domenica 24 aprile 2016
FRATELLI D'ITALIA ALLEANZA NAZIONALE-COORDINAMENTO PROVINCIALE DI ENNA E COMUNALE DI PIAZZA ARMERINA , LEONFORTE , AGIRA E BARRAFRANCA, ESPRIMONO....
Massima solidarietà a vicinanza al sindaco di Pietraperzia, Dott.Antonio Bevilacqua, che è stato oggetto di un vile e inquietante atto intimidatorio. Siamo certi che le Forze dell’ordine faranno luce sui gravi fatti di ieri sera e che anche la Prefettura farà il massimo per tutelare il Primo cittadino Pietrino nel difficile e rischioso compito amministrativo dove spesso si toccano interessi malavitosi e di pochi nell'azione di governo cittadino a difesa della legalità.
Fabrizio Tudisco Portavoce provinciale Enna
Stefano Lo Presti Portavoce comunale Piazza Armerina
Carmelo Barbera Portavoce comunale Leonforte
Gaetano Mineo Portavoce comunale Agira
Boruccio Tomasello Portavoce comunale Barrafranca
martedì 19 aprile 2016
Quello che vedete in foto non è crema di cioccolato ma quello che scorre spesso nei rubinetti e si trova poi depositato nei nostri serbatoi dell'acqua ovvero fanghiglia! Se i Piazzesi, da anni, acquistano confezioni su confezioni di acqua minerale o vanno ad attingere con bidoni e bottiglie il prezioso liquido alla fonte dei Canali o nelle campagne un motivo ci sarà ! Non sarebbe dunque il caso che l'ASL faccia delle immediate verifiche con analisi attendibili sulla potabilità dell'acqua ?I Sigg.Magistrati della Procura della Repubblica di Enna hanno bisogno di un esposto per intervenire considerato che l'acqua la paghiamo ad "Acquaenna" a Euro 3,40 al metrocubo?
venerdì 8 aprile 2016
Punto e Virgola - di Ambra Taormina - L'Accademia della Crusca 'sposa' il verde pubblico piazzese:...se son rose...fioriranno!
La condizione del verde pubblico piazzese, liberamente interpretata dalla fantasia dell'artista Giuseppe
Liguori ("Peps '72")
(
L'Accademia della Crusca 'sposa' il verde pubblico piazzese:...se
son rose...fioriranno!
Che nella Città dei Mosaici, il decoro del verde pubblico abbia una permanenza
media pari a quella di Cenerentola al ballo...non è certo un mistero! E, a pensarci
bene, ciò sembrerebbe riservare una seppur vaga (nonché altamente probabile)
giustificazione al bizzarro appellativo di 'figli dei fiori' (forse quelli piazzesi!?), che
contraddistingueva certa trasgressiva e incolta gioventù negli anni '60. Poi, che vada
di moda o meno, fatto sta che il fascino del 'look ribelle', ha ancora un suo 'perché':
la cronaca vuole che la dimostrazione lampante, provenga direttamente dagli
ingressi cittadini di nord e di sud (compresi quelli che vogliono che "tutte le strade
portino a Roma"), i quali paradossalmente 'fomentano' fama di luoghi di
proliferazione coatta di qualsivoglia categoria erbacea dalla pittoresca verve
camaleontica (dal verde intenso d'inverno, al giallo senape d'estate), e dalla 'statura'
inaspettatamente variegata (probabilmente prossima a fungere da barriera
sostitutiva, in qualche caso anche più piacevolmente morbida, dell'apposito guard
rail!...d'altronde:"altezza...mezza bellezza"!), e che, allungandosi su per il centro
cittadino, ci mostrano come, accorgersi che la fascinosa ribellione del look della Villa
Garibaldi abbia assunto toni più apertamente 'rivoluzionari'...non è proprio
prerogativa degli sguardi più acuti!...È il cancello d'ingresso, in primis, in tutta la sua
storica sobrietà, ad iniziare simbolicamente il passante ignaro, ad una metaforica
lettura dell'intero status quo: presentandosi perennemente aperto........molto
aperto...anzi volutamente spalancato, vorrebbe quasi suggerire che altrettanto
'spalancate' dovranno essere le menti in grado di interpretare una simile condizione
'diffusionistica' di 'depressione da pollice verde'. Sì, perche, avventurandosi
coraggiosamente per la scalinata, all'interno dell 'ex' giardino pubblico dedicato all'
'eroe dei due mondi' (e che tante generazioni 'sgualcite' di genitori e figli ha visto
aggirarsi nella più totale spensieratezza), la 'pausa di riflessione' in cui sono andati
ordine e cura, è triste preludio di un imminente 'divorzio': nelle aiuole irreperibili, il
solito concerto di putredine erbosa, schernisce un intorno in cui dimorano ancora gli
esaltanti reperti di un'epoca che fu, sdraiati all'ombra di piante secolari che hanno
tutto l'aspetto (complici gli anni in decollo) di trascinare il peso di una vecchiaia
sofferta e malandata, come anziani maltrattati in un ospizio degli orrori. Ma non è,
ovviamente, tutto: come dimenticare che l'armerina patria, ha visto l'alfa precipitare
rovinosamente nell'omega, di un'aspirante tradizione cosmopolita!? ...Trattasi del
non proprio remoto tentativo malriuscito di abbozzare un incipit di 'prato all'inglese'
in quel dicesi 'salotto buono' del centro cittadino in P.zza Boris Giuliano! E allora:"
