sollecita a dire la mia e a suggerire ad ogni elettore che si recherà a votare una profonda ed imparziale riflessione per una scelta di voto serena ed obiettiva. Questo tourbillon di soprusi e abusi subiti dai Piazzesi e che secondo alcuni rivisitatori della storia patria locale hanno inesorabilmente bloccato qualsiasi sviluppo economico di Piazza Armerina, risale al 1926, quando gli Ennesi “scipparono” la Città dei mosaici del blasone di capoluogo di provincia, “sorvolando” che la sola responsabilità della scelta fu dell’allora Capo del Governo Benito Mussolini fortemente preoccupato della forte influenza politica che esercitava allora il Vescovo della Diocesi Mario Sturzo. E’ vero che nei decenni che seguirono, non sempre i rapporti fra le due Comunità sono stati idilliaci, ma si doveva e deve interpretare questo conflittuale rapporto cittadino più come sano antagonismo fra i due centri più popolosi ed importanti della provincia che una sorta di guerriglia di odio e rancore reciproco . D’altronde l’Italia è ricchissima di rivalità territoriali in ogni Regione e provincia e Piazza Armerina ed Enna non sono state da meno. Molta disinformazione , ignoranza e malafede hanno imputato la chiusura della Ferrovia , del Catasto , dell’Esattoria e di tanti altri uffici presenti in Città sino a qualche tempo fa , al tiranno ennese anziché dare precise responsabilità ai Governi Regionali e Nazionali con l’applicazione delle loro politiche di taglio delle spese con la soppressione degli uffici periferici, ospedale “Chiello” compreso. Ma il vero “coupe de theatre” è quello di motivare essenzialmente di scegliere Catania per liberarsi dalla mala politica ennese e in particolare di un personaggio scomodo, leggasi “capidazzu” , come simpaticamente è presente nell’immaginario collettivo l’influente e immarcescibile politico del PD ennese. La verità è che Piazza Armerina ha avuto illustri personalità politiche e militari che hanno toccato posizioni ai vertici dello Stato indipendentemente da Enna e che in tempi più recenti ben 6 Deputati regionali ( Sammarco, Sottosanti, Tumino, Lantieri, Venturino) oltre che innumerevoli assessori e consiglieri provinciali, autorevoli rappresentanti sindacali ,etc,etc. Pertanto è gratuita , pretestuosa e ridicola l’analisi che i poteri ennesi ( più di sinistra che di destra) hanno sempre bloccato l’elezione di rappresentanti politici piazzesi, condizionato ,sfruttato e manipolato buona parte dell’elettorato piazzese come una piovra attanagliata con i potenti tentacoli sul monte Mira sino ad arrivare alle appendici contradaiole più periferiche. Oggi chi grida “al ladro! al ladro!” è spesso qualcuno che apparteneva alla corte di questo potere – che se esiste è facilmente identificabile in una nicchia politica- che ha barattato posti di lavoro per se , per i propri familiari , per gli amici e a volte per gli amici degli amici. Erano proprio loro, prima di essere “folgorati sulla via della Catania/Gela” che “supplicavano” servilmente a “Capidazzu” in particolare di varcare i confini della Contrada “Bannata” entrando nella Contrada “Bellia” per dirimere autoritariamente ogni bega locale per mettere le “cose” a posto ed arrivare alle candidature unitarie di sindaci ( eletti) , assessori e consiglieri. Comportamenti da ingrati e voltafaccia ed oggi sputano nel piatto dove hanno mangiato politicamente. Attenzione ! Questo non è un endorsement a favore del personaggio al quale mi sono sempre contrapposto elettoralmente ma è la reale constatazione del male atavico piazzese ovvero l’ingratitudine e il vendersi al miglior offerente per ottenere servigi. Ieri Enna , domani Catania o Gela . Nessuno ha l’interesse e l’onestà di menzionare gli innumerevoli legami positivi che si hanno con Enna; le centinaia e centinaia di ragazzi Ennesi che hanno studiato nelle nostre scuole , Istituto Tecnico Industriale fra tutte; i rapporti di stima e amicizia e anche di sana competitività, che ci sono state e ci sono a livello sportivo, culturale, professionale e sociale e in quanti Uffici , come la Prefettura , la Provincia, l’INPS, il Provveditorato agli Studi, le Scuole , i Carabinieri , la Questura , etc, etc i piazzesi sono stimati e apprezzati professionalmente e non hanno alcuna conflittualità con gli Ennesi. Piazza Armerina ed Enna non potranno mai svilupparsi autonomamente e con scelte territoriali sbagliate in tutti i settori da quello turistico a quello commerciale, prescindendo l’una dall’altra. Tutti gli altri 18 comuni ruotano, per vari motivi ed interessi logistici ed economici, attorno ad esse. Nella mia esperienza di Assessore provinciale al Turismo tra il 2008 e il 2010 , seguita a quella di vice sindaco di Piazza Armerina, mi sono impegnato a mettere sinergicamente a sistema ogni emergenza archeologica , artistica , naturalistica, enogastronomica di cui abbonda la provincia di Enna. Un territtorio tutto da scoprire e valorizzare attraverso sane e corrette politiche turistiche consortili tra gli Enti pubblici e i Privati. Il Distretto della Venere di Morgantina ne è la quintessenza e non riesco proprio a capire come si può abbandonare o rendere vacue queste pregevoli iniziative per saltare nel buio legandosi a territori come quello di Catania o di Gela dove non ci sono mai state affinità territoriali e si constata disagio economico e sociale. Piazza Armerina deve restare con Enna , come Enna dovrà riconoscere il ruolo e l’importanza strategica di Piazza Armerina nel territorio, rilanciando la propria peculiarità nel settore del Turismo e della Cultura in cui è reale ed effetttivo capoluogo rispetto ad Enna , soprattutto con il sito UNESCO della Villa Romana del Casale . Finiamola con questo becero vittimismo , non è più tempo di prendersela con Mussolini o con “Capidazzu” ma è arrivato il momento di lavorare insieme agli Ennesi e a tutti gli altri comuni del circondario ed in questo vorrei vedere negli Amministratori di Piazza Armerina e in tutte le forze politiche una serena obiettività e sicurezza nell’esprimere serenamente e senza paura di sorta il proprio pensiero, senza subire il condizionamento populista della claque di poche decine di attivisti di un partito politico come forse avvenuto durante la votazione del Consiglio comunale. Contemporaneamente, nel contesto di una corretta e lungimirante , politica di sviluppo economico Piazza Armerina ed Enna dovranno avere la capacità di ruotare lo sguardo a 360 gradi , collaborando con tutti gli altri Consorzi, ivi compresi quelli che hanno sbocco nel Tirreno , nello Ionio e del Mediterraneo e con qualsiasi altro contesto che possa essere utile al progresso del territorio e delle rispettive Comunità. Piazza Armerina 26 /08/2014 Fabrizio Tudisco Portavoce provinciale FDI-A.N.

