giovedì 14 luglio 2016
Punto e Virgola di Ambra Taormina - Magdi Cristiano Allam - cronaca di una conversione.
Questa volta si è rotto per davvero il silenzio che per un tempo immemore ha inghiottito le possenti
mura del rinomato Convento di San Pietro, fiore all'occhiello della monumentalità di Piazza Armerina,
che nella serata dell' 11 luglio è stato reso protagonista del secondo grande evento organizzato dalla
sua recente restituzione alla fruizione della cittadinanza, e in cui uno dei personaggi più discussi del
momento, l'autore cristiano di origini egiziane Magdi Cristiano Allam, ha prepotentemente ridestato le
coscienze dei presenti, al grido di "Islam, siamo in guerra!". La serata, che ha preso avvio in una sala
gremita, e non solo da concittadini, ha visto il pubblico richiamato all'attenzione su una problematica
di grandissima attualità, dalle parole d'esordio del suo organizzatore e moderatore, il Prof. Fabrizio
Tudisco, che in quanto ad eventi dalla forte incidenza culturale, è di casa! Dopo le presentazioni di rito,
Allam ha subito approfittato della parola datagli per calarsi nel doveroso compito di illustrare ai
presenti le motivazioni delle pagine della sua recente pubblicazione, puntando l'indice contro la reale
pericolosità di una convivenza culturale, quella tra Oriente e Occidente, tra musulmani e cristiani, che,
a suo dire, non possiederebbe premesse a sufficienza per esistere, se non forzatamente. In un
ventunesimo secolo che vede l'Europa oggetto di un esodo migratorio dall'Africa e dal Medio Oriente,
di fatto senza pari nella storia, Magdi Cristiano grida al complotto governativo, alla connivenza, ad un
Occidente europeo sempre più vittima di se stesso e della propria consapevole perdita di radici
identitarie, troppo inutilmente critico della propria storica essenza cristiana, e poi ostaggio di un
imminente tracollo demografico, facendo sì da costituire un ghiotto lasciapassare di cui la controparte
musulmana, incredibilmente attaccata alle propaganda e diffusione delle radici culturali islamiche,
approfitterebbe per mettere in atto un inquietante processo di islamizzazione del continente che parte
da un chiaro tentativo di islamizzazione demografica, mentre c'è chi resta a guardare. Oltremodo
sconcertanti le parole di premessa di Allam, che essendo stato musulmano per 56 anni, come lui stesso
ha tenuto a precisare, ha dovuto arrendersi all'evidenza di una cultura criminale, solo dopo aver
cercato coscienziosamente di avvalersi del beneficio del dubbio, dedicandosi ad un'attenta lettura dei
testi della Sunna e della Sira. In fondo, il crudo realismo dell'autore, suggerisce che non c'è molto da
girarci attorno, che il proselitismo che miete vittime dalla parte dei complici dell'islamizzazione della
società, facendo dell'ipocrisia virtù, falsa il volto del vero Islam, in cui la suddivisione tra 'fanatici' e
'moderati' di cui tanto ostinatamente si parla, sarebbe solo fantomatica. l'Islam è innanzitutto
inaccettazione del religiosamente diverso, continua Allam riprendendo le dichiarazioni
dell'arcivescovo di Mosul, Emil Nona, colui che è passibile di condanna per apostasia; egli è l'infedele
che va eliminato, esattamente come da prescrizione di Allah secondo una letterale messa in pratica del
Corano, 'paradossalmente' la stessa attuata da organizzazioni terroristiche fondamentaliste come l'Isis,
attualmente; l'islamico vero, è colui che è naturalmente e per dovere, portato a sostenere gli attacchi
terroristici affinché l'Islam si affermi nel mondo, che con la bugia tutela la verità del suo credo, lo
stesso che è pronto ad obbedire al comando del "Getterò il terrore nel cuore dei miscredenti: colpiteli
tra capo e collo" (Sura - 8°). Senza remore, offrendo il ritratto di un Islam 'intrinsecamente violento',
Allam lo denuncia inoltre come 'fragilità' odierna in casa nostra, condannando apertamente l'Italia, alla
quale guarda, cifre alla mano, come al Paese ad oggi più erroneamente accogliente dell'enorme flusso
migratorio clandestino a maggioranza musulmana, colpevole di stare gettando delle valide fondamenta
per un imminente squilibrio che ingenera razzismo, tramite un fenomeno di meticciato antropologico
in cui l'unico ruolo possibile per l'Europa, sarà quello di mero strumento di consumo della materialità,
essendosi già svuotata di qualsiasi valore da tutelare. La serata si è conclusa con un acceso dibattito, in
seno al quale, a fare da eco alle curiosità e perplessità dei presenti, sono seguite prontamente le
esaustive argomentazioni dell'autore, il quale, ha potuto infine apprezzare i pregi dell'artigianato locale,
ricevendo in dono un fine piatto in ceramica d'autore, recante, non a caso, un'immagine dell'amata
Cattedrale armerina, simbolo del fervente credo religioso dei piazzesi, seguito dal toccante augurio che
Maria SS. delle Vittorie possa proteggere e guidare nel cammino, questo solerte testimone della verità
e della fede cristiana. Ambra Taormina
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