You're fired!" griderebbero i 'sudditi di Sua Maestà' agli inesperti giardinieri armerini
(o a chi per loro) di fronte a cotanto scempio di quella che, dopo il té delle cinque, è
la 'religione' del British lifestyle! Ma, alla luce dei più recenti accadimenti, nella città
in cui chi muore tace, e chi vive non si dà pace...almeno una cosa è certa: la
consolazione di poter entrare, a gamba tesa, nell'illustre novero di esempi tangibili
dell'Accademia della Crusca, chiamati a reggere l'impiego pratico per sinonimia e
antonimia delle new entry in materia di lessico! Ora è proprio il caso di ufficializzarlo:
il verde pubblico piazzese', non passa per uno stinco di...'petaloso'! Ambra
Taormina - Gioventù Nazionale FdI-AN
sabato 26 marzo 2016
venerdì 25 marzo 2016
mercoledì 23 marzo 2016
Corsi e ricorsi storici
Se è vero che la Storia si muove con un procedimento a spirale, ne consegue che ad ogni avanzamento corrisponde un successivo ritorno o arretramento. Di che meravigliarsi? È un po’ quello che banalmente succede con l’avvicendarsi delle stagioni o delle maree.Insomma, non tutto è per sempre, ma prima o poi rifluisce, con il conseguente alternarsi di luce e ombra. Il risultato è quella sensazione che il mondo soffra di veri e propri sbalzi umorali, ai quali si stenta a fare l’abitudine e che tanto ci impressionano. Per non farla troppo lunga, il periodo di pace e volontà di progresso e di ricostruzione (anche morale) subentrato all’esperienza devastante delle ideologie totalizzanti sfociate poi nella più terribile delle guerre, ci pareva come la prova di un definitivo ravvedimento dell’umanità su certi temi (i diritti individuali, la pace, la giustizia sociale, e così via). Ciò che pensavamo era che il mondo avesse finalmente messo la testa a posto, insomma. Niente di più sbagliato e di più illusorio: al periodo di luce, al dì, è tempo che subentri la notte, sebbene il sole ancora rosseggi all’orizzonte. E, visto che è qui che viviamo, in questo vecchio, vecchissimo continente, al tramonto, ancora una volta, appare soprattutto questa nostra Europa, che al contrario aveva l’ambizione di diventare protagonista del mondo e che ancora non si rassegna all’evidenza che i protagonisti sono altri e sono altrove. Quest’Europa che con De Gasperi, Schuman e Adenauer sembrava voler realizzare il sogno di una Unione dei popoli e che oggi, invece, si ritrova dominata da economisti, burocrati e tecnocrati attenti solo al mercato e incuranti dei reali bisogni dei cittadini, che non sono quelli di sapere quanto è giusto che sia lungo un fagiolino o un preservativo, ma quelli di vivere in piena sicurezza, ad esempio, al sicuro da un terrorismo islamico sempre più aggressivo e sanguinario. Quest’Europa che ha saputo dotarsi di una moneta unica, ma non ha saputo dare vita a un suo esercito o ad una sua FBI, per esempio, e appare indecisa e divisa nella politica estera, gelosa della sua apparente opulenza e ricattata dai suoi cosiddetti buoni sentimenti, che la paralizzano dinnanzi ai problemi reali e spaventano i suoi cittadini al punto di affidarsi ai populismi montanti. E per assurdo quest’Europa, che quei tre padri fondatori, ferventi fedeli, volevano democratica e soprattutto consapevole delle sue profonde radici cristiane, cadrà preda degli autoritarismi e di un’inarrestabile processo di islamizzazione che la snaturerà definitivamente.
Michele La Porta
martedì 22 marzo 2016
L'INGRATITUDINE!
Poche cose sono scandalose come l’ingratitudine dell’ospite. E altrettanto scandaloso è giustificare quell’ingratitudine come la risposta all’arroganza del padrone di casa, che si ostina a non modificare le sue convinzioni e le regole della sua pretesa buona educazione; che si ostina con la sua arte blasfema, la sua musica depravata, la sua cucina disgustosa, la sua moda scostumata; che si ostina a concepire la vita in quel certo modo che nella terra da cui l'ospite proviene è considerato sconveniente e il più delle volte peccaminoso, come se in quella terra egli ancora vivesse, e non nella casa di chi lo ospita; quella terra oltre il mare da cui un giorno è fuggito per disperazione, tallonato dalla guerra tra le fazioni e dalla morte. Poche cose sono scandalose come l’ostinazione dei figli dell’ospite e ancora dei figli dei suoi figli di desiderare di bruciare la casa che accolse i loro padri, i loro nonni, e ora loro; bruciarla per dare una lezione ai “cani infedeli”, per punire, per ricordare a se stessi e al mondo che la corruzione morale, l’avidità e le ingiustizie di chi li accolse nel corso dei tempi non li ha cambiati nel loro essere diversi, nel loro essere migliori; bruciarla per ricostruirla secondo le loro esigenze, il loro diritto e la volontà di Dio grande e misericordioso, ma non tanto grande da smettere di seminare zizzania tra gli uomini.
Michele La Porta
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