5 commenti:

  1. Dovranno decidere i cittadini piazzesi se ritenere opportuno restare con Enna o abbandonarla visto ciò che Enna negli anni passati ha fatto per noi (Ospedale, SP4, AcquaEnna)

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    1. Egregio Anonimo, non ho la pretesa d'influenzare la Sua scelta per il referendum ma non se la prenda con Enna per quello che non si è fatto a Piazza. Spero che abbia letto bene l'articolo.
      Grazie comunque per il Suo intervento.
      Fabrizio Tudisco

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  2. non so cosa succederà al referendum ma nel caso in cui i piazzesi dovessero boicottare il referendum già mi immagino la scellerata politica di rivalsa di enna contra piazza. Allora sì che sarebbe la morte della città.

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  3. Bisogna ammettere che malgrado le solite rivalita' campanilistiche, presentinperaltronin tutta Italia, tra Enna e Piazza vi e' sempre stato un grosso intreccio sia economico che sociale. Basti pensare a quanti impiegati e dirigenti piazzesi lavorano ad Enna in prefettura e altri uffici territoriali, quanti piazzesi studiano all' universita' di Enna, e come ogni anno ci si incontra amichevolmente al parco ronza x pasquetta. Per ragioni solo emotive Piazza rischia di porsi in una periferia buia e inerte con il Gelese, tertotorio tra i piu' devastati d' Italia. Senza considerare che probabilmente gli uffici pubblici di riferimento rimarrebbero quelli di Enna
    ..non credo il Governo siciliano si assuma la responsabilita' di creare uffici periferici dello Stato a Gela....con i conseguenti costi. Se ppi i piazzesi invece fossero costretti a recarsi addirittura Catania? Io rifletterei

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  4. Non scarichiamo le nostre incapacità a Enna. Il futuro della città non và compromesso per indispettire Enna. Restiamo dove siamo sempre stati e se ne abbiano le capacità facciamoci rispettare.